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Per tutti coloro che hanno seguito il calcio negli a partire dagli anni ‘80 la disposizione “standard” di una squadra corrisponde quasi sempre al 4-4-2.

Si tratta di un modulo che offre un’ottima copertura del campo in fase di non possesso e che permette di attaccare e difendere con un buon numero di uomini, facilmente praticabile dai giocatori a cui vengono chiesti movimenti abbastanza “basilari”, strettamente legati ai loro ruoli.

Come mai questo modulo ha avuto tanto successo e come mai è stato quasi completamente abbandonato negli ultimi anni?

L’ascesa del 4-4-2

Con l’affermarsi del Calcio Totale olandese le normali disposizioni tattiche delle squadre in uso fino agli anni ‘70 entrarono in crisi, anche a causa del diffondersi delle innovazioni tattiche riguardanti la difesa a zona e il pressing.

In Italia si diffuse quindi la cosiddetta zona mista, uno schieramento in cui il vecchio catenaccio viene adattato ai nuovi sistemi di gioco. Di base vengono schierati 4 difensori, comprendenti il libero e il terzino fluidificante, normalmente a sinistra, e 4 centrocampisti, tra cui si distinguono il mediano arretrato che gioca davanti alla difesa e l’ala tornante sul lato opposto del terzino fluidificante. In attacco quindi al centravanti è affiancata una seconda punta più mobile e che tende maggiormente ad allargarsi sul lato del terzino fluidificante.

Secondo questo schieramento la difesa, ed in particolare lo stopper e il terzino destro, giocavano ancora seconda marcature ad uomo, mentre i centrocampisti utilizzavano marcature a zona fatta eccezione per il mediano arretrato che stava ad uomo sul regista avversario.

In Inghilterra invece prese piede il cosiddetto “Pass and Move” (in contrapposizione al classico “Kick and Rush”), ovvero un gioco ordinato e fluido, in cui la difesa veniva schierata a zona e in linea, con due difensori centrale e due terzini chiamati a portarsi in avanti sulle sulle fasce, Anche lo schieramento a centrocampo divenne simmetrico, con due ali portate a cercare sia il cross che gli inserimenti centrali e due centrocampisti centrali dalle caratteristiche simili, bravi sia a contrastare che a fare gioco. In avanti un centravanti aveva il compito di aprire varchi per gli inserimenti dei compagni mentre l’altro attaccante partiva più arretrato.

Lo schieramento era quindi composto dalle due linee da 4 giocatori di centrocampo e difesa e dai 2 attaccanti. Il gioco era finalizzato a mantenere il possesso palla, giocando a velocità sostenuta per impedire alle squadre di posizionarsi in difesa, e ad ogni giocatore in possesso di palla i compagni dovevano dare almeno due possibilità di passaggio, muovendosi per trovare gli spazi per ricevere il pallone.

Sacchi e la sintesi del calcio moderno nel 4-4-2

Questa prime disposizioni a 4-4-2 vengono rielaborate da Arrigo Sacchi alla guida del Milan sul finire degli anni ‘80. Sacchi chiede ai suoi giocatori molto movimento, in maniera che la squadra cambi praticamente faccia tra la fase difensiva e la fase offensiva: il centrocampo è schierato in linea in fase difensiva, ma in fase offensiva assume una conformazione a rombo, con uno dei due centrocampisti centrali che avanza a supporto degli attaccanti mentre l’altro resta arretrato in copertura.

Le ali giocano sempre sull’esterno, e quando si proiettano in attacco sono spesso supportate anche dai terzini, che sono sempre posizionati leggermente più avanti dei centrali difensivi in maniera da cercare sempre le sovrapposizione in fascia.

Il pressing costante, che parte dagli attaccanti, deve essere sempre portato molto alto, e in generale i movimenti di squadra devono essere sincronizzati al meglio, in maniera da poter effettuare raddoppi e sovrapposizione con efficacia, ma anche per far scattare il fuorigioco, mossa necessaria per giocare con una difesa alta.

Il contropiede non è più una palla recuperata e giocata lunga sull’attaccante, ma una manovra bene organizzata in cui tutta la squadra partecipa alla risalita.

Perché il 4-4-2 è stato progressivamente abbandonato

Grazie alla grandissima qualità e alla disponibilità al sacrificio dei suoi giocatori, il Milan di Sacchi domina e incanta in Europa, e in breve tempo il 4-4-2 di impostazione sacchiana diventa il modulo utilizzato dalla maggior parte delle squadre.

Dopo Sacchi, in Italia la Sampdoria di Boskov vince uno storico scudetto con un 4-4-2 in cui spicca la coppia d’attacco Mancini-Vialli, mentre sempre il Milan macina successi in patria con Fabio Capello che rivede il 4-4-2 di Sacchi in un’ottica più aggressiva.

In Inghilterra diventa una sorta di dogma irrinunciabile, portato al suo apice dal Manchester United di Sir Alex Ferguson, con le ali Ryan Giggs e David Beckham, e dall’Arsenal di Arsene Wenger, ma viene usato pure dal Brasile campione del mondo nel 1994 con Romario e Bebeto in attacco

Il grande punto di forza del 4-4-2 diventa però con il tempo il suo punto debole. Lo schieramento delle due linee a 4 permette di coprire efficacemente ogni zona del campo in fase difensiva, ma se uno degli interpreti non svolge i suoi compiti con tempismo si possono creare dei buchi difensivi molto pericolosi.

Inoltre molti allenatori iniziarono a togliere giocatori dalle linee per piazzare dei trequartisti o delle ali avanzate che stazionavano negli spazi tra difesa e attacco, attirando spesso fuori posizione i giocatori e creando così degli squilibri difensivi.

Verso la fine degli anni ‘90 quindi iniziarono ad essere adottato schieramenti con la difesa a 3, che permettevano di portare più uomini sulle fasce o in posizione di trequartista, oppure a modulare in maniera diversa il 4-4-2, in particolare adottando il 4-2-3-1 che permette di avere sempre uomini a giocare palla tra le linee.

Ad oggi il 4-4-2 viene usato come modulo “rifugio”, quando le cose in una squadra non vanno particolarmente bene e bisogna ripartire dalle basi, con i giocatori chiamati a svolgere compiti “basilari” lavorando sugli automatismi tra i reparti. In genere però poi si preferisce virare su un 4-2-3-1 o un 4-3-3 nel momento in cui è possibile sfruttare al meglio le qualità dei propri giocatori offensivi.

Non mancano però i tecnici che continuano a proporre il 4-4-2 con profitto: Claudio Ranieri ha vinto una storica Premier League alla guida del Leicester con questo modulo, usato con profitto anche nella sua esperienza alla Sampdoria, e Ralf Rangnick ha reso grande il Lipsia proprio con lo stesso schieramento.