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Non c’è tregua né pace per i due titoli di calcio virtuali più famosi, usciti di recente con modifiche importanti rispetto al passato.

Parliamo ovviamente di FIFA22 targato EA Sports e di eFootball, il sostituto dello storico PES prodotto da Konami.

Come ormai è noto, la release di quest’ultimo è stata un fiasco totale. Il publisher nipponico si è pubblicamente scusato con la community degli appassionati, adducendo a propria discolpa il fatto che eFootball è, almeno per ora, una demo.

Una specifica, questa, che non era stata fatta in maniera chiarissima prima del lancio ma che in molti avevano presagito. Adesso è ufficiale.

Alla parole Konami ha fatto seguire anche qualche fatto. Nell’aggiornamento del 7 ottobre il publisher nipponico ha messo mano ad alcuni bug. In particolare ai movimenti dei giocatori che erano poco fluidi e al problema dei contrasti non affidabili.

Ma il programma di implementazione per rendere migliore il gameplay non si ferma qua, ha dichiarato Konami: il nuovo eFootball sarà completo e performante prima dell’inverno, in vista dello start della stagione agonistica.

Insomma, per un eFootball giocabile c’è ancora speranza.

Photo Illustration by Rafael Henrique/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

Situazione opposta sul fronte di FIFA22 che, rispetto al competitor, ha avuto un esordio molto migliore ma che adesso si trova ad affrontare alcuni grossi problemi.

Il primo e forse più corposo è quello del nome che il prossimo anno quasi sicuramente dovrà essere cambiato. La ragione è semplice: la Fédération Internationale de Football Association (FIFA) vuole più soldi per concedere al publisher l’utilizzo del marchio.

Oltre un miliardo di dollari ogni 4 anni sarebbe l’ammontare chiesto dalla federazione calcistica, stando a quando riportato dal New York Times. L’ultimo accordo è stato siglato nel 2012 con durata di 10 anni e scadrà subito dopo i prossimi Campionati del Mondo in Qatar (dicembre 2022). Per Electronic Arts la scelta è tra accettare il rialzo o prepararsi a battezzare un nuovo titolo per il prossimo anno.

Il publisher americano per ora non si sbilancia troppo, anche perché in ballo ci sono i diritti sul brand della federazione e dei mondiali, ma non su club, giocatori e stadi. Cam Weber, general manager di EA Sports, ha infatti dichiarato: “Stiamo esplorando l’idea di rinominare il franchise calcistico. Ciò significa che stiamo rivedendo il nostro accordo sui diritti di denominazione con la FIFA, che è separato da tutte le altre nostre partnership e licenze ufficiali in tutto il mondo del calcio”. (fonte traduzione esportsmag.it)

Di fatto EA Sports ha già registrato un nuovo marchio, Ea Sports FC, che a questo punto potrebbe essere il nome del videogioco calcistico a partire dal 2023.

Sulle ragioni dello strappo, oltre a quella puramente economica, pare esserci anche la volontà da parte della federazione di diventare protagonista diretta nel mondo videogame calcistici. La FIFA ha espresso il proprio punto di vista in un comunicato dove si legge che “il futuro del gioco e degli eSport per gli stakeholder del calcio deve coinvolgere più di una parte che controlla e mantiene tutti i diritti“. (fonte serieanews.com)

Rumors di settore parlano di contatti con altri publisher (tra questi Epic Games) e di un nuovo brand dal sapore “elettronico”: Fifae.

Oltre al problema del futuro nome del titolo calcistisco, per Electronic Arts rimane aperto il capitolo delle loot box di FIFA Ultimate Team (FUT). L’accusa di istigazione al gioco d’azzardo mossa da molti Paesi è ancora là. Tutti si sono accorti che la modifica apportata in FIFA22 è solo un paravento e non una soluzione.

Il sistema dell’anteprima del “pacchetto” di carte (la loot box) rischia di non essere per nulla efficace. Al contrario, potrebbe aumentare la voglia di fare acquisti. Se non c’è nulla di interessante nel pacchetto, per avere l’anteprima di un altro bisogna aspettare 24 ore, oppure comprare il precedente. In quanti sono disposti ad aspettare così tanto tempo per rinforzare il proprio team?

Di fronte alle nuove accuse di gambling, provenienti soprattutto dal Regno Unito, Chris Bruzzo, EA Chief Experience Officer, ha risposto: “I bambini non dovrebbero spendere soldi reali nel nostro gioco. I bambini non dovrebbero spendere in FIFA. Quando sento parlare di un minore che ha speso troppo tempo o troppi soldi in FIFA, mi addolora. Noi non lo vogliamo e non stiamo costruendo il gioco per questo. Questi eventi mi spingono a incoraggiare ancora di più il parental control e a investire per aumentare la consapevolezza dei genitori sulla necessità di controllare le transazioni dei propri figli, non solo nel nostro gioco, ma in tutti i giochi“. (fonte traduzione esportsmag.it)

Parole forti ma che, ancora una volta, non indicano nessuna soluzione da parte di EA. Le loot box rendono troppo.

Immagine di testa by Getty Images