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Abbiamo visto in questa rubrica come l’evoluzione del gioco abbia portato a codificare in una determinata maniera le posizioni in campo dei giocatori, dando vita a quelli che vengono chiamati moduli.

Dai tempi di Herbert Chapman e del suo Sistema le cose si sono evolute molto. Con il Calcio Totale olandese i vecchi moduli sono stati definitivamente sorpassati e con l’affermarsi della difesa a zona si è assistito ad una completa rivoluzione degli schieramenti difensivi.

Possiamo dire che le tattiche utilizzate oggi sono tutte derivanti da quelle introdotte negli anni ‘80, ma con alcuni variabili a livello di disposizione che si identificano meglio con i moduli numerici.

Andiamo quindi ad analizzare le caratteristiche di base dei moduli più comunemente utilizzati con tutti i loro pro ed i loro contro, tenendo sempre a mente comunque che l’efficacia di un modulo tattico è data in primis dalle caratteristiche e dall’applicazione che mettono in campo i suoi interpreti.

4-4-2 o 4-3-1-2: i classici moduli con la difesa a 4

Comunemente ritenuto il modulo più basico, permette di coprire al meglio tutte le zone di campo in fase difensiva, dando sempre l’opportunità ad un giocatore di scalare in aiuto di un compagno.

Si tratta del modulo preferito in situazioni di emergenza, dal momento che richiede compiti basilari ad ogni ruolo, e spesso un allenatore di una squadra in crisi preferisce ripartire dalle basi del 4-4-2 per compattare la squadra e solo in una seconda fase sviluppare una tattica più elaborata.

La linea difensiva spesso è composta da un terzino più portato a salire e uno più difensivo, cosicché davanti a loro ci saranno rispettivamente un centrocampista esterno più bloccato e un’ala più offensiva. Le coppie di attaccanti in genere prevedono un centravanti più propenso a giocare sulla linea difensiva avversaria cercando la profondità e un’altra punta più libera di svariare andando a ricevere palla tra le linee e creando superiorità numerica.

Talvolta si può sacrificare l’ala più offensiva, tenendo i due centrocampisti più esterni ugualmente bloccati e tenendo un mediano più arretrato e l’altro più avanzato come trequartista, in una disposizione a diamante che si può identificare come un 4-3-1-2.

Il difetto maggiore è una certa prevedibilità nella costruzione della manovra offensiva, che senza l’apporto di qualche colpo di genio da parte dei giocatori normalmente segue binari fin troppo definiti.

Massimiliano Allegri ha scelto di ripartire proprio dal 4-4-2 con la Juventus, così come fece anche Gennaro Gattuso a Napoli o Andrea Pirlo sempre alla Juventus, proprio per ritrovare gli automatismi perduti. Il sorprendente Empoli di Aurelio Andreazzoli invece ha ormai stabilmente virato sul 4-3-1-2.

4-3-3: il modulo che sfrutta l’ampiezza del campo

Disponendo la squadra con una sola punta centrale e due ali che giocano alte, si sfrutta maggiormente l’ampiezza del campo in fase offensiva, riuscendo sempre a rendere pericolose le salite dei terzini grazie alle sovrapposizioni.

Il mediano centrale ha compiti di regia e di copertura della difesa, diventando l’uomo cardine della squadra, per cui deve avere grandi doti atletiche e di visione di gioco.

Il difetto maggiore è che comporta un grande dispendio di energie da parte dei centrocampisti e che può lasciare particolarmente scoperti in caso di repentini cambi di fronte da parte degli avversari.

La nazionale italiana di Mancini ha conquistato un’Europeo grazie a questo modulo che esalta al meglio le caratteristiche di tutta la rosa, e che in campionato ritroviamo nella Lazio di Maurizio Sarri o nella Fiorentina di Vincenzo Italiano.

4-5-1 o 4-4-1-1: moduli più coperti per squadre piccole

L’aggiunta di un centrocampista a discapito di una punta è un accorgimento spesso utilizzato da squadre di caratura inferiore contro avversari  più forti. In questa maniera si può portare un pressing più efficace in mezzo al campo, cercando di soffocare la manovra avversaria sul nascere.

