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Meriti sportivi e meriti morali. Meriti, comunque, che rappresentano il massimo riconoscimento per un calciatore. No, non la Champions League. E no, neanche il Pallone d’Oro.

Se chiedete a Franco Baresi quale sia stato l’onore più grande della sua carriera, l’ex capitano del Milan vi risponderà che il 6 rossonero, ritirato in suo onore, vale forse più di tutte le vittorie conquistate con la stessa maglia.

Sì, perché è un segno di riconoscenza. Ed è una riconoscenza eterna. È la certezza d’aver lasciato una traccia concreta: pur nell’assenza, è una presenza costante. Non ce ne sono tantissime di queste storie nel calcio moderno. C’è però chi è riuscito ad andare oltre, a trasformare la propria storia di fede in un racconto da tramandare ai posteri. Per un motivo, per un altro; alle volte tragico, alle volte celebrativo.

Ecco venti numeri ritirati e venti storie diverse. Da prendere ad esempio.

Davide Astori – maglia n°13 Fiorentina e Cagliari

I motivi tragici, appunto. La scomparsa di Davide Astori sconvolse il calcio italiano, in particolare Fiorentina – la squadra in cui militava – e il Cagliari, club in cui aveva giocato per 6 stagioni. In seguito alla sua morte, le due società ritirarono il numero 13, in segno d’affetto, riconoscenza, ricordo. Davide aveva scelto quel numero per l’ammirazione totale nei confronti di Alessandro Nesta.

Piermario Morosini – maglia n°25 Vicenza e Livorno

Una storia di una tristezza incredibile, quella di Piermario Morosini. Centrocampista di Bergamo, cresciuto tra Atalanta e Udinese. Il 14 aprile del 2012, al 31′ di Pescara-Livorno, si accascia a terra e non si rialzerà più. In seguito alla scomparsa, il Vicenza (squadra in cui ha militato per 3 stagioni) e il Livorno, club in cui giocava in prestito dall’Udinese, hanno ritirato la maglia numero 25.

Antonio Puerta – maglia n°16 Siviglia

Una vita al Siviglia, dov’era nato e cresciuto, non solo calcisticamente. Puerta era uno dei prospetti più forti del calcio spagnolo, prima di perdere la vita durante il match con il Getafe, nella prima giornata del campionato del 2007. Arresto cardiaco. Il Siviglia ha ritirato il numero 16. Per sempre.

Marc Foe – maglia n°23 Manchester City

Ancora oggi sono vive le immagini dell’addio di Foe, soccorso da compagni e avversari, deceduto dopo un’ora di tentativi di rianimazione. Foe era un centrocampista originario del Camerun: aveva giocato per Lens, West Ham e Lione. Nel 2002, il passaggio al Manchester City, di cui vestiva la maglia numero 23. Ritirata in suo onore dopo la morte.

Gianluca Signorini – maglia n°6 Genoa

Una vita in campo. Tra Pisa, Livorno, Parma, Roma e Genoa. Signorini con quest’ultima giocò per ben sette anni, collezionando oltre 200 presenze. Iniziata la carriera dirigenziale, scopre di essere affetto da sclerosi laterale amiotrofica, ossia SLA. Dopo la sua morte, nel 2002, la sua maglia numero 6 fu ritirata dal Genoa.

Franco Baresi – maglia n°6 Milan

Sei scudetti, tre Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 3 Supercoppe Uefa, 4 Supercoppe Italiane. Segnò 31 gol, 21 su rigore, 791 presenze e 33 reti in totale. Dal 1977 al 1997 solo in maglia Milan, nella buonissima e nella cattivissima sorte. Il ritiro fu il grande gesto di gratitudine e riconoscenza nei confronti di Franco Baresi, il capitano.

Paolo Maldini – maglia n°3 Milan

La tentazione sarebbe quella di elencare i successi, come per Franco Baresi. Ma Paolo Maldini è stato forse qualcosa in più, perché ha abbracciato due generazioni assolutamente vincenti della storia rossonera. E ha anche il record di presenze: 902, con gli stessi gol di Baresi, 33. Il Milan ha omaggiato il vecchio e il nuovo capitano, togliendo la 3 dalle maglie disponibili.

Aldair – maglia n°6 Roma

Una storia secolare, quella della Roma, in cui Pluto Aldair ha scritto pagine incredibili. Arrivò nel 1990 e andò via nel 2003, conquistando lo scudetto più bello della storia giallorossa, e totalizzando 436 gettoni con 20 gol. La Roma ha ritirato il suo numero e non il 10 di Totti. Nessun retroscena: semplicemente, il Pupone non ha voluto.

Bobby Moore – maglia n°6 West Ham

Altro numero 6 e altro giocatore d’incredibile caratura. Bobby Moore è stato un meraviglioso calciatore inglese, capitano della Nazionale inglese campione del mondo nel 1966 e poi del West Ham. A proposito: nell’agosto del 2008, 15 anni dopo la sua morte, il club britannico ufficialmente ritirò la sua maglia numero 6. Con gli Hammers militò dal 1958 al 1974. Una vita.

