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L’European Poker Tour di Montecarlo è ufficialmente in archivio.

La vittoria di Mike Watson nel torneo più importante, il Main Event, ha chiuso la kermesse regalando grandi emozioni agli appassionati di poker. E non solo dal punto di vista tecnico – Watson ha giocato in maniera impeccabile – ma anche perché quella vittoria ha catapultato il canadese nella ristretta cerchia dei giocatori (Victoria Coren Mitchell e Mikalai Pobal) capaci di vincere due volte il Main Event EPT.

Ma la kermesse ha offerto tanti altri tornei interessanti, alcuni dei quali hanno avuto per protagonisti i giocatori italiani. Vediamo allora come si è comportata l’Italia del poker nel Principato.

Michael Watson (credits PokerNews9

GLI ITALIANI AL TAVOLO FINALE

Gli italiani a premio nell’EPT di Montecarlo sono stati davvero tanti. D’altra parte l’Italia è stata il secondo Paese più rappresentato alla manifestazione (circa il 15%) dopo la Francia, vuoi per la vicinanza geografica vuoi per un fattore legato alla tradizione. Quello che però ci piace evidenziare in questo spazio, è il gran numero di “azzurri” che hanno raggiunto un final table.

In un precedente articolo ci eravamo fermati alla prima settimana di tornei, durante la quale si erano distinti Federico Palo, Walter Treccarichi, Alfonso Simone, Salvatore Camarda, Andressa Villatore, Paolo Boi, Marco Regonaschi e Candido Cappiello. Ma la caccia del Belpaese al final table non si è fermata lì.

Nell’EPT Mystery Bounty da €2.000+1.000 di buy-in Fabio Peluso si è piazzato 9°, mentre il grinder sardo Andrea Crobu ha raggiunto la 6a posizione.

Buone notizie arrivano anche dal NLH Freezout Hyper Turbo (€1.050 di ingresso) dove Simone Andrian, già vincitore di un braccialetto WSOPE nel 2021, ha chiuso 4°.

Proseguiamo con il 5° posto di Antoni Besiana nel 1.100+1.000 euro Hyper Turbo Knockout.

L’onnipresente – e assiduo frequentatore di final table – Claudio Di Giacomo ha sfiorato il colpo grosso nell’evento €1.100 NLH. L’attuale n.18 della All Time Money List italiana si è arreso solo in heads-up al canadese Peter Moore, per un argento che vale €52.000. Sempre nello stesso torneo, Alessandro Righetti ha conquistato la 7a piazza. Lo stesso Righetti ha poi ottenuto un ottimo “bronzo” nel 6-handed NLH da 2.100 euro di buy-in, davanti a Dominik Nitsche e dietro a Davidi Kitai.

Il colpo grosso è invece riuscito a Stefano Pizzuti che si è aggiudicato il Mystery Bounty da €1.500+500 di buy-in. Il runner-up dell’IPO 2019 ha battuto il francese Jonathan Khalifa, incassando un primo premio da 88.050 euro. Presenti anche Marcello Miniucchi (4°) e Alessandro Pichierri (8°). Luca Marchetti è stato invece il bubble-man del final table (10° posto per lui).

Marcello Miniucchi (credits PokerNews)

Igor Saia è stato invece il secondo italiano (dopo Treccarichi) a trovare la via del final table in un evento non-Texas Hold’em. Saia è infatti arrivato 4° nell’H.O.R.S.E. da 550 euro di buy-in.

Emin Agaev si è distinto nell’Hyper Turbo Knockout Freezeout (€1.100 + 1.000 NLH) con un 4° posto che vale ancora di più se si considerano gli avversari presenti: Maria Ho, il campione del mondo 2014 Martin Jacobson e il vincitore del ME FPS di Montecarlo 2022, il brasiliano Lucas Scafini.

Il n.1 italiano, Dario Sammartino, ha faticato in questo European Poker Tour. Nel Main Event è arrivato 117°, un buon risultato ma forse non soddisfacente per Madgenius. Sammartino ha così aggiunto al suo curriculum anche un 9° posto nel 2.200 euro NLH Deep Stack.

