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Per i non addetti ai lavori, abituati all’idea del poker da film western o immaginato all’interno di bische fumose, parlare di una condotta da tenere al tavolo da gioco potrebbe sembrare ridicolo.

Invece anche il poker ha la sua “etichetta” che indica quali sono i comportamenti da seguire e quali assolutamente da evitare. Alcuni di questi sono stati inseriti nei regolamenti di casinò e tornei per consentire a floormen e tournament directors di intervenire ed eventualmente sanzionare i trasgressori. Nella maggior parte dei casi si tratta di regole non scritte.

Ciò non significa che sia una questione puramente formale. Si tratta invece di modi per rendere il gioco leale, fluido e corretto: gli ingredienti di base, insieme al rispetto, perché il poker possa continuare a divertire milioni di persone nel mondo.

Vediamo allora le cose da fare e quelle da non fare quando ci sediamo al tavolo da gioco (reale o virtuale).

LE COSE DA FARE

Seguire il gioco – Prestare attenzione allo svolgimento della partita è il modo migliore affinché il gioco scorra in modo fluido e piacevole. Evitiamo di distrarci e di perdere il filo: questo rallenta l’azione o, peggio, ci fa commettere errori, come ad esempio agire quando non tocca a noi. Essere concentrati sulla partita servirà a decidere più rapidamente e meglio.

Postare i bui e l’ante – E’ una conseguenza di quanto detto sopra. Nel gioco live (online è tutto automatico) ci sono bui e spesso ante da posizionare sul tavolo: se evitiamo che ogni volta sia il/la dealer a ricordarcelo, contribuiremo a rendere il gioco più snello e godibile.

Occhio al tempo – Agire senza utilizzare troppo tempo quando non è necessario, è cosa buona. Ci sono però situazioni in cui una pensata è d’obbligo. In questi casi è possibile chiamare il “time” per indicare al dealer e agli altri giocatori la necessità di riflettere un po’ più a lungo. Nel gioco online l’equivalente è il “Time Bank” che si attiva una volta superata la dotazione minima di tempo per agire.

Tenere le carte sul tavolo – Questa norma, spesso inserita nei regolamenti di casinò e tornei, riguarda sia il buon senso che il regolare svolgimento della partita: se le carte restano sul tavolo ci sono meno possibilità che qualche avversario le veda e, al tempo stesso, si evitano mosse irregolari. Naturalmente vale solo per il poker dal vivo.

Annunciare chiaramente l’azione – Al tavolo live è importante essere espliciti quando si decide di chiamare o rilanciare. “Call” o “raise” vanno dichiarati in maniera chiara. Nel caso del rilancio, possiamo annunciare l’ammontare esatto delle chips, oppure metterle in mezzo dicendo contemporaneamente “raise” (rilancio). Piazzare una sola chip nel piatto senza dire nulla equivale a un call. Di nuovo, queste accortezze servono solo nel live, nell’online è sufficiente cliccare il tasto giusto o scorrere la barra che regola la puntata.

Dare la mancia – Non è obbligatorio, ma è un bel gesto nei confronti di chi ci porta da bere al tavolo o del/della dealer quando vinciamo un bel piatto (parliamo di cash game, naturalmente). A meno che non si tratti di gioco in virtual reality, il computer non accetta mance.

Immagine credits PokerNews

LE COSE DA NON FARE

“Trash-talking” – Avere rispetto, nei modi e nel linguaggio, per gli avversari e per chi ci permette di giocare (staff torneo e del casinò) è la base affinché il poker live continui ad essere un intrattenimento. Molte case da gioco non accettano il cosiddetto trash-talking nelle loro sale. Lo stesso avviene anche online, con il personale della piattaforma di gioco che interviene nelle chat ed eventualmente banna il giocatore reo di aver insultato gli avversari.

“Slowroll” o “Hollywood” – Sono entrambi comportanti scorretti nei confronti degli avversari e modi che rallentano inutilmente il gioco. Lo slowroll è una sorta di show che un giocatore mette in scena prima fingendo dubbio, incertezza di fronte alla puntata dell’avversario, per poi fare call e mostrare in maniera trionfante una monster hand. Hollywood è un atteggiamento simile ma capovolto: fingere di essere pronti a chiamare o rilanciare per poi foldare. A cosa servono? A far innervosire l’avversario, un atteggiamento decisamente fastidioso.

Esagerare nei festeggiamenti – Vincere una mano importante è sempre piacevole, ma ci vuole un minimo di controllo anche nell’esultanza. In fin dei conti, dall’altra parte c’è un giocatore che ha perso molte chips o forse è stato eliminato dal torneo, cose che prima o poi saranno capitate anche a noi. Non esultiamo smodatamente, quindi, perché anche questo è rispetto.

Dare di matto dopo una bad beat – Così come ci vuole controllo quando vinciamo, altrettanto va fatto quando prendiamo un brutto colpo. La bad beat fa parte del poker e va accettata. Prima di tutto è buona etichetta ingoiare il rospo piuttosto che prendersela con l’avversario, magari per una giocata che riteniamo discutibile. E poi è bene resettare subito la mente e non lasciare che la bad beat condizioni il nostro gioco.

Scorrettezze con le chips – Anche il modo con il quale mettiamo le chips nel piatto (live) richiede un po’ di buone maniere. Ad esempio buttare le chips in mezzo al pot in maniera scomposta (splash the pot) è poco rispettoso perché rende difficile il conteggio alla/al dealer. Il gioco potrebbe venir interrotto per ricalcolare l’intero piatto, con un’inutile perdita di tempo per tutti. Lo string betting, invece, significa aggiungere le chips un po’ alla volta per tenere in sospeso gli avversari. Attenzione perché lo string betting è chiaramente sanzionato dal TDA!

Parlare quando l’azione non è terminata – I giocatori che hanno già foldato non devono parlare tra loro se l’azione non è terminata. E’ un elemento di distrazione per chi sta giocando. Ancora peggio è far sapere al tavolo la propria starting hand: è un’informazione importante che può incidere sulle decisioni di chi è in gioco.

Immagine credits PokerNews

Ci sono infine delle aree grigie di comportamento, nel senso che non sono “eleganti” ma al tempo stesso fanno parte del poker. Ad esempio sedersi a un tavolo di cash game (live o online), vincere un piatto importante e alzarsi subito: non diamo la possibilità agli altri di riprendere quelle chips, ma è consentito dalle regole ed è difficile definirlo una scorrettezza.

Lo stesso vale per il cosiddetto angle shooting che si verifica quando linguaggio e posture del corpo servono per ottenere informazioni dagli altri giocatori. Un esempio classico è chiedere all’avversario di turno se “ha davvero il nuts” e osservare le sue reazioni: non è etico, ma si può fare perché in fondo il poker si basa sul nascondere-individuare informazioni.

In sostanza, alcuni aspetti su come stare al tavolo sono chiari e regolamentati. Altri sono delle linee guida per rendere migliore l’esperienza di gioco e fondamentalmente si basano sull’essere attenti all’azione e avere rispetto per gli avversari. Con questi due concetti in testa, il resto del “galateo del poker” verrà da sé.

Immagine di testa: Shaun Deeb, campione di poker ma non di “galateo” al tavolo (credits PokerNews)