Daniele Conti: figlio d’arte, profeta nell’Isola
Una delle storie più incredibili del calcio italiano? Che Bruno Conti quasi si perdeva su un diamante – campo da baseball – senza rendersi conto di quanto lo illuminasse il
Una delle storie più incredibili del calcio italiano? Che Bruno Conti quasi si perdeva su un diamante – campo da baseball – senza rendersi conto di quanto lo illuminasse il
“Raramente nella mia vita mi sono sentito più depresso di quel fine settimana. Dopo 19 anni in cui ho dato tutto quello che avevo per fare gol, alla fine ne
L’idolo di una vita? Un milanista. E che milanista. Giancarlo Antognoni, nato a Marsciano, vicino Perugia, era nato tifoso rossonero e no, non se lo sarebbe mai aspettato di diventare
Allora, sveliamo subito una brutta verità: se siete grandi collezionisti e siete alla ricerca di Poggi e Volpi, da una rapida ricerca sui soliti portali di rivendita, le due figurine
Pensate soltanto se non fosse mai successo. Cosa? Se il calcio non fosse stato anche uno sport da salotto, se la passione non avesse mai attraversato gli stadi e raggiunto
Un cervello per domarli. E un destro – ma anche un sinistro – che disegnava calcio, semplicemente. Demetrio Albertini è stato il metronomo per eccellenza, nel periodo in cui in
Sarà che il 3-3 di Werner, nel frattempo impegnato con il suo Chelsea a San Pietroburgo, aveva chiuso tutte le speranze e rimandato i pensieri al capitombolo di Stamford Bridge.
Meriti sportivi e meriti morali. Meriti, comunque, che rappresentano il massimo riconoscimento per un calciatore. No, non la Champions League. E no, neanche il Pallone d’Oro. Se chiedete a Franco
Mancini è stato un ragazzo d’oro. E la Sampdoria è stata la sua cassaforte. Del resto, un diamante così luccicante non poteva passare inosservato davanti allo sguardo severo e paterno
È un mondo magico, quelle delle pagelle. Sembra un numero incontrovertibile, scientifico, fatto di dati e analisi, e invece è il più contestato, in barba a tutte le leggi della
Tutto ciò che è stato è anche tutto ciò che ha dato. Daniele De Rossi avrebbe potuto giocare tranquillamente sul suo talento – sarebbe bastato a fare una grande carriera
C’era qualcosa di mistico, in Rogerio Ceni. E forse anche i videogiochi l’hanno aiutato. Ad accrescere il mito, almeno. A essere così unico e così speciale, per sempre senza eguali.
Szczesny l’ha definita una “serata tragica”, per Allegri non c’è un grosso problema in vista dell’Atalanta perché “tanto l’obiettivo qualificazione è stato centrato”, eppure resiste una verità di mezzo e
Franco Baresi ha scritto la storia del calcio, e poi un libro bellissimo. L’ha chiamato “Libero di sognare”, giocando sul suo ruolo e sull’accezione che ha sempre avuto il gioco
Il fascino di storie di sessant’anni fa. E un pizzico di nostalgia, certo per chi le ha vissute, curioso per chi non ha potuto. Il calcio sempre lì, a fare
Un tempo c’erano i gol che arrivavano fino a Tonga – ne sa qualcosa Mascara, autore di una perla ormai storica e raccontata da un Compagnoni a dir poco entusiasta