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L’Italia s’è desta… con la racchetta in mano. Le conseguenze del ritorno al successo della nostra nazionale in Coppa Davis, ma in termini più generale dell’avere un italiano presumibilmente in lotta per i vertici del tennis mondiale negli anni a venire, avrà ricadute positive su tutto il movimento. Si legge già di un aumento del 25% degli iscritti alle scuole tennis, dopo Malaga. Un piccolo segnale, consueto quando ci si trova di fronte a imprese sportive che, per definizione, attraggono nuovi appassionati alla pratica.

Proviamo allora a vedere cosa potrebbe accadere al tennis italiano nel 2024, al di là di Jannik Sinner che è l’attrazione principale, ma di cui abbiamo già parlato. Una panoramica è quanto mai interessante, anche perché l’Italia è in un momento tennisticamente molto felice e sarebbe cosa buona e giusta lavorare affinché questa tendenza duri e si alimenti più a lungo possibile.

Tennisti italiani in top 100: quando stavamo peggio e quanti sono oggi

Il 2023 si concluderà con 5 italiani nella top 100 del ranking ATP per il singolare maschile. Nella fattispecie:

  • Jannik Sinner 4°
  • Lorenzo Musetti 27°
  • Matteo Arnaldi 44°
  • Lorenzo Sonego 47°
  • Matteo Berrettini 92°

Quando stavamo peggio

Chi segue il tennis da tanti anni lo sa, quanto abbiamo sofferto nell’attesa di tennisti di vertice. C’è chi esultava per un quarto turno di Cristiano Caratti all’Australian Open 1991, chi ha sperato per anni che Omar Camporese sviluppasse un fisico degno del suo braccio, chi è rimasto aggrappato a eroi solitari come Gianluca Pozzi e Andreas Seppi per non vedere sparire la bandierina tricolore già dal primo turno di Wimbledon e US Open, e l’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo. In sintesi, basti un dato: dal Roland Garros 1978 con Corrado Barazzutti, abbiamo dovuto attendere 40 anni per avere un altro italiano in semifinale di uno Slam. Era il Roland Garros 2018 e Marco Cecchinato riuscì a splendere probabilmente oltre le proprie reali possibilità, anche grazie al suo coach che era Simone Vagnozzi. Non a caso, il coach che sta accompagnando Jannik Sinner nel suo definitivo step verso l’olimpo del grande tennis.

40 anni in cui abbiamo avuto a volte 3, a volte 2 o anche soltanto un giocatore nella top 100. Il 4 ottobre 1999, il nostro miglior giocatore era Laurence Tieleman, numero 83 al mondo. Figlio di due funzionari UE, lui olandese lei italiana, Tieleman era cresciuto nell’accademia di Nick Bollettieri ed era uno strano erbivoro, senza ovviamente grandi ambizioni se non quella di giocare serve & volley e divertirsi in giro per il mondo.

Quando stavamo “meglio”

Ci sono stati anche momenti in cui siamo stati numericamente meglio di adesso. Da quando c’è stata una certa rinascita, diverse volte abbiamo avuto tanti top 100 quanti ne abbiamo oggi, in alcuni casi anche 10. L’ultima volta è accaduto il 26 aprile 2021, giorno in cui nella top 100 ATP l’Italia era rappresentata, nell’ordine da: Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Fabio Fognini, Lorenzo Sonego, Stefano Travaglia, Salvatore Caruso, Lorenzo Musetti, Marco Cecchinato, Andreas Seppi e Gianluca Mager. Ci sono stati momenti in cui abbiamo avuto due top 10 (Berrettini e Sinner) e tre in top 20 (con Musetti). Nel primo caso non è semplicissimo che ricapiti, ma neanche impossibile. Vediamo allora le prospettive dei nostri atleti per il 2024, escluso Sinner.

Il 2024: cosa aspettarsi dai tennisti italiani

Lorenzo Musetti

“Muso” sta per diventare papà, un papà giovanissimo ma entusiasta. Al di là delle vicende familiari, per cui gli si augura tutto il bene possibile, la speranza è che questa nuova situazione giovi anche al Lorenzo atleta. Il suo 2023 è stato pessimo, non tanto per valore assoluto quanto per le aspettative che tutti avevano riposto su di lui e sul suo talento davvero fuori dal comune. Lui sembrava avesse riposto nel cassetto alcuni difetti di vanità e giovinezza, ma la realtà è che i problemi del carrarino non sono certo legati al suo braccio. Musetti ha problemi di gestione mentale del suo tennis, dentro al match e fuori dal campo, ma anche una preparazione atletica che a sua volta non sembra adeguata alle sue enormi potenzialità. Se davvero farà il passo preannunciato nelle scorse settimane sui media, ovvero quello di affidarsi a un top coach accanto alla storica figura di Simone Tartarini, per lui potrebbe essere la svolta.

Matteo Arnaldi

Se il sanremese è tutt’ora in corsa per il titolo di “ATP newcomer of the year”, una ragione ci sarà. Ad agosto 2022 era ancora fuori dai primi 200 al mondo, oggi è 44 con un best di 41 toccato a fine ottobre. Matteo è un 2001, ha margini di miglioramento ancora enormi ed ha voglia di imparare, una buona struttura fisica, la testa giusta per imporsi mentalmente ad alto livello (abbiamo appurato che a Malaga aveva una situazione emotiva un po’ particolare) e coraggio. Tanto, forse troppo, si potrebbe dire. Ma è proprio quel coraggio, che fa pariglia con una brama di migliorarsi, a farci dire che l’anno prossimo ci aspettiamo di vederlo fare capolino in top 20. Se sarà in pianta stabile, poi, sarà lui a dircelo.

Lorenzo Sonego

“Sonny” è sempre un giocatore gradevole da guardare perché dà sempre la sensazione di essere un fighter, uno di quelli che lottano su ogni palla. La cosa bella di Lorenzo è quella di essersi costruito una carriera da tennista di vertice senza avere un colpo da KO o che si eleva sugli altri, ma grazie a due elementi: il grande lavoro per migliorarsi e un innato senso dell’anticipo. Oggi è sempre in top 50, il suo best ranking (#21, raggiunto due anni fa) sembra lontano, ma alla fine è solo questione di continuità. Sonego è stato anche sfortunato, in un certo senso, perché dopo il suo migliore anno (2019) il tennis si è dovuto fermare. Negli anni seguenti è stato sempre intorno al 50% di vittorie: 30 vinte e 24 perse nel 2021, 30-29 nel 2022, 30-31 nel 2023. La parabola sembra discendente, ma sta sempre a lui cambiare il suo futuro.

Matteo Berrettini

Cosa dire, di un giocatore perseguitato dalla sfortuna come lui? La speranza è di rivedere quello splendido esemplare di giocatore d’attacco capace di accarezzare l’idea del trionfo a Wimbledon e guadagnarsi le ATP Finals da protagonista, prima che un fisico bello ma scricchiolante gli iniziasse a chiedere il conto. Una decina di infortuni in nemmeno 3 anni sono tanti, talmente tanti da instillare dubbi sulle sue possibilità di rientrare ai livelli a cui era arrivato. L’addio allo storico coach Vincenzo Santopadre dice di un Berrettini che vuole provarle tutte, e fa anche bene: come ha dimostrato tra gli altri Sinner, cambiare è qualcosa che gli atleti di alto livello devono a volte fare, per trovare nuovi stimoli o per scoprire nuovi orizzonti di sfida. Un Berrettini non perseguitato dalla sfortuna vale ALMENO la top 30, ma se ritroverà anche il piacere di giocare come sa, niente è precluso.

Gli altri azzurri

Fuori dalla top 100, ci sono al momento Flavio Cobolli (101), Fabio Fognini (104), Luca Nardi (115), Luciano Darderi (127), Giulio Zeppieri (134). Se Fognini sta lottando come un leone per riguadagnare una classifica degna, che gli permetta di entrare in tabellone all’Australian Open, potremmo vedere il canto del cigno di uno dei giocatori più controversi – e divertenti – nella storia del tennis italiano. Da Cobolli, Nardi (entrambi deludenti in Next Gen) e Zeppieri ci si aspetta un ingresso in top 100 (già raggiunto da Cobolli a ottobre), o comunque un altro importante step di maturazione.

Il 2024 e le prospettive in Coppa Davis

Che l’Italia fosse già molto competitiva per la Coppa Davis era noto non solo prima del favoloso trionfo di Malaga, ma addirittura prima della Final Eight. Il fatto di avere 5 singolaristi da top 50 al mondo, e tra questi un top 4 con prospettive anche più alte, erano già premesse sufficienti. Ho scritto “5” perché è corretto includere anche Matteo Berrettini, nonostante il suo attuale ranking dica qualcosa si diverso. Ma l’ago della bilancia, per il futuro, è proprio lui. In tutti i match della Final Eight abbiamo avuto in Jannik Sinner la certezza, mentre per quanto riguarda il secondo singolarista ci sono sempre state poche certezze e tanti dubbi. Un Berrettini di nuovo nei suoi standard, o comunque vicino ad essi, renderebbe quella azzurra una squadra difficilmente battibile da chiunque, e non solo nell’attuale format della Coppa Davis. Se poi Arnaldi continuerà la sua crescita, Musetti risolverà i suoi problemi e Sonego continuerà ad essere il perfetto “jolly per tutte le stagioni”, allora Filippo Volandri potrà dormire tra sette cuscini.