Infine non possiamo fare a meno di ricordare le peformance di Nicola Grieco (13°) e Leonardo Patacconi (25°) nel Main Event EPT: il final table non è arrivato, ma due deep run di questo tipo hanno un valore a se stante!

MANI DA RICORDARE

A proposito di Main Event, il torneo principale della manifestazione era ovviamente quello più atteso. In particolare dagli spettatori che hanno potuto beneficiare della diretta in streaming e che di sicuro non sono rimasti delusi dallo show.

La volata per il titolo ha infatti offerto numerose giocate memorabili e noi ve ne proponiamo tre.

La femme fatale

Non c’è ombra di dubbio che Mike Watson abbia giocato alla grande il Main Event EPT e si sia quindi meritato la vittoria finale. Tuttavia, come sempre accade nel poker, senza un pizzico di fortuna è difficile arrivare fino in fondo. Nel caso di Watson, però, quel pizzico è diventato una manciata bella grossa e ha avuto la forma di una… femme fatale!

L’azione si svolge al Day4 e Watson finisce ai resti contro il player francese Jose Astima nel più classico dei coin flip. Il canadese ha infatti Q♠Q♦ mentre Astima mostra A♥K♠. A carte scoperte è un 57% vs 43%, ma il francese ribalta subito la situazione, grazie a un flop che porta 5♣K♥3♣. La top pair centrata sulle prime tre carta manda Astima in netto vantaggio, 91% vs 9%. Il turn è un A♦ che consegna la doppia coppia al francese, ma questo è ininfluente perché comunque Watson già al flop poteva contare solo sul set di Donne. Cambia solo la probabilità di trovare la terza Q che adesso è scesa al 5%. Il river fa il miracolo per il canadese: Q♥, donna di cuori e chi altrimenti?

Jason Wheeler (credits PokerNews)

Il check-back del torneo

Uno dei protagonisti del final table è stato senza dubbio Jason Wheeler. Lo statunitense (4,7 milioni di dollari vinti in carriera e un braccialetto WSOP in bacheca) sa come dare spettacolo al tavolo, sia quando si tratta di duellare a parole (a Montecarlo soprattutto con Nicola Grieco) sia quando c’è da fare una grande giocate con le carte. Noi preferiamo la seconda abilità.

Siamo a 13 left e Wheeler apre a 90k da early con in mano A♥10♣. Chiamano Nicola Grieco in posizione da cutoff e Leonard Maue che difende il big blind. Scende il. flop: A♣10♠2♠. Dopo il check del tedesco, Jason Wheeler c-betta 110k dall’alto dell’ottima doppia coppia centrata. Grieco si chiama fuori, Maue invece chiama. La quarta carta del board è un 7♥: l’americano punta altre 350.000 chips che però non schiodano il tedesco. Il river porta un 7♦. Maue fa check per l’ultima volta. Wheeler ci pensa un po’, osserva l’avversario e alla fine annuncia un check-back che a carte coperte sembra strano. E invece ha ragione, perché il suo avversario ha chiuso fullhouse al river con A♠7♠ in mano e ha tentato di intrappolare lo statunitense.

E’ il check-back del torneo” dichiara Jason Wheeler al termine dell’action. Difficile dargli torto.

Non ti fidar di me se il “fior” ti manca

Altra azione presa al Day5, quando in gara ci sono ancora 11 giocatori. Il giocatore di Israele Ori Hasson apre da utg a 100.000 con K♠K♥ e trova i call di Leonard Maue da utg+1 con Q♠J♠ e di Arnaud Enselme da BB con 9♦6♦. Il flop si presenta così: 8♣7♣2♣. Enselme checka. Hasson ne approfitta per puntare altre 135mila chips che induce Maue al fold. Il francese invece chiama e fa scendere un pericoloso A♣ al turn. Entrambi i giocatori optano per il check. Il board diventa mono-fiori con un 9♣ al river. A questo punto Enselme esce puntando 240.000 chips, poco meno di metà piatto e ottiene il fold dell’avversario che non sa di avere uno split pot.

Secondo voi Maue avrebbe dovuto puntare al turn?

Immagine di testa: Claudio Di Giacomo (credits PokerNews)