Roberto Baggio – maglia n°10 Brescia

La squadra della grande rinascita, quella di Roby Baggio. Arriva nel 2000 dopo un’estate vissuta da disoccupato, va via nel 2004, lasciando definitivamente il calcio. Al termine della stagione, il Brescia ritira in suo onore la maglia numero 10, da lui indossata per le 4 stagioni.

Nicolò Galli – maglia n°27 Bologna

Aveva solo 18 anni, quando Niccolò Galli, mentre tornava a casa dopo l’allenamento, morì in un incidente in motorino vicino al centro tecnico del Bologna. Il Bologna ha deciso di ritirare la maglia numero 27 indossata dal primogenito di Giovanni Galli e di dare il suo nome al Centro Tecnico di Casteldebole. Fabio Quagliarella, compagno di Galli nella nazionale giovanile e suo grande amico, scelse da lì sempre la maglia numero 27. Indossata in tutte le sue esperienze.

Alessandro Lucarelli – maglia n°6 Parma

10 anni al Parma, dove oggi è direttore dell’area prestiti. Con i gialloblù dalla Serie D al ritorno in Serie A dopo il fallimento, ma soprattutto 350 presenze e 22 gol. Il capitano, per eccellenza. Lucarelli vede la sua numero 6 ritirata dal Parma dopo l’annuncio del suo ritiro il 27 maggio del 2018.

Gigi Riva – maglia n°11 Cagliari

Il 9 febbraio del 2005, presso l’aula consiliare del Comune di Cagliari, il sindaco Emilio Floris gli ha concesso la cittadinanza onoraria di Cagliari. Ma Gigi Riva, nato a Leggiuno e cioè Varese, è stato sardo per tutta la vita e lo è ancora oggi. La sera stessa, prima della partita dell’Italia contro la Russia allo stadio allora Sant’Elia, il Cagliari decise di ritirare per sempre la maglia numero 11, la più indossata da Riva, consegnata a sua volta a Rocco Sabato, l’ultimo giocatore rossoblù ad averla indossata.

Giacinto Facchetti – maglia n°3 Inter

Dal 1960 al 1979 all’Inter per Facchetti. E una vita da dirigente. Il 4 settembre 2006, dopo una lunga malattia, salutò questo mondo. E Giacinto Magno, così come lo chiamava Gianni Brera, ottenne l’ultimo regalo dalla sua Beneamata: il ritiro della numero 3.

Javier Zanetti – maglia n°4 Inter

Maggio 2015, l’ultima fatica di Javier Zanetti. Le ultime falcate. E un saluto pieno di lacrime, perché lasciarsi è sempre complicato, a maggior ragione se l’amore non passerà mai. Dopo l’addio al calcio di Pupi, l’Inter ritira la maglia numero 4: l’omaggio che inorgoglisce ancora oggi l’intero popolo nerazzurro, che ha imparato ad apprezzare Javier anche da vice presidente.

Johann Cruyff – maglia n°14 Ajax

Amsterdam, 19 aprile del 2007. L’Ajax rende omaggio al più grande campione che sia passato dai Lancieri. Johan Cruyff, dopo la semifinale di Coppa d’Olanda contro il Waalwijk, vede la sua numero 14 ritirata: un regalo per i suoi 60 anni. La motivazione: “Ha permesso a questo club di acquisire una fama mondiale”.

Pelé – maglia n°10 Cosmos

Dal 1975 al 1977, anche in America. Due anni di show per gli USA, che di Pelé avevano solo visto le gesta in televisione (quando capitava). Si fece promotore del Soccer e arrivò a New York da rockstar. I Cosmos decisero di ritirare la numero 10: nessuno sarebbe stato all’altezza.

Giorgio Chinaglia – maglia n°9 Cosmos

Long John Chinaglia. Che vince uno scudetto storico della Lazio e che a New York diventa il padrone assoluto. Con oltre 200 gol in 7 anni di permanenza. I Cosmos non hanno dubbi: come per Pelé, nessun altro sarà degno di quella maglia lì. Della numero nove.

Sergio Pellissier – maglia n°31 Chievo

Per capire l’amore di Pellissier per il Chievo non bastano i 17 anni di permanenza, dal 2002 al 2019. Basterà solo dire questo: è stato lui far rinascere il Chievo, con altro nome e dalla Terza Categoria, ma con la stessa ambizione. Con il Chievo ha giocato 517 partite e segnato 139 gol. Nessuno come lui. E nessuno più con la 31.

Maradona – maglia n°10 Napoli

Non c’è altro da dire, sennò che la storia per i napoletani non è affatto profano: è ben più sacra del Sacro. Maradona è stato il più forte di tutti e ha vestito la 10 degli azzurri. Nessun altro potrà indossarla per volere popolare, oltre a quello societario. Del resto, se ha anche uno stadio dedicato…