Vai al contenuto

Barry Greenstein fa parte di quella “old generation” che ha scritto pagine fondamentali nella storia del poker.

Le sue raccontano di una carriera che dura da trent’anni. Precisamente dal 1992, anno del suo primo in the money, all’ottobre del 2022 quando ha messo a segno il 249mo, secondo il dato offerto da Thehendonmob.com. Non è il record assoluto – quello appartiene a Phil Hellmuth, tallonato da Daniel Negreanu – ma Barry Greenstein è di sicuro nella top 10 mondiale di chi ha realizzato finora più piazzamenti a premio nei tornei live.

Senza contare che il 68enne di Chicago non ha nessuna intenzione di smettere. Solo nel 2022 è andato segno ben 17 volte, 11 delle quali alle World Series Of Poker che sono il suo territorio di caccia preferito.

Barry Greenstein ha vinto tre volte un titolo WSOP. Il primo nel 2004 con l’evento di NL Deuce to Seven Draw. Il bis è arrivato un anno dopo nel Pot Limit Omaha. Nel 2008 ha chiuso il tris con il $1.500 Razz. Oltre a queste tre piazzamenti, il suo palmares WSOP conta altri 120 ITM, dei quali 18 sono final table. Non meno importanti dei braccialetti vinti sono i due titoli del WPT che Greenstein ha conquistato nel 2006 a Los Angeles e nel 2007 a Las Vegas. Ad oggi le sue vincite corrispondono in termini monetari a 8,5 milioni di dollari.

Barry Greenstein in un’immagine di qualche anno fa (credits Wikipedia)

Successi al tavolo da gioco a parte, Barry Greenstein è autore di uno dei libri sul poker più conosciuti: Ace on the River. Un testo incentrato su elementi di matematica e su quella che lo stesso autore ha definito la sua “filosofia del poker”.

Il primo aspetto appartiene al background dell’autore. Greenstein ha infatti una laurea in informatica e un dottorato di matematica, grazie ai quali ha lavorato alla Symantec, colosso statunitense nel settore della sicurezza digitale. Sette anni come sviluppatore di software fino al 1991, anno in cui ha scelto di intraprendere la carriera di poker pro.

La “filosofia” contiene invece la sua visione personale del rapporto tra la vita e il gioco. In realtà è più una psicologia che una filosofia, incentrata sull’idea che il gioco possa essere una professione ma non debba diventare una ossessione. Greenstein racconta episodi personali, storie di vita e di partite di poker, attraverso i quali emerge l’idea che l’asso al river vada accettato, sia nel bene che nel male.

Detto questo, non sorprende che Barry Greenstein sia probabilmente il più sportivo tra i professionisti del poker, sempre corretto al tavolo. E anche uno dei più altruisti come dimostrano le tante donazioni fatte dopo una vincita e i volumi consegnati con autografo agli avversari che lo eliminano.

Anche quando lo scoppio non è un asso al river ma…

Barry Greenstein (credits PokerNews)

L’episodio risale al 2010. Barry Greenstein è tra i last 23 del Main Event delle World Series Of Poker Europe che si disputa a Londra. La bolla è già scoppiata a quota 36.

I bui sono 3.000/6.000/500 e l’americano si trova nelle ultime posizioni del chipcount con uno stack di 120.000 gettoni. A quel punto Daniel Steinberg, un altro player statunitense, apre a 15.000 da utg con 10♥10♦. Greenstein rilancia 45.000 da big blind con A♦A♠ .L’azione torna a Steinberg: all-in e call del “Robin Hood of Poker”.

Greenstein è nettamente avanti ma il flop 10♠4♠3♦ regala il set di 10 al suo avversario. Il turn è un 7♦, mentre il river non è il miracoloso ace on the river, bensì un innocuo 3♠.

Barry Greenstein si alza, prende il libro da consegnare al suo avversario e la penna per l’autografo. Steinberg allora gli dice: “Detesto chiedertelo visto quello che è successo, ma non potresti scrivere per i miei nonni che il loro nipote è un ottimo giocatore di poker e che un giorno farà tanti soldi?

L’ironia di Steinberg suscita l’ilarità di tutto il tavolo, anche quella di Greenstein che accetta la richiesta e poi se ne va. Nel frattempo arriva la chiosa di Greg Mueller: “Non dopo che hai giocato la mano in quel modo!

Per la cronaca, Steinberg in quel torneo chiuderà 6° per $241k, il suo miglior risultato. In carriera è andato a segno solo altre sette volte, per un totale di circa 408.000 dollari: non esattamente il profit di un grande professionista.

Il ME WSOPE 2010 si concluderà con la vittoria dell’inglese James Bord sull’italiano Fabrizio Baldassarri.

Immagine di testa: Barry Greenstein (credits PokerNews)