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Sapere fare un grande fold al momento giusto è spesso la chiave per andare a premio nei tornei di poker.

Ma non si può foldare sempre. Il rischio è di trovarsi alla mercé degli avversari più aggressivi.

Nel poker servono i grandi fold, così come servono i grandi call. Questi ultimi possono essere decisivi quando ci si trova all’heads-up finale, in virtù della maggiore tendenza dei giocatori a bluffare in questa fase di gioco.

Qualcuno potrebbe chiedersi se fare un hero call in HU sia più semplice rispetto a farne uno al tavolo finale o magari in bolla. La risposta è: dipende da quello che c’è in palio alla fine di quel testa-a-testa. Essere arrivati all’ultimo atto di un torneo può dare un senso di appagamento. Comunque vada, è già un grande risultato. Ma nei casi in cui tra primo e secondo posto “ballano” cifre importanti, diciamo a 5 zeri, ecco che hero-call diventa una giocata difficilissima da fare.

Lo sa bene Davidi Kitai che di heads-up ne ha giocati 14 in eventi di altissimo livello. Tre di questi, conclusi con successo, gli hanno permesso di diventare uno dei 9 Triple Crown Winners, cioè i detentori del triplete WSOP-WPT-EPT. Il giocatore belga ha iniziato nel 2008 con la vittoria in un torneo WSOP, precisamente il $2.000 Pot-Limit Hold’em, seguita poi nel 2011 dal titolo WPT Celebrity Invitational e un anno dopo dal primo posto nell’EPT di Berlino.

Da notare che nel 2013 ($5.000 PLH) e nel 2014 ($3.000 NLH 6 Max) Kitai ha aggiunto altri due braccialetti WSOP alla sua collezione. Il 4° gli è sfuggito di pochissimo nel 2016, quando ha chiuso 2° nel $10.000 NLH 6 Max Championship. Nel 2015 è stato runner-up nell’High Roller €25.600 delle WSOPE a Berlino, mentre nel 2018 si è aggiudicato quello del partypoker Millions di Barcellona.

Dal 2016 ad oggi, Davidi Kitai vanta 168 piazzamenti a premio (compresi alcuni alle WSOP.com 2020 e 2021), per un totale di $10.157.562.

Davidi Kitai (credits WSOP)

Nel 2012 il professionista belga si siede per la seconda volta ad un tavolo finale dello European Poker Tour. Ci era arrivato già a Barcellona nel 2008, quando aveva chiuso 3°, davanti all’italiano Daniele Mazzia e dietro all’irlandese Fintan Gavin (2°) e al tedesco Sebastian Ruthenberg (vincitore).

Questa volta la location è Berlino e, soprattutto, Kitai si gioca il titolo all’heads-up. Di fronte ha il canadese Andrew Chen, già 3° a Praga nel 2008, l’edizione vinta da Salvatore Bonavena, e 5° a Montecarlo nel 2010. Nel 2012 Chen ha solo 24 anni (Kitai ne ha 33): è un giocatore giovane ma molto aggressivo.

La sfida procede per alcuni livelli sui binari dell’equilibrio. Poi, quando Chen ha 11,9 milioni di chips e Kitai ne ha 11,7, arriva questa mano.

I bui sono 80K/160K ante 20K e il canadese apre il gioco rilanciando a 360.000 da SB/bottone. In mano ha un modestissimo 4♥2♥. Davidi Kitai spilla le carte e trova A♣3♣, con le quali opta per un call.

Il flop recita 7♥J♣5♠. Kitai va in rapido check-call per altre 330mila chips.

Il turn è un 9♠. Questa volta l’azione è un doppio check.

Il gioco si sposta sull’ ultima street, un 10♣: molto insidioso perché completa un board connesso (per la scala) e potrebbe benissimo essere nel range di Chan. Kitai lo sa, ciononostante esce mettendo nel piatto 550.000 chips: una bet strana, a metà strada tra un bluff e una puntata per valore. Chan ci pensa poco e, per tutta risposta, piazza un raise da 1.565.000 gettoni. Il suo invece è un bluff al 100%!

A questo punto il piatto è già di 3,5 milioni: un cifra in grado di spostare l’equilibrio dell’HU. Nonostante l’importanza della mano, in meno di trenta secondi Davidi Kitai annuncia il call! Andrew Chen è costretto a mostrare il bluff e a consegnare il piatto al suo avversario.

Alla fine Kitai si porterà a casa una prima moneta di €713.000, anche per merito di questo grande hero call.

Foto di testa credits The Rational Group