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Il rapporto tra sport tradizionali e sport elettronici, o eSports, è oggetto di discussione da ormai almeno un decennio: da quando, cioè, le competizioni di videogame hanno assunto una dimensione globale.

L’elemento divisivo è proprio il termine “sport“. Sono in molti a sostenere che i tornei di videogame non possano essere paragonati alle gare sportive tradizionali. Per altri, invece, gli eSports hanno tutte le caratteristiche per fare parte della stessa famiglia. Agonismo, allenamento, abilità, impegno psico-fisico, abilità e componente aleatoria molto bassa sono in effetti i tratti distintivi dei videogame da torneo.

L’unica vera grande differenza, spesso dimenticata nel confronto tra i due ambiti, riguarda il fatto che ogni eSports ha un proprietario: il publisher del gioco. Questo cambia davvero tanto perché il publisher può decidere in qualsiasi momento di aggiornare il videogame o di sostituirlo con una nuova edizione, ovviamente per ragioni di business. E la community esportiva è costretta ad adattarsi, perché la scena competitiva rimane comunque legata alle potenzialità – economiche ed organizzative – del publisher. Per assurdo, è come se nel calcio un grande brand sportivo potesse imporre un cubo di cuoio al posto del pallone.

Forse anche per questo motivo da alcuni anni vanno in scena eventi multi-eSports sullo stile dei Giochi Olimpici tradizionali. L’intento di queste manifestazioni è anche quello di “cristallizzare” una serie di videogiochi competitivi, quelli meno soggetti alle “intemperie” del business, per dare loro un’immagine più sportiva e in grado di avvicinare gli scettici al mondo degli eSports.

Gli attori principali di questa operazione si chiamano International Olympic Committee (o Comité International Olympique, CIO) e International Esports Federation (IESF).

Nel primo caso di parla di eSports alle Olimpiadi. Il dado non è ancora tratto, perché all’interno del CIO le resistenze sono forti. Eppure nel 2021 il Comitato ha promosso le Olympic Virtual Series come apripista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (spostati al 2021 causa pandemia).

L’operazione torna quest’anno con le prime Olympic Esports Series. Il nome è leggermente cambiato ma concetto rimane lo stesso: una serie di competizioni di videogiochi, tutti legati agli sport tradizionali. Nel 2021 i titoli erano stati 5 (baseball, sim racing, ciclismo, canottaggio e vela). Adesso il conto sale a 9 con l’aggiunta di arco, tennis, taekwondo, danza e scacchi, mentre il simulatore di voga è stato cancellato.

Nello specifico, questi sono i videogame che distribuiranno medaglie alle Olympic Esports Series 2023: Tic Tac Bow (Archery), WBSC eBASEBALL™: POWER PROS (Baseball), Zwift (Cycling), Just Dance (Dance), Virtual Regatta (Sailing), Tennis Clash (Tennis), Virtual Taekwondo (Taekwondo), Chess.com (scacchi) e Gran Turismo 7 (sim racing).

La kermesse si svolgerà dal vivo al Suntec Convention & Exhibition Centre di Singapore dal 22 al 25 giugno 2023. Per chi fosse interessato a seguire gli eventi online, il rimando è al sito delle Olympic Esports Series.

Sarà la svolta verso l’ingresso degli eSports nelle Olimpiadi vere e proprie? E’ ancora presto per dirlo, nonostante il Presidente francese Macron abbia più volte affermato di volere i videogame a Parigi 2024. Per ora sul sito ufficiale dei Giochi Olimpici non compaiono, ma potrebbe esserci una svolta, in particolare se le Olympic Esports Series otterranno il seguito sperato.

Gli appassionati italiani ricorderanno la medaglia d’oro di Valerio Gallo nel sim racing. Non sappiamo ancora se l’azzurro ci sarà dopo le critiche che ha mosso alla nuova edizione del gioco. Comunque sia, i motivi per tifare Italia alle Olympic Esports Series non mancheranno, soprattutto nel sailing.

L’International Esports Federation ha invece annunciato il propro campionato mondiale: World Esports Championship.

Giunto alla 15ma edizione, il WEC è una manifestazione competitiva che guarda ai team nazionali piuttosto che alle organizzazioni professionistiche di eSports.

L’anno scorso l’evento si è volto a Bali, la sede di questa edizione è invece Iași, in Romania. Il programma torneistico inizia dal vivo il 25 agosto prossimo, per concludersi il 3 di settembre. Durante questi nove giorni andranno in scena 6 eSports: CS:GO, Dota 2, Tekken 7, eFootball, PUBG MOBILE and Mobile Legends: Bang Bang. Le medaglie saranno però sette, grazie al torneo di CS:GO riservato alle sole giocatrici.

Complessivamente ci sono 105 Paesi che partecipano alle qualificazioni per il WEC, con Europa e Asia/Oceania a fare la parte del leone. Anche se mancano ancora le conferme, l’Italia dovrebbe essere presente almeno nei tornei di eFootball e Tekken 7. Da quest’ultimo titolo nel 2022 è arrivata l’unica medaglia azzurra, l’argento conquistato da Daniele Madonia.

Ad oggi il WEC non ha mai ottenuto un grande impatto mediatico, se non in alcuni Paesi del Medio Oriente e dell’area del Pacifico. Questa potrebbe essere un’occasione buona per farlo conoscere meglio anche in Occidente.

Per chi fosse interessato, i qualifiers cominciano a breve.

Immagine di testa: WEC IESF 2022 (credits Gety Images)