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Il Milan si presenta al mercato di gennaio con uno status chiaro: una squadra che punta a risalire fino a tornare protagonista in Serie A, e magari capire che cosa la gerarchia del calcio europeo potrà raccontare. Paulo Fonseca e la dirigenza, guidata dall’intelligenza strategica di Ibrahimovic e Moncada, sanno che i margini di miglioramento ci sono, ma il piano d’azione per il mercato invernale dipenderà, come spesso accade, da una complessa partita a scacchi. Tra opportunità, esigenze tattiche e l’incognita delle cessioni, gennaio sarà una finestra cruciale per i rossoneri.

La rosa attuale del Milan ha punti di forza evidenti, ma anche alcune lacune che, se colmate, potrebbero fare la differenza nella corsa ormai al quarto posto, e nelle sfide europee. L’obiettivo dichiarato è dare a Fonseca una squadra che sia non solo competitiva, ma anche profonda, capace di sopportare i carichi della doppia competizione con maggiore serenità.

Cosa serve al Milan: i reparti da rinfoltire

L’attacco del Milan, nonostante l’apporto di Alvaro Morata, soffre di una mancanza di continuità sotto porta. Lo spagnolo ha offerto prestazioni solide, ma non è un finalizzatore prolifico, e alle sue spalle manca una figura in grado di garantire gol con regolarità.

Manca uno alla Olivier Giroud, per capirci. Per esperienza e leadership. Un attaccante di livello internazionale sarebbe il tassello che permetterebbe al Milan di colmare questa lacuna. L’identikit ideale? Un giocatore rapido, abile nello stretto e con il fiuto del gol, che possa integrarsi nel sistema di Fonseca. Non a caso, il nome di Jonathan David, attualmente al Lille, torna spesso nei discorsi legati ai rossoneri. Tuttavia, il canadese sembra un obiettivo più realistico per l’estate, vista la valutazione elevata e la concorrenza di altri top club.

La fascia destra è uno dei punti deboli della rosa. L’arrivo di Emerson Royal dal Tottenham non ha dato i frutti sperati: il brasiliano, nonostante le qualità tecniche, fatica a trovare continuità e sembra poco adatto al sistema del tecnico, che richiede terzini capaci di spingere con costanza ma anche di garantire solidità in fase difensiva.

Un’alternativa più affidabile su quella corsia è necessaria. Se c’è una necessità che spicca più di altre, è quella di un difensore centrale di livello assoluto. La retroguardia rossonera è stata finora solida, ma soffre quando chiamata a fronteggiare attaccanti fisici o rapidi nei movimenti. Fikayo Tomori non è più una garanzia, e i suoi compagni di reparto non offrono la sperata sicurezza. Pavlovic non rende, Gabbia è uno dei pochi a salvarsi. E da Thiaw manca il salto di qualità.

Cosa farà realisticamente il Milan

Se i bisogni della squadra sono chiari, altrettanto lo sono le dinamiche di mercato. Il Milan, per tradizione e filosofia societaria, non è solito investire cifre esorbitanti a gennaio, preferendo operazioni mirate e sostenibili. Tuttavia, c’è un fattore che potrebbe influenzare significativamente le scelte dei rossoneri: la situazione contrattuale di Theo Hernandez.

La priorità della dirigenza è blindare Theo, uno dei pilastri del Milan di Pioli ma incappato più volte in partite sottotono in questi primi mesi con Fonseca. Il francese, già corteggiato in passato da club come il Paris Saint-Germain, sembra oggi più vicino al rinnovo, ma la firma non è ancora arrivata. Se Theo dovesse manifestare la volontà di partire, potrebbe aprirsi un effetto domino che condizionerebbe l’intera strategia di mercato.

In avanti, il Milan potrebbe optare per un colpo di prospettiva, evitando spese eccessive per un nome di grido. Il primo passo? Sarà la cessione di Jovic, verso il prestito al Torino (che ha perso Zapata) In difesa, l’ipotesi Bijol resta la più concreta, ma il Milan potrebbe anche esplorare altre piste. Maxence Lacroix del Wolfsburg è un nome che piace alla dirigenza: il francese ha caratteristiche fisiche e tecniche che lo rendono adatto alla Serie A, e il costo del cartellino sarebbe più accessibile rispetto ad altri profili.