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Lo straordinario entusiasmo che ha colto buona parte della tifoseria giallorossa all’indomani dell’annuncio, peraltro piuttosto sorprendente, dell’approdo sulla panchina giallorossa di José Mourinho, potrebbe sparigliare le carte in vista della nuova stagione ormai alle porte. Ma Roma è una piazza dove è necessario dimostrare attaccamento alla maglia, oltre che risultati, e il mercato capitolino dovrà tenere conto di tutti i fattori. 

Effetto Mou

Sono in molti a indicare l’allenatore portoghese come il personaggio che serviva in un ambiente come quello della Roma che aveva probabilmente bisogno di una scossa. 

Istrionico, carismatico, con quella carica che anche all’ombra del Colosseo è venuta fuori nella sua prima conferenza stampa dove ha parlato di programmazione a medio e lungo termine, quella che non hanno le squadre che vincono e poi non riescono a pagare gli stipendi.

Non sono in pochi, ovviamente, ad aver letto in queste dichiarazioni, una frecciatina ai campioni d’Italia dell’Inter, la squadra del suo triplete, dichiarazioni atte con ogni probabilità a rompere quel filo rosso che in questi anni non è mai mancato tra la tifoseria nerazzurra e lo “Special One” e a dichiarare, a suo modo, il suo nuovo amore per i tifosi giallorossi. 

Come giocherà la Roma

Non è un segreto che l’allenatore portoghese ami fare il camaleonte rispetto all’avversario che si trova davanti. 

Le ultime stagioni non hanno prodotto ciò che le tifoserie di Manchester United (per il secondo anno della gestione Mourinho) e Tottenham, si aspettavano dal portoghese e in questo senso i detrattori del neo allenatore giallorosso, hanno dato fiato alla propria bocca, qualcuno di essi a ragion veduta. 

Chi prende Mourinho, sa che prende tutto il corredo completo e, anche per questo, l’entusiasmo nella Capitale è alle stelle.

Ma se vogliamo entrare in profondità, come giocherà la Roma la prossima stagione?

Intanto vi è da analizzare il fatto che l’impegno europeo non è minimamente paragonabile a quello degli anni precedenti, visto che la Roma non sarà presente né in Champions e nemmeno in Europa League, ma dovrà vedersela con avversari meno nobili nella neonata Conference League

Sono in molti a pensare che questo possa essere lo scenario ideale, visto che le partite di Conference potranno essere utilizzate per dare la possibilità a tutta la rosa di immedesimarsi negli schemi dello staff tecnico, senza dover aspettare troppo tempo prima di assaggiare il campo.

Non è un mistero nemmeno che il modulo di riferimento sarà il “Mourinhano” 4-2-3-1, ma nella sua permanenza al Tottenham abbiamo visto il portoghese adattare la squadra anche in relazione al risultato, come accadeva, peraltro, anche con l’Inter, soprattutto se il punteggio non era favorevole. 

Il rientro di Zaniolo a pieno ritmo è ovviamente il fattore che potrebbe cambiare le cose a favore della Roma, rimane da capire in quale parte del campo verrà schierata la giovane stella. 

Per adesso uno dei pochi inamovibili sembra Dzeko, la punta che sembra fatta apposta per il gioco della Roma che verrà.

I tre dietro la punta, stando così la rosa, sarebbero lo stesso Zaniolo, Mkhitaryan e Pellegrini, quando rientrerà a pieno organico, ma appare palese che gente come Pastore, Diawara, Villar e, soprattutto, El Shaarawy, potrebbero ricoprire un ruolo importante nello scacchiere giallorosso, mercato in uscita permettendo. 

I due davanti alla difesa saranno Veretout, anch’egli pedina insostituibile e reduce da due stagioni notevoli e uno tra Cristante e lo stesso Villar, che rappresenta un vero e proprio Jolly a centrocampo. 

Il rebus è la difesa, nella quale troveranno posto con ogni probabilità Mancini e Smalling come centrali, mentre, per la prima parte della stagione, Mourinho dovrà fare affidamento su Vina o Calafiori a sinistra, in attesa del rientro di Spinazzola, anche se per quest’ultimo si fanno insistenti le voci di una trattativa con alcuni team esteri.

Uno dei candidati sulla fascia destra, è invece Karsdorp, ma è proprio sui terzini che sembra essere rivolto il mercato giallorosso. 

Il mercato in entrata: da Xhaka ad Azmoun

L’oggetto dei desideri dei tifosi romanisti è ormai da settimane lo svizzero Granit Xhaka, per una trattativa che pare essere in vista del traguardo. 

Sarebbe il terzo colpo importante della società, che ha da prima accontentato il suo allenatore, portando a Roma il portiere portoghese Rui Patricio e poche ore fa dovrebbe aver concluso l’affare Matias Vina, da tutti considerato come il perfetto sostituto di Spinazzola sulla fascia sinistra. 

In caso di arrivo a Roma, l’elvetico sarebbe il compagno ideale di Veretout nei due in mediana, liberando così un posto a Villar che a quel punto potrebbe essere impiegato in una posizione più avanzata. 

Anche Cristante ha dimostrato di poter giocare in ruoli diversi, visto che l’anno scorso, quando Smalling rimase fuori per parecchio tempo, ricoprì più di una volta il ruolo di centrale difensivo, seppur con alterni risultati.

Per il versante offensivo, il nuovo General Manager della Roma, Tiago Pinto, ha provato in tutti i modi a regalare a Mourinho l’attaccante iraniano Sardar Azmoun, che sembra però essersi accordato con il Bayer Leverkusen per una cifra alla portata delle casse giallorosse. 

Il trasferimento dallo Zenit alla Bundesliga, sembrerebbe essere stato chiuso sulla base di 20 milioni di €, una cifra che anche la Roma avrebbe messo sul piatto, ma la scelta del giocatore è risultata probabilmente decisiva. 

Un peccato per lo staff tecnico di Mourinho, che sperava di avere una punta con caratteristiche diverse rispetto a quelle di Dzeko e Borja Mayoral. 

Non sono sfumate del tutto le speranze di avere il Gallo Belotti dal Torino, ma, nel caso in cui sfumasse definitivamente anche questa ipotesi, Pinto potrebbe ripiegare su Eldor Shomurodov, che costa decisamente di meno, 7 milioni a fronte degli oltre 35 milioni della punta granata.

Tanta carne al fuoco, insomma, per una squadra che ha bisogno di più di un ritocco, ma che può ambire a traguardi davvero interessanti.