Ovviamente, il potenziale offensivo viene sacrificato, per cui in genere è essenziale avere un centravanti capace di proteggere la palla in attesa della salita dei compagni. Una variante tattica è sfruttare un trequartista alle spalle del centravanti, che possa supportare più agevolmente la punta ma che si occupi anche di effettuare la prima pressione sul regista avversario.

Si tratta di una tattica adatta per squadre che non vogliono subire gol ed eventualmente colpire in contropiede. Una squadra così disposta se va in svantaggio normalmente si trova nella necessità di dover apportare dei correttivi tattici, passando ad un 4-3-3 o un 4-2-3-1.

Un’ulteriore variante tattica negli ultimi tempi caduta un po’ in disuso è il 4-3-2-1, o Albero di Natale.

4-2-3-1: un modulo per squadre tecniche

Evoluzione più offensiva del 4-5-1, in questa variante tattica due centrocampisti si dividono i compiti di impostazione arretrata e di copertura della difesa, mentre sulla trequarti trovano spazio sia il trequartista che le due ali avanzate a supporto del centravanti.

Si tratta di un modulo particolarmente adatto alle squadre che cercano di fare possesso palla e che permette, grazie anche alle sovrapposizioni dei terzini, di sviluppare numerose soluzioni offensive.

Contro squadre molto organizzate nel pressing però si rischia di andare in sofferenza a centrocampo e pagare a caro prezzo le transizioni offensive degli avversari nel caso in cui portino con successo il pressing alto.

In questo momento Luciano Spalletti al Napoli e Stefano Pioli al Milan propongono lo stesso modulo, anche se con sfumature diverse riguardo la fase di possesso palla sulla trequarti e l’apporto dei centrocampisti alla manovra d’attacco.

3-5-2: un modulo che esalta gli esterni

Abbandonando la difesa a 4, si può ottenere una copertura maggiore del centro dell’area. Come tutti i moduli con difesa a 3, è fondamentale che gli esterni di centrocampo siano dotati di corsa, resistenza e siano bravi sia in fase difensiva che offensiva.

Il centrocampo così folto, supportato poi dall’eventuale salita a turno di uno dei centrali difensivi, rende particolarmente efficace il pressing in tutte le zone di campo, così come le coperture preventive quando uno dei centrocampisti si lancia in proiezione offensiva.

Allo stesso modo però se la squadra avversaria riesce a scavalcare il centrocampo con dei lanci lunghi si possono aprire pericolosissimi buchi in difesa.

Antonio Conte ha ottenuto grandi successi con Juventus, Chelsea e Inter con questo modulo, e non a caso i nerazzurri hanno scelto come suo successore Simone Inzaghi che lo utilizzava anche alla Lazio.

3-4-3: il modulo del calcio offensivo

Modulo super offensivo, è adatto a squadre dalla condizione atletica straripante. La presenza di tre punte supportate dai due esterni di centrocampo porta le squadre ad avere sempre una presenza pericolosa nell’area avversaria.

Corsa e intensità sono componenti fondamentali di questo modulo, perché se gli si lascia la possibilità di gestire la palla gli avversari possono trovare facilmente spazi per contrattaccare.

Quando l’avversario prende il controllo del pallone, si rischia di essere schiacciati in un 5-2-3 che rende difficile la creazione di qualsiasi azione d’attacco. È il caso della Salernitana di Castori a inizio stagione, che non è riuscita a sopperire con la grinta allo scarso tasso tecnico e al possesso palla così.

3-4-1-2 o 3-4-2-1: moduli che evolvono il calcio offensivo

Una sorta di correttivo tattico al 3-4-3, chiede a una o a due delle punte di giocare alle spalle del centravanti, in maniera da abbassarsi in caso di necessità sulla linea dei centrocampisti e favorire così le manovre di risalita, oltre a portare immediatamente il pressing sul primo portatore di palla avversario in caso di cambio possesso in fase di attacco.

Offre la possibilità di gestire maggiormente il possesso palla e il ritmo di gioco, ma necessita sempre di scambi veloci e precisi per non soccombere al pressing avversario. 

L’Atalanta di Gian Piero Gasperini è l’esempio di maggior successo di questo modulo, ripreso anche da altre squadre “rampanti” come il Verona di Igor Tudor e il Torino di Ivan Juric.