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Nello sport si parla di decathlon, pentathlon, triathlon e biathlon, cioè di competizioni dove gli atleti si confrontano su un determinato numero di discipline diverse.

Potrà sembrare strano, ma la stessa cosa succede anche nel poker. In effetti, perché limitarsi ad una sola tipologia di poker quando ne esistono tante?

Per soddisfare i cosiddetti “variantisti”, cioè i giocatori che non si accontentano del classico Texas Hold’em, e soprattutto per offrire una forma alternativa di torneo, da alcuni anni i principali tour di poker hanno iniziato ad offrire i cosiddetti Mixed Games. L’esperimento ha funzionato, perché i tornei di Mixed Games sono oggi vivi e vegeti. In particolare alle World Series Of Poker dove mettono in palio braccialetti e premi in denaro molto ambìti.

Ai tavoli di Mixed Games i giocatori si sfidano in discipline pokeristiche diverse, alternandole secondo uno schema prefissato o per scelta dei partecipanti. Vediamo allora quali sono quelli più famosi.

H.O.R.S.E.

L’H.O.R.S.E. comprende 5 tipologie diverse di poker le cui iniziali formano l’acronimo di questo Mixed Game. E cioè: Texas Hold’em, Omaha Hi/Lo, Razz, Stud e Stud Hi/Lo Eight or better.

Ogni variante si svolge per un round, la cui durata è stabilita dall’organizzazione, e tutte adottano il sistema di puntata a limite fisso (Fixed Limit). Gli amanti della “Cadillac del poker“, cioé del TH No Limit, sono avvisati!

L’H.O.R.S.E. ha debuttato alle WSOP nel 2002 con un buy-in da 2.000 dollari. Il gioco è rimasto nel palinsesto per altri due anni, poi nel 2005 è stato stranamente messo in panchina. Per compensare quell’assenza e le comprensibili lamentele degli appassionati, nel 2006 Jeffrey Pollack, WSOP Commissioner, ha proposto un evento di H.O.R.S.E. da 50.000 dollari di buy-in. A vincerlo è stato il leggendario David “Chip” Reese, del quale vi abbiamo raccontato la storia in un altro articolo. Dopo la morte di Reese, il torneo ha assunto il titolo di Chip Reese Memorial Trophy e nel 2010 è diventato il Poker Player’s Championship, giocato però non più con 5 varianti ma come 8-game.

David “Chip” Reese (credits PokerNews)

8-GAME

Il nome dice già tutto. Si tratta di un Mixed Game con 8 varianti di poker che nell’ordine di rotazione sono: 2-7 Triple Draw, Limit Hold’em, Omaha Hi-Lo 8 or Better, Razz, Seven Card Stud, Stud Hi-Lo 8 or Better, No-Limit Hold’em and Pot-Limit Omaha.

Come nel caso L’H.O.R.S.E. ogni variate ha spazio per un round, dopodiché subentra quella successiva.

Sempre parlando di H.O.R.S.E. abbiamo accennato come nel 2006 questo Mixed Game abbia dato vita ad uno dei titoli più prestigiosi e ricchi delle WSOP: il Poker Player’s Championship. Nel 2010 il torneo è diventato un 8-game e ha incoronato Michael Mizrachi come primo vincitore. Il grande professionista americano ha poi stabilito un record tuttora imbattuto: altre due vittorie (2012 e 2018) per un triplete clamoroso.

Tra gli altri vincitori del PPC, troviamo Freddy Deeb, Scotty Nguyen, Brian Rast e Daniel Cates, questi ultimi due capaci di fare il bis. Clamoroso il back-to-back di Cates che ha vinto il PPC nel 2021 e nel 2022.

Dan Cates (credits PokerNews)

BIG BET MIX

Nel Big Bet Mix entrano solo le specialità a forte contenuto adrenalico, quelle cioè che consentono tanti all-in! Niente giochi con puntate Fixed Limit, solo specialità adatte al No Limit e al Pot-Limit. Ma quali?

A dire il vero non esiste una codifica ufficiale perché il Big Bet Mix varia a seconda delle scelte degli organizzatori. Alle WSOP, ad esempio, il titolo comprende 7 discipline: Big O, No Limit Hold’em, No-Limit 2-7 Lowball Draw, Pot Limit Omaha Hi/Lo 8 or better, No-Limit 5-Card Draw High, Pot Limit Omaha e Pot-Limit 2-7 Lowball Triple Draw.

I Poker Masters propongono invece questo Mixed Game con solo tre giochi: No-Limit Hold’em, Pot-Limit Omaha e No-Limit 2-7 Lowball Draw. In qualche altra kermesse (ad esempio le Lone Star Poker Series) fanno la loro comparsa anche il Badugi e il Texas Hold’em Pineapple.

L’elemento comune è la rotazione fissa delle varianti, come nei Mixed Games fino a qui elencati.

Il Big Bet Mix ha debuttato alle World Series Of Poker nel 2017 e da allora ha sempre fatto parte del programma, compresa l’edizione di quest’anno.

DEALER’S CHOICE

Letteralmente “A scelta del dealer”. Come si intuisce, questo tipo di evento interrompe la serie di Mixed Games con sequenza prestabilita dei giochi.

Nel Dealer’s Choice sono i giocatori a scegliere quale variante giocare. Di solito la scelta è affidata al giocatore in posizione di bottone (cioè ha il dealer’s button davanti) che decide il tipo di poker e per quante mani giocarlo. Il massimo normalmente è un’orbita, cioè un giro intero del tavolo terminato il quale la scelta passerà ad un altro giocatore. Se al tavolo ci sono 8 partecipanti, l’orbita equivale a 8 mani.

Per quanto riguarda la selezione dei giochi, questo dipende dall’organizzazione. Alle WSOP ci sono potenzialmente 20 varianti tra le quali scegliere e comprendono tutte le forme di Hold’em, di Omaha, di Stud+Razz, tre Triple Draw, il Badugi e il Badeucy che è un mix di Badugi e 2-7 Triple Draw.

Il Dealer’s Choice è forse il Mixed Game più particolare anche per la sua struttura molto adatta ad un home game da intrattenimento. In realtà si tratta di un gioco complesso che aggiunge un aspetto strategico al poker: la possibilità di scegliere la variante in base alle proprie skills, stack o situazione del torneo.

C’è chi lo ama e chi invece non ci si avvicina, ma rimane il fatto che dal 2014 ad oggi il Dealer’s Choice fa parte delle WSOP. E poi ci sono le preferenze personali sulle varianti da scegliere, come si può vedere in questo video di PokerNews:

Immagine di testa credits PokerNews