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La vera e propria rivoluzione che ha messo a ferro e fuoco buona parte delle panchine delle squadre che lottano per la Champions League, non ha risparmiato nemmeno il Napoli, che ha accolto Luciano Spalletti per la stagione 2021/2022.

Cosa trova e cosa porta Spalletti

Il Napoli esce dalla gestione Gattuso con una delusione arrivata al termine di una stagione che ha visto la squadra partenopea salire e scendere dall’altalena in maniera impressionante. 

Diciamo subito che buona parte della tifoseria azzurra, avrebbe sperato in un cambio di rotta da parte della dirigenza verso lo staff tecnico, ben prima della nefasta conclusione della stagione terminata poco prima del trionfo della nostra nazionale agli europei.

L’allenatore calabrese ha sempre goduto della fiducia di ambiente e tifosi soprattutto sotto il punto di vista della statura umana, ma erano in tanti a pensare che a Gattuso mancasse quella illuminazione nei momenti topici dei match, necessaria a raggiungere l’obiettivo della Champiosn League, peraltro sfuggito all’ultima giornata di campionato. 

Ciò che trova Spalletti è senz’altro una squadra di livello piuttosto alto, che può mirare, in una stagione che regalerà parecchie sorprese, a qualcosa di più che al quarto posto. 

Tutte le sorelle, decidete voi quante e quali, che concorreranno per il titolo di Campione d’Italia, hanno dei punti di forza e di debolezza, che, utilizzati come addendi di una somma algebrica tutta da concepire, possono dare vita ad uno dei campionati più equilibrati degli ultimi tempi. 

Ciò che invece Spalletti porterà, sarà certamente quell’entusiasmo che è stato spesso l’ingrediente principale delle stagioni precedenti dei figli del Vesuvio, o almeno di quelle positive, a cui va aggiunta quella solidità tecnica che il tecnico di Certaldo ha dimostrato di poter trasmettere a tutte le squadre che ha allenato, da Empoli, passando per Udine, Roma e infine Inter. 

Difesa: Koulibaly, i partenti e la Coppa d’Africa

Bisogna innanzitutto risolvere il problema del portiere titolare, visto che uno dei crucci della passata stagione, fu proprio il dualismo tra Alex Meret e David Ospina, troppo spesso alternati l’uno con l’altro, al netto degli infortuni. 

Le gerarchie, anche in relazione al valore di mercato, direbbero Meret e comunque, a prescindere dalla scelta del caso, la sensazione è quella che Spalletti punterà pesantemente su uno dei due, anche per dare maggiore sicurezza a un reparto difensivo che ruota tutto intorno alla conferma di Kalidou Koulibaly

Il perno del reparto arretrato napoletano è il peggior patema che assilla il nuovo allenatore, anche perché non sono poche le voci che lo vogliono lontano da Napoli. 

La rosa perde Hysaj per fine contratto, accasatosi alla Lazio e Maksimovic, anche lui a fine corsa con il suo contratto e in questo momento ufficialmente senza squadra.

Dopo l’ottimo europeo, hanno ripreso quota le azioni di Giovanni di Lorenzo, 27enne terzino destro, che mira a disputare una stagione da titolare puro, senza l’assillo del fiato sul collo di qualsivoglia concorrente. 

Da valutare in fase di ritiro pre-campionato i ritorni di Malcuit, che potrebbe dare una mano a destra al posto del partente albanese e Luperto, centrale difensivo che potrebbe tornare utile al Napoli nel momento in cui, dal 9 gennaio al 6 febbraio del prossimo anno, il senegalese Koulibaly sarà occupato in Coppa d’Africa. 

Completano il reparto Rrahmani, Mario Rui e Ghoulam del quale sarà necessario valutare le condizioni.

A centrocampo fuori Bakayoko, troppe incognite

Quella precedente non è stata certo una stagione da ricordare quella di Bakayoko, troppo discontinuo per un centrocampo che, per fisicità, aveva bisogno di muscoli per supportare il lavoro di gente come Insigne, Fabian Ruiz, Lozano e, quando ha giocato, Mertens

L’impatto fisico è stato spesso un problema per gli uomini di Gattuso, costretti sovente a perdere duelli con la mediana avversaria, che nel calcio moderno rinuncia raramente ai kilogrammi in quantità. 

Sembra presentarsi lo stesso problema anche alla vigilia di questa stagione, visto che troverà maggiore spazio Diego Demme, non certo un marcantonio, che proverà a dare equilibrio ad un reparto dove Fabian Ruiz, Piotr Zielinski ed Eljiif Elmas hanno tutti spiccate propensioni ad offendere. 

Lo stesso Politano, altro sgusciante giocatore offensivo, non garantisce quell’onda d’urto, la mancanza della quale potrebbe creare qualche problema a Spalletti. 

Manca almeno un centrocampista che garantisca quella copertura e quel filtro che sono necessari per non far venire il mal di testa ai centrali di difesa ogni qual volta il Napoli perde palla in fase di manovra e sulla trequarti. 

Il rientro di Zinedine Machach, dopo l’esperienza al VVV-Venlo, è tutto da scoprire ma sembra difficile che arrivi proprio con Spalletti la fiducia e l’esplosione di questo talento dopo le precedenti “bocciature” con altri tecnici.

Stessa cosa va detta per Ciciretti, lo ricorderete come talento inesploso, dopo le grandi stagioni di Benevento e per Palmiero, entrambi tornati dal Chievo Verona, più per completare la rosa, che per giocare una stagione da protagonisti. Per loro aria di prestito in serie B.

L’attacco, se gira, fa paura

Diventa un rebus, invece, l’attacco, visto che se si vanno a vedere i nomi, poche squadre in Serie A possono vantare un reparto offensivo così interessante come quello del Napoli. 

Assorbito l’infortunio, Victor Osimhen ha dimostrato di poter giostrare da prima punta con una certa efficacia e l’anno di esperienza passata con Gattuso, lo porterà certamente a segnare qualche gol in più rispetto a quelli siglati la scorsa stagione. 

Al centro di un turbillon di voci che lo volevano in partenza, anche Lorenzo Insigne, oggetto del desiderio di molte squadre e non solo in Italia, sembra essere stato accontentato da De Laurentiis, il quale ha cercato in tutti i modi di assecondare le richieste del giocatore.

È tornato dalla spettacolare stagione di Crotone Ounas, troppo presto epurato dal Cagliari, mentre Petagna, Lozano, gli stessi Mertens e Politano, più il rientro di Tutino, garantiscono una reparto potenzialmente assai performante, che Spalletti potrebbe far tornare a girare alla grande. 

Cosa servirebbe tra i nomi che girano

Va da sé che l’arrivo di un esterno avrebbe tutti i crismi di una manna dal cielo nello Spalletti-pensiero, per questo uno tra Emerson Palmieri, Zappacosta, Lykogiannis, Reinildo Mandava del Lille, e Faraoni sembra essere il prescelto. Occasioni di mercato, prezzo e facilità della trattativa faranno il resto.

L’oggetto del desiderio, potrebbe invece essere Alfonso Pedraza, vero e proprio aratore della fascia sinistra, che garantisce copertura e offesa senza soluzione di continuità, come ha dimostrato nel Villarreal e nel Betis. Per il ruolo di stantuffo mancino è lui la scelta n°1. 

Interessanti i rumors per il centrale del Feyenoord, Marcos Senesi, argentino di nascita, ma con una valutazione da 17 milioni di sterline, forse troppo elevata per azzardare un’avventura nel campionato italiano. 

A quel punto forse meglio Schuurs dell’Ajax, che costa meno e ha maggiore possibilità di crescere dietro a gente come Koulibaly, Ghoulam e Manolas. 

Abbiamo parlato di fisicità e centimetri a centrocampo, caratteristiche che non mancano a Mady Camara, il quale ha disputato le ultime tre stagioni all’Olympiacos con risultati interessanti.

Centrocampista che può agire anche davanti alla difesa, Camara sembra essere il prospetto perfetto per Spalletti, visto che il ragazzo della Nuova Guinea, ha dimostrato di poter sfruttare anche qualche inserimento da dietro esattamente come piace al tecnico toscano. 

Caratteristiche simili per Morten Thorsby, che potrebbe lasciare la Sampdoria, magari attraverso uno scambio con uno degli attaccanti in forza al Napoli, visto che D’Aversa potrebbe aver bisogno di qualcuno da affiancare all’infinito Quagliarella.

Abbiamo detto che l’attacco potrebbe essere sufficientemente approntato, ma il Presidente del Napoli ha sempre abituato ai colpi di coda i suoi tifosi, in positivo e in negativo. Potrebbe essere così anche quest’anno.