Non solo Pedrito: i doppi ex di Lazio e Roma
Un pezzo di passato. Ma anche di presente. Chi l’ha detto che non si fanno affari, anche lontani nel tempo, tra Roma e Lazio? Le principali squadre di Roma hanno
Un pezzo di passato. Ma anche di presente. Chi l’ha detto che non si fanno affari, anche lontani nel tempo, tra Roma e Lazio? Le principali squadre di Roma hanno
Siamo così abituati a rivedere le immagini di Diego Maradona in azzurro Napoli o albiceleste Argentina, che ogni maglia diversa rappresenta ancora oggi un effetto particolare, una sorta di estraniamento
C’è un lungo elenco di sprechi nel calcio italiano. È quasi pari a un numero meno visibile, eppure visceralmente legato alle stesse storie: è la somma dei presidenti delusi dalle
Undici anni, nel calcio, bastano a definire una storia da “c’era una volta”. Nel senso che una decade è davvero tanto tempo nel turbinio di partite, emozioni, appuntamenti, giocatori, serate
La mossa del Coccodrillo ha lo stesso sapore di quella rivelazione che vi rovina l’infanzia. Tipo ‘un, due, tre: stai là’ e invece pensavate fosse semplicemente “stella” l’ultimo termine. Ecco:
Verrebbe da dire: come accadono ovunque. Verrebbe da correggersi: non è che proprio ovunque ci siano due giocatori che assomigliano a due lottatori, pronti al nuovo main event di Matchroom,
Quarant’anni son passati e i ricordi si sono offuscati di conseguenza. Eppure il Mundialito per Club, il solo e unico, nonché primo, è stato parte integrante dei sogni dei ragazzini
C’est la vie. Ed è una vie lastricata di preoccupazioni. Essere allenatori non è mai stato così duro: sono finiti da un pezzo i tempi dei Wenger, dei Ferguson o
In quest’anno di silenzio e di buio, perché la voce e la luce di Maradona sono andati via, c’è tutto un fiume di ricordi che sfocia in tre momenti: il
Era l’anno zero. Le più classiche bonifiche. Dopo un ciclo che si era aperto con la Serie B e la chiusura dei fatti di Calciopoli, la Juventus era pronta a
Chi mal comincia, che opera può terminare? Rivisitazioni di detti popolari, per un allenatore che a Torino popolare non è stato mai. Carletto Ancelotti, il 15 gennaio del 1999, veniva
Ventuno luglio del 2002. Era appena arrivata l’alta velocità. L’euro si era più o meno stabilizzato dopo una prima fase incerta. Al Consiglio dei Ministri presiedeva Silvio Berlusconi. Neanche vent’anni
Sarebbe stato – pure volentieri – il teatro del ritorno di un racconto epico. Tra pochissimi giorni sarà Juventus–Barcellona e a scuotere tutti saranno le versioni certamente più invecchiate di
Ci avete fatto caso anche voi? Che di tocchi magici, di punizioni, di storie da fermo e da lontano a superare una barriera, oggi come oggi non se ne sentono
In principio? Un trionfo d’oro. E uno stemma già parecchio – ma parecchio! – avanti per essere solo i primi anni del Novecento. 113 anni di storia di Inter e
In una storia secolare come quella della Juventus, valutare l’elenco della voce rimpianti è un esercizio di sicuro successo. Impossibile non ritrovare storie. Assurdo non innamorarsi delle più grandi, particolari,