L’Italia, si sa, ha prodotto per generazioni talenti su talenti nel gioco del calcio. Difensori leggendari, attaccanti prolifici, portieri imbattibili e centrocampisti rocciosi che hanno fatto la storia nel rettangolo verde, contribuendo ad arricchire la storia del rettangolo verde.
Ciò che molti ignorano, però, è che l’Italia – fin dal secolo scorso – è stata anche foriera di giacchette nere. Il nostro paese, infatti, ha prodotto anche tra i migliori arbitri della storia del pallone.
A questo proposito, andiamo a vedere chi siano stati i più famosi arbitri italiani di calcio.
La dinastia Lo Bello: Concetto e Rosario
Se c’è una famiglia, in Italia, che fa rima con “arbitro” è senza dubbio quella dei Lo Bello, che da padre in figlio hanno lasciato un’impronta importante nel calcio azzurro.
Concetto Lo Bello, classe 1924 di Siracusa, arriva in Serie A nel 1954 dopo aver arbitrato la pallanuoto, e subito si è affermato con grande autorità, ed è il primo arbitro che tendenzialmente protegge gli attaccanti, concedendo un maggior numero di rigori rispetto ai colleghi e punendo i difensori troppo rocciosi. La sua personalità lo porta ad essere scelto come il fischietto dello spareggio scudetto tra Bologna e Inter del 1964, della Finale Intercontinentale del 1966, di due Finali di Coppa dei Campioni, due Coppe Uefa e una Coppa delle Fiere. Prima di ritirarsi, a metà anni ’70, conta il record attuale di partite dirette in Serie A: ben 328.
Nonostante la pesante eredità, il figlio di Concetto è Rosario Lo Bello, classe 1945, che a poco a poco si afferma quasi e come più del padre nel proscenio della Serie A e del calcio internazionale.
Esordisce in A nel 1975, per poi divenire internazionale nel 1983. Una carriera memorabile anche per lui, che ha condotto numerose sfide scudetto e svariate finali di Coppa Italia, totalizzando 195 gare nella nostra massima serie. A Rosario Lo Bello è accostata una partita storica del nostro campionato: quel Verona Milan del 1989-1990, in cui cacciò ben 4 rossoneri, che in quella domenica di fatto persero lo scudetto a favore del Napoli di Maradona.
Sergio Gonella
Classe 1933 di Asti, Sergio Gonella inizia la sua attività di arbitro in Serie A nel 1964. La sua severità si afferma a partire dalla stagione successiva, quando curiosamente sigla il record di rigori concessi, con 7 penalty fischiati nelle prime sette giornate.
Arbitro duro e imparziale, stimato dall’intero mondo del calcio, viene chiamato ad arbitrare partite internazionali di grande rilievo, come una finale degli Europei Under 21 del 1972, la finale di Supercoppa del 1975 e soprattutto sia la finale dei Campionati Europei tra Cecoslovacchia e Germania Ovest del 1976 che la finale del Mondiale 1978 tra Argentina e Olanda (match, questo, che gli olandesi tutt’ora criticano per una direzione ritenuta “troppo casalinga”).
Pierluigi Collina
Giù il cappello davanti all’arbitro ritenuto unanimemente il migliore della storia del calcio. Pierluigi Collina, infatti, nasce a Bologna nel febbraio 1960 e dal 1991 arbitra in Serie A, distinguendosi per personalità, decisione e serenità.
Diventa internazionale a partire dal 1994, e a poco a poco si merita di poter dirigere alcune tra le sfide che hanno fatto la storia del calcio tra gli anni Novanta e Duemila: basti pensare alla Finale delle Olimpiadi del 1996 tra Argentina e Nigeria, alla Finale di Champions League 1998-1999 (in cui il Manchester United rimonta il Bayern nel recupero), alla Finale della Coppa del Mondo 2002 tra Brasile e Germania e molte altre ancora.
In Serie A è stato protagonista di pagine memorabili della storia del nostro calcio, come quel Perugia Juventus del 1999 in cui – sotto il nubifragio del Curi – i bianconeri persero lo scudetto.
Miglior arbitro del mondo dal 1998 al 2005, ancor oggi è preso ad esempio dai fischietti di tutto il mondo come modello della direzione arbitrale.
Nicola Rizzoli
Dopo l’epoca Collina, si pensava che (almeno a breve termine) nessun altro fischietto italiano si sarebbe affermato in modo esemplare. Invece, Nicola Rizzoli di Mirandola, classe 1971, inizia ad arbitrare in A nel 2001, divenendo internazionale nel 2007. La sua carriera è sfolgorante, tant’è che nel 2010 già dirige la Finale di Europa League tra Atletico Madrid e Fulham, a pochi giorni di distanza dalla direzione della Finale di Coppa Italia tra Inter e Roma (corrispondente al primo capitolo del Triplete di Mourinho).
Nel 2013 dirige la Finale tutta tedesca di Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, mentre l’anno successivo (ricalcando quindi le orme dei già citati Gonella e Collina) diventa il terzo arbitro italiano chiamato a fischiare una Finale di Coppa del Mondo, quella tra Argentina e Germania.
Immenso il suo impegno in Serie A, che a fine carriera conta ben 235 direzioni. Oggi, esattamente come Collina, lavora ancora nel settore arbitrale.
Daniele Orsato
Tra gli arbitri in attività, la menzione va a Daniele Orsato, vicentino di Montecchio Maggiore, classe 1975. Orsato, infatti, si affaccia alla Serie A a partire dal 2006, e nella stagione successiva viene chiamato a condurre alcune gare in Europa.
Il suo stile, sempre attento e preciso, gli fa scalare velocemente le gerarchie dell’arbitraggio sia nazionale che internazionale, tanto che in casa nostra viene chiamato a dirigere uno storico derby romano, finale di Coppa Italia del 2013 (prima di tre finali in cui il veneto verrà designato), e a poco a poco viene chiamato per le gare europee più delicate, sia in Europa League che in Champions, sino ad arrivare alla finale agostana della Champions League 2020 tra PSG e Bayern Monaco. Anno, il 2020, che è d’oro, dal momento che ottiene il riconoscimento internazionale di miglior arbitro del mondo.