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La quinta volta non si scorda mai.

Ed è così che Federica Pellegrini sta affrontando la sua (probabilmente) ultima Olimpiade, con tutta la consapevolezza di chi sa di avere ormai scritto pagine irripetibili della storia del nuoto azzurro e mondiale, ma anche l’euforia e la speranza di poter ancora dire la sua in vasca anche in quel di Tokyo.

Riviviamo insieme i momenti più epici della sua lunga carriera olimpica, in attesa di scrivere poi il capitolo conclusivo.

L’esordio con il botto: l’argento di Atene 2004

Il nuoto femminile azzurro alle Olimpiadi non era certo stato fautore di grandi gioie fino a quel momento. Per trovare l’unica medaglia italiana bisogna guardare al mito di Novella Calligaris, capace nel ’72 di portarsi a casa un argento e ben due bronzi.

E anche ad Atene nel 2004 la pattuglia femminile non si presenta certo con grandi ambizioni, fatto salvo una giovanissima sedicenne veneta di grande talento, ma ancora molto acerba per un palcoscenico del genere. O almeno così si pensava fino a quella semifinale nei 200 metri stile libero, che la vede segnare il miglior tempo in assoluto e presentarsi tra le favorite alla finalissima.

Lei pur alle prime esperienze, si comporta già da grande campionessa: nella corsia centrale domina le sue rivali principali, tra cui Franziska van Almsick (la tedesca era il suo mito all’epoca) e la francese Solenne Figues. Concentrata e determinata come non mai, Federica arriva davanti a tutte le sue dirette avversarie. Peccato che in corsia una, lontana dai suoi radar, la rumena Camelia Potec azzecca la gara della vita e tocca due centesimi prima aggiudicandosi l’Oro Olimpico.

Ma il sorriso sul secondo gradino del podio della Pellegrini, la dice lunga su quanto questo risultato possa essere meraviglioso per la nuotatrice veneta e per tutta la nazione visto che è la prima medaglia femminile nel nuoto dopo 32 anni. E l’età lascia presagire che siamo solo all’inizio.

Sul tetto del mondo: Pechino 2008

Sono passati solo quattro anni da quell’esordio incredibile, ma le cose non potrebbero essere più diverse per Federica Pellegrini. Ora è lei la migliore del mondo, la donna da battere nella disciplina regina dei 200 metri. Lo aveva dimostrato già durante i Mondiali dell’anno precedente, dove in semifinale si era tolta la soddisfazione di battere il Record del Mondo (sempre del suo mito, la van Almsick), salvo poi cedere in finale alla Laure Manaudou che gli strappa quello stesso Record mondiale a ventiquattro ore di distanza.

Poco male però, perchè a Pechino la francese non è presente e la Fede nazionale ci tiene a mettere subito in chiaro chi è la più forte già dalle batterie, dove piazza la zampata con il nuovo Record del Mondo. In semifinale dimostra ancora una volta il suo totale controllo, limitandosi a una buona qualifica con il terzo tempo.

Poi la gara della vita. La Pellegrini trascina tutte le avversarie della finale in una sfida che non si era mai vista, con tutte e tre le atlete sul podio che fanno meglio del record mondiale precedente. La più avanti di tutte però è proprio lei, che con 1:54:82 segna il tempo più veloce del mondo e si mette al collo la prima medaglia d’Oro femminile del nuoto Olimpico italiano.

Per la cronaca, negli 800 metri sempre stile libero arriva anche un’altra medaglia azzurra, quella di Alessia Filippi. A significare quanto la Pellegrini abbia dato stimolo a tutto il comparto del nuovo azzurro, illuminando schiere di ragazzine che ci ritroviamo poi in vasca anche oggi ad altissimi livelli.

Londra 2012: la grande delusione

Per l’ormai “Divina” Pellegrini siamo all’apice della sua carriera in vasca. Tra un’Olimpiade e l’altra si è confermata regina conquistando due mondiali consecutivi sia nei 200 che nei 400 stile libero, facendo il bis anche negli Europei oltre a ritoccare ulteriormente il suo stesso record del Mondo.

Federica si presenta quindi a Londra non solo con tutti i favori del pronostico, ma anche con la consapevolezza di essere la più forte in assoluto. Purtroppo però, la spedizione azzurra del nuoto a queste Olimpiadi, sarà una delle più disastrose in assoluto.

All’atto pratico si torna a casa senza medaglia alcuna, con la Pellegrini incapace di andare oltre un quinto posto (sia nei 200 che nei 400). L’impressione è che qualcosa non abbia proprio funzionato a livello generale, tanto che sono in molti a sollevare dubbi sulla stessa preparazione atletica per l’evento.

Non a caso proprio la Pellegrini arrivava alla manifestazione dopo il divorzio con il suo preparatore, Philippe Lucas, e un tormentato rapporto con ben tre preparatori diversi prima delle Olimpiadi che la costrinse poi a tornare sui suoi passi e affidarsi di nuovo alle cure del francese.

Rio 2016: ad un passo dal sogno

La Pellegrini è ormai una leggenda del nuoto mondiale e con questa quarta Olimpiade cerca una medaglia che andrebbe ad arricchire una bacheca che ormai ha già riempito di tutti i trofei possibili.

I suoi tempi in vasca lunga sono lontani da quelli del Record del Mondo che nessuna è ancora riuscita a strapparle, ma nelle semifinali dei 200 lei è ancora lì, a ridosso delle favorite, la svedese Sjostrom e soprattutto l’americana Ledecky. Si presenta in finale con il terzo tempo e tanta voglia di fare bene. Ma sarà una cocente delusione.

Le due rivali in effetti si giocano la volata per la medaglia d’Oro come previsto, ma alle loro spalle tra l’italiana e il bronzo si inserisce l’australiana McKeon che piazza la zampata vincente e lascia alla nostra Federica la medaglia di legno.

Una delusione davvero pesante, tanto che la Pellegrini non solo rinuncerà poi a gareggiare nei 100 metri, ma lascerà anche tutti di stucco parlando di un suo probabile ritiro da lì a poco.

Tokyo 2020: la quinta Olimpiade

Per fortuna di tutti, non era vero. A mente più fredda l’analisi di quella sconfitta passava più per qualche problema fisico (a suo stesso dire causato da un errore nella programmazione del ciclo più che a un calo mentale) e la voglia di riscatto era decisamente più alta di quella di abbandonare tutto.

Morale, la Divina Pellegrini si ripresentò in vasca vincendo l’Oro nei due successivi Mondiali (a Budapest e a Gwaingju) e ora si appresta a disputare la sua quinta Olimpiade, che come detto è la prima forse dove non ha davvero più nulla da dimostrare a nessuno, se non a se stessa.

Nella storia è già entrata da tempo e il suo nome è tra quello delle più grandi nuotatrici di sempre. Ora non resta che sperare nella ciliegina finale, quella medaglia olimpica che sembra quasi stregata dal 2008 in poi. Ma anche non arrivasse, lunga vita alla Regina.