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Nel calcio sempre più tattico che si gioca in Europa ogni allenatore studia sempre alla perfezione le contromosse da mettere in campo nei confronti degli avversari. Per questo è diventato essenziale avere in squadra dei giocatori in grado di “sdoppiarsi”, ovvero di svolgere differenti compiti in differenti zone del campo, in maniera da creare superiorità numerica e sconvolgere i piani difensivi avversari. Questi giocatori sono tipicamente i centrocampisti box to box.

Cos’è un centrocampista box to box

Il termine centrocampista box to box, letteralmente “da scatola a scatola” è utilizzato per descrivere quelle mezzali di corsa in grado di dare un apporto alla squadra sia in fase difensiva che in quella offensiva, quindi da un’area (box) all’altra.

Questa denominazione ha preso piede in particolare nei primi anni 2000, con l’affermarsi in Premier League di una serie di giocatori con queste caratteristiche, su tutti Frankie Lampard e Steven Gerrard, uomini simbolo rispettivamente di Chelsea e Liverpool.

Non che il ruolo sia nato in quegli anni, basti pensare a Marco Tardelli ai Mondiali di Spagna ‘82, vero e proprio paradigma del centrocampista box to box, ma l’affermazione internazionale della Premier League negli anni in cui questo ruolo era maggiormente difficile da trovare in Spagna o in Italia (dove centrocampisti con queste caratteristiche venivano più spesso schierati sulla trequarti) ha fatto in modo che il centrocampista che opera a tutto campo, da un’area all’altra, sia stato identificato come un elemento distintivo del calcio inglese.

In Inghilterra, dove si pratica un calcio molto veloce e fisico, i centrocampisti in grado di coniugare gamba e pericolosità offensiva sono saliti molto rapidamente al centro della ribalta, ma ben presto la definizione ha preso piede in tutta Europa, insieme alla sempre maggiore affermazione di questi giocatori.

In particolare, con l’affermarsi della costruzione dal basso, diventa essenziale avere in squadra giocatori dinamici, in grado di smarcarsi in fase offensiva ma allo stesso tempo pronti a ripiegare e a raddoppiare i compagni in fase difensiva.

Il centrocampista box to box in fase d’attacco

Il centrocampista box to box deve essere bravo a leggere i movimenti dei compagni d’attacco e a sfruttare gli spazi che vengono creati dai loro movimenti: molto spesso infatti si inserisce nell’area avversaria laddove il centravanti o l’ala hanno portato fuori posizione un centrale difensivo.

Molto spesso l’azione del centrocampista offre un’alternativa al cross in area da parte degli esterni: quando le punte si posizionano in mezzo all’area attirano a sé le attenzioni dei difensori, pronti a contrastare i traversoni alti.

In queste situazioni quindi le difese avversarie si trovano impreparate di fronte ad una penetrazione in area effettuata ricevendo palla bassa.

Il dinamismo tipico dei centrocampisti box to box e la loro tendenza ad arrivare in “seconda battuta” nelle azioni offensive i rendono spessissimo variabili difficili da prevedere nella manovra offensiva di una squadra.

Il centrocampista box to box in fase di ripiegamento

L’apporto delle mezzali in fase difensiva è essenziale: quando il gioco si sviluppa sulle fasce i terzini cercano sempre di supportare l’attacco salendo dalle retrovie.

Il centrocampista box to box deve sempre essere bravo ad uscire all’esterno quando serve, oppure a ripiegare in una posizione più interna per chiudere le linee di passaggio avversarie.

In particolare deve essere sempre pronto a fiondarsi sulle seconde palle, cercando di recuperare i rimpalli e trasformando così l’azione da difensiva in offensiva.

Proprio grazie al lavoro dei centrocampisti box to box è possibile quella riaggressione immediata del pallone che permette le veloci transizioni che hanno caratterizzato i successi di molte squadre inglesi, dal Chelsea di José Mourinho fino al Liverpool di Jurgen Klopp.

Mezzala, regista o trequartista: dove gioca il box to box

Quello del centrocampista box to box non è in realtà un ruolo definito, quando una caratteristica di un determinato giocatore. In genere vengono definiti box to box le mezzali che offrono un grande apporto in fase di recupero palla ma che riescono poi a far ripartire l’azione palla al piede, spesso riproponendosi in fase offensiva al termine della stessa azione.

Nella nazionale italiana possiamo pensare a Nicolò Barella dell’Inter, ad esempio, e allargando lo sguardo all’estero possiamo identificare come box to box Leon Goretzka, elemento imprescindibile del Bayern Monaco e della nazionale tedesca.

In genere, nell’impostazione classica di una squadra, il centrocampista box to box è il classico “numero 8”, laddove il “numero 4” è il mediano con compiti di regista e il “numero 10” è il trequartista che opera maggiormente in proiezione offensiva.

È facile trovare, in particolare nel calcio italiano, centrocampisti box to box schierati in posizione di trequartista, in maniera da dare un grande apporto in fase di pressing già sulla trequarti avversaria e offrire maggior corsa e dinamismo alla manovra offensiva.

Uno dei primi esempi in questo senso è stato Simone Perrotta nella Roma di Luciano Spalletti, ma altri esempi sono stati l’avanzamento sulla trequarti di Arturo Vidal nella Juventus con il passaggio da Antonio Conte a Max Allegri oppure nella Roma odierna la posizione assegnata a Lorenzo Pellegrini da José Mourinho.

Addirittura nel Manchester City di Pep Guardiola un classico centrocampista box to box come Kevin de Bruyne, probabilmente il miglior interprete al mondo del ruolo in questo momento storico, opera spesso in posizione di centravanti, unendo quindi le caratteristiche del centrocampista box to box a quelle del falso nueve.

Più raro vedere un centrocampista box to box disimpegnarsi come regista: normalmente le coppie di centrocampo vedono un regista più statico e tecnico affiancato da una mezzala più aggressiva e dinamica, come la coppia Pirlo-Gattuso che ha fatto grande il Milan di Ancelotti e la nazionale italiana di Marcello Lippi.

Nel campionato italiano negli ultimi anni invece abbiamo visto un raro caso di regista box to box: si tratta del francese Jordan Veretout, affermatosi alla Fiorentina e ora perno della Roma di José Mourinho.

Capace di leggere la partita e far correre la palla verso i compagni meglio posizionati, è anche dotato di corsa e capacità di inserimento che lo rendono letale nell’area avversaria. In una squadra in cui opera una sola punta di ruolo supportata da trequartisti che tendono a giocare palla partendo lontani dall’area, un regista basso in grado di riproporsi in area è una chiave offensiva estremamente utile.

Un altro giocatore che sta crescendo in questa direzione, di regista box to box, è Sandro Tonali, che al Milan e nella nazionale Under 21 interpreta il ruolo di regista in maniera estremamente dinamica.