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La seconda tranche del “Sunshine Double” ha incoronato Daniil Medvedev, ai danni del nostro Jannik Sinner. Un successo netto, il sesto in 6 incontri del russo contro il giovane azzurro, ma che non rappresenta certo una bocciatura per il nostro. Ecco perché.

Medvedev-Sinner: le chiavi della finale

Con un saldo così netto negli scontri diretti, come inevitabilmente è un 6-0, viene da chiedersi se Medvedev sia o meno imbattibile per Sinner. Non è una domanda corretta da porsi. Come altre discipline, anche il tennis non è una scienza esatta e ci sono troppe variabili in ogni singolo incontro. Non si spiega altrimenti come Medvedev abbia perso nettamente da Alcaraz a Indian Wells e abbia poi vinto nettamente a Miami contro l’unico capace di battere, di questi tempi, lo stesso Alcaraz.

Il fisico e il meteo

La differenza più macroscopica, nella finale di ieri, l’ha fatta il fisico. In questo caso, con tale termine si intende sia la preparazione atletica che la condizione globale dell’atleta. Quando, qualche settimana fa, Sinner aveva dichiarato che gli mancano 2-3 anni per essere fisicamente al pari dei top, non tutti hanno compreso in pieno il significato della dichiarazione. Dopo Miami, forse, il suo senso risulta più chiaro.

Medvedev ha giocato più di ogni altro, in questo primo scorcio di 2023: 32 partite, 29 delle quali vinte. Anche nelle due settimane del Sunshine Double, Sinner e Medvedev avevano il medesimo numero di partite giocate, 10, anche come bilancio (9 vinte 1 persa).

Sinner però ha pagato oltremodo il grande sforzo dell’altra sera contro Alcaraz, a cui va addizionata la situazione meteo di ieri. Nel catino di Miami c’era una umidità altissima e una temperatura percepita di 38 gradi. Ricordiamo infatti che il match è iniziato alle 19 italiane, che corrispondono alle 13 ora di Miami. Un solleone micidiale, che ha svuotato di energie un fisico già provato dall’extra sforzo della semifinale.

A 27 anni, Medvedev ha invece ampiamente terminato il proprio sviluppo fisico ed è atleta compiuto. Un atleta che poi si trova a meraviglia sul cemento-sintetico almeno quanto odia le altre superfici, in particolare la terra battuta.

Il rovescio

La diagonale di rovescio è lo strumento prediletto di Sinner per prendere possesso delle partite, ma si dà il caso che anche Medvedev sia molto forte sulla stessa diagonale. Jannik aveva annunciato alcune varianti per la finale, anche nella consapevolezza di quanto appena detto. Probabilmente nei suoi programmi c’erano molti più appoggi sul dritto, in particolare quello inside-in che peraltro aveva funzionato benissimo contro Alcaraz, per stanare il russo. Purtroppo, però, la mancanza di forza nelle gambe ha depotenziato questa variante tattica.

Le altre varianti

In una situazione di scambi fitti contro un avversario difensivamente molto forte e che stava però a 5-6 metri dalla linea di fondo, la palla corta era un’altra delle opzioni possibili. Il deficit di fiato ha però stravolto anche questa possibile arma, che Sinner ha usato più che altro come fuga da scambi prolungati. E anche la smorzata, anzi in particolare la smorzata, necessita di una elasticità di gambe che ieri al numero 1 italiano mancava completamente.

Come ne esce Medvedev

Poco da dire, poiché se la stagione si giocasse tutta sul sintetico (in particolare indoor), probabilmente Daniil Medvedev sarebbe numero 1 al mondo in maniera abbastanza incontrastatata. Quando è in forma e ne ha voglia, Medvedev sembra impermeabile a tutto: fatica, clima, avversari, pubblico. La brutta notizia per lui è che adesso arriva la stagione sul rosso, la superficie più indigesta per il 27enne. Indigesta non tanto da un punto di vista tecnico, poiché sulla terra battuta ci ha vinto e può sempre tornare a farlo, quanto per attitudine e approccio.

Come ne esce Sinner

Nonostante la sconfitta, Jannik Sinner esce da questo match con tanta consapevolezza in più, e un importantissimo ritorno in top 10 del ranking ATP. Si tratta di un ulteriore step nel percorso di crescita verso il vertice del tennis mondiale. Perché di quello parliamo ed è del tutto inutile girarci intorno: non è questione di capire se Sinner possa vincere una o più prove del Grande Slam, ma di quando ciò accadrà. L’importante è ricordarsi sempre che un percorso è fatto di step, pazienza e lavoro duro. Con tanti saluti alle fameliche dinamiche dei social, per cui conta sempre e soltanto l’oggi.