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Sono ancora in molti ad avere dubbi sulla professionalità degli esporters italiani. Si tratta purtroppo di un pregiudizio duro a morire, strettamente legato a una conoscenza parziale di questo settore e dei suoi protagonisti.

In realtà anche nel nostro Paese, più o meno da un quinquennio a questa parte, è stato tracciato un percorso professionale piuttosto chiaro che si basa su società pronte ad investire e a credere nelle potenzialità dei giovani. I quali, a loro volta, hanno dimostrato che impegno, ambizione e volontà non mancano alle nuove generazioni.

Il percorso professionistico nel settore dei videogame competitivi non è una passeggiata. E’ un strada in salita, dove non c’è nulla di regalato. Eppure ci sono tanti esempi che confermano il valore e la determinazione degli esporters nostrani, in particolare nell’ambito dell’e-calcio.

Tra questi c’è senza dubbio quello di Karim ‘Karimisbak‘ Rmaiti. Il 20enne di Casale Monferrato (AL) è passato nell’arco di due d’anni dal giocare “for fun” a FIFA ad essere uno degli esporter più forti in circolazione, non solo a livello italiano ma anche sulla scena internazionale.

Insomma, ‘da zero a cento’ ma non soltanto per una questione di talento innato. Dietro all’escalation di Karimisbak c’è infatti tanta volontà di raggiungere l’obiettivo. E anche una società importante. Dallo scorso anno Karim Rmaiti è infatti uno dei player di Betclic Apogee, organizzazione esportiva tra le più strutturate a livello europeo con team competitivi presenti in vari Paesi del continente.

I risultati dipendono dal lavoro di squadra. E’ quello che ci ha raccontato lo stesso Karimisback nell’intervista che segue, realizzata subito dopo la eSerie A TIM 2023.

Ciao Karim e grazie per essere di nuovo su PokerStarsnews.it. È passato più o meno un anno dalla volta precedente: ci racconti com’è stato il tuo percorso di esporter da quel momento fino all’inizio della eSerie A TIM 2023?

Ciao e grazie per avermi nuovamente contattato per l’intervista. Sono successe tante cose, sia positive che negative. Sono arrivati risultati importanti così come passi falsi: da un lato la mancata qualificazione al Mondiale dello scorso anno e dall’altro un bel nono posto in Europa nel FGS qualifier #2 di quest’anno, o il secondo posto e il titolo di MVP alla eSerie A 2023.

Cosa significa per te fare parte del team Betclic Apogee Esports e come stai vivendo questa nuova esperienza professionale? Qual è il rapporto all’interno della squadra?

Betclic Apogee è sempre stato uno dei team più importanti e rispettati nel panorama nazionale e internazionale. Un mio grande amico player, Matteo ‘Margamat’ Margaroli, ha militato qui lo scorso anno e mi ha parlato molto bene del team. Poi, vivendolo in prima persona, ho potuto capire il perché. I rapporti sono ottimi con tutti e c’è molta sincerità: questo per me è fondamentale. E poi c’è uno staff di professionisti esemplari, difficile da trovare altrove.

Per la eSerie A TIM 2023 hai indossato la maglia dell’Hellas Verona: che ambiente hai trovato all’interno della società scaligera?

L’Hellas Verona è il miglior team eSport in Italia, basti vedere la cura dei dettagli e la minuziosità del lavoro svolto con noi player. Sono davvero molto soddisfatto per tutte le collaborazioni fatte insieme e per quanti contenuti siamo riusciti a creare.

Entriamo nell’argomento eSerie A TIM 2023. Prima di tutto, come giudichi la formula di quest’anno?

Le formule di ogni torneo sono diverse e possono variare, per cui quando viene ufficializzato un format bisogna accettarlo e adeguarsi. L’unica cosa di cui tutti si sono lamentati è che il finalista, pur arrivando alla sfida per il titolo con 0 sconfitte, ha le stesse possibilità di un giocatore che in precedenza ha perso qualche partita. Per fare l’esempio pratico, con la vittoria su Danipitbull in semifinale io sono arrivato in finale senza aver mai perso, mentre lui con una sconfitta ha avuto la chance per sfidarmi di nuovo. Al quel punto, teoricamente e come avviene in altre competizioni, avrebbe dovuto battermi due volte per aggiudicarsi il titolo. Ma ripeto, questo è il regolamento e va accettato.

Il Verona ha dominato il gruppo A con l’attacco nettamente più prolifico. Da lì una marcia trionfale fino all’atto conclusivo delle Final Eight: è stato davvero tutto così facile come sembra?

No, nessuna partita è stata facile. Soprattutto dopo la fase a gironi perché ho giocato contro Virgil (Francesco Allocca, del Torino), ottavo nel ranking europeo. Poi ho dovuto competere con Obrun e con Danipitbull due volte di fila. Ero in uno stato di forma ottimo e mi sentivo veramente bene, peccato per le piccole sbavature e la tanta sfortuna nell’ultima partita.

La sfida contro Obrun2002 è stata forse la più bella del torneo. Come ti sei preparato e su quali elementi tecnico/tattici hai scelto di puntare per battere Francesco Tagliafierro?

Provo tantissimo rispetto per Obrun e sapevo che la partita contro di lui sarebbe stata molto difficile anche perché eravamo a ‘casa sua’, cioè a Lecce. Sapevo anche che la vittoria mi avrebbe dato poi la doppia chance per andare alla Grand Final. Ho studiato un po’ le sue mosse principali, però non si può anticipare tutto: ce la siamo giocata tutta sul momento. Anche l’istinto e la lettura delle situazioni sono aspetti fondamentali.

Poi è arrivata la finalissima contro Danipitbull, un doppio match molto tirato dove però la tua abilità di fare gol si è un po’ spenta: solo bravura di Danilo Pinto o ritieni di aver sbagliato qualcosa?

‘Dani’, anche quando l’ho battuto nelle F8, si è sempre mostrato davvero forte difensivamente. Posso però dire che nella finale sono stato molto sfortunato sia nel gol del pareggio, dove c’è stato un vero e proprio bug di gioco, sia nella partita di ritorno quando ho avuto una doppia occasione clamorosa (palo e miracolo del suo portiere)! 

Però sappiamo bene che dove c’è una sconfitta ci sono degli errori, quindi bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire.

Alla fine è arrivato il secondo ‘argento’ consecutivo e il premio MVP. A distanza di qualche settimana, come valuti la tua performance? Prevale il rimpianto per il titolo mancato o sei comunque soddisