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Se lo sport tradizionale insegue i soldi, gli eSports si adeguano. E da alcuni anni la destinazione è quasi sempre la stessa: l’Arabia Saudita.

Il recente caso di Cristiano Ronaldo (CR7) è noto. Il fenomeno portoghese è solo l’ultimo in ordine di tempo tra i calciatori che hanno scelto di chiudere la carriera nel campionato saudita. Adesso una parte dei petroldollari degli sceicchi si sta spostando in direzione degli eSports. Rispetto agli investimenti nello sport si tratta di una parte molto piccola e tuttavia non trascurabile agli occhi del settore dei videogame competitivi.

Alla base c’è il progetto Vision 2030. Annunciato nel 2016 dal principe ereditario Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd e sostenuto dal fondo di investimento nazionale (Public Investment Fund), Vision 2030 mira alla diversificazione economica del Paese.

All’intero ci sono numerosi piani di potenziamento del settore esportivo in Arabia Saudita. Alcuni di questi hanno ricevuto un via libera immediato.

Già in tempi pre-pandemici, il fondo “pubblico” saudita ha acquisito pacchetti azionari dei più importanti publisher di videogame. Parliamo di Activision Blizzard, EA, Tencent, Nintendo e Take-Two Interactive.

A gennaio del 2022 il gruppo di investimento Savvy Games Group, interamente di proprietà del PIF, ha acquistato ESL Gaming e FACEIT per 1,5 miliardi di dollari. I due più importanti organizzatori di eventi esportivi sono in questo modo confluiti in ESL FACEIT Group, un conglomerato che oggi controlla una vasta quota di mercato nell’ecosistema degli eSport occidentali. ESL FACEIT Group si è poi ulteriormente rafforzato con l’acquisizione di Vindex, piattaforma di infrastrutture esportive (eventi, media, tecnologia a 360°) leader nel mondo.

Nel settembre dello scorso anno, il principe ereditario ha annunciato la National Gaming and Esports Strategy, il cui obiettivo primario è rendere entro il 2030 l’Arabia Saudita una centrale per gli eSports mondiali. A sostegno di questo specifico progetto ci sono 37,9 miliardi di dollari che Savvy Games metterà a disposizione nel corso degli anni per l’acquisizione di un publisher famoso e altre aziende chiave del settore.

International E-Sport Gamers forum “Next World”, in the Saudi capital Riyadh, on September 7, 2022.(Photo by Fayez Nureldine / AFP) (Photo by FAYEZ NURELDINE/AFP via Getty Images)

Anche se non è ancora dato sapere il nome del publisher, la strategia di Vision 2030 mira a fare degli eSports l’1% dell’intera economia saudita. Oggi il giro d’affari degli eSports in Arabia Saudita è valutato intorno al miliardo di dollari (dato Niko Partners) e un report del Boston Consulting Group stima che nel 2030 la cifra potrebbe salire a 7 miliardi di dollari.

Il Paese al momento non è ancora al centro della scena esportiva mondiale, anche se organizza già eventi di altissimo richiamo. In particolare il Gamers8, un festival di tornei (almeno 10 titoli diversi e 15 eventi) che quest’anno offre un montepremi complessivo di 45 milioni di dollari. Gli altri appuntamenti di rilievo sono quelli della Saudi eLeague e la eMBS League, quest’ultima incentrata sul calcio virtuale.

A livello competitivo, l’Arabia Saudita spicca nel campo di Rocket League grazie a campioni del calibro di Khalid ‘oKhaliD’ Qasim e Ahmad ‘Ahmad’ Abdullah. I risultati ottenuti hanno portato l’area MENA (Middle East/North Africa) all’interno delle Rocket League Championship Series.

E poi c’è l’e-calcio di FIFA dove il Regno vanta il campione del mondo 2018 Mossad ‘Msdossary’ Aldossary, ancora oggi l’esporter più vincente con il titolo di EA Sports. La stessa nazionale rimane un osso duro per tutti e non è un caso se la FIFAe Nations Cup 2023 verrà disputata proprio in Arabia Saudita.

Infine, le organizzazione più famose sono il Team Falcons, dove milita il già citato Aldossary, i Twisted Minds (Valorant, PUBG) e i forti 01 Esports di Rocket League.

Ma a questo punto è inevitabile porsi un interrogativo. Se gli eSports fra 7 anni varranno solo l’1% dell’economia saudita, tutti questi investimenti sono davvero giustificati?

Sono in molti a pensare che dietro alla National Gaming and Esports Strategy ci sia un’operazione di facciata. Non va infatti dimenticato che nel Paese esistono ancora molte violazioni dei diritti civili, soprattutto nei confronti delle donne e delle persone LGBTQ+. Nel 2018 l’Arabia Saudita e il principe ereditario in prima persona sono stati accusati dell’infausto omicidio del giornalista Jamal Khashoggy, reo di aver criticato la politica saudita soprattutto in relazione alla guerra con lo Yemen.

Puntare sugli eSports, che sono al centro degli interessi delle nuove generazioni, potrebbe quindi essere un’operazione di restyle della governance, di pulizia agli occhi dell’opinione pubblica. In questo senso qualcuno l’ha definita sarcasticamente un’operazione di “esportswashing”. (fonte esportsinsider.com)

Immagine di testa: Mossad ‘Msdossary’ Aldossary (credits Getty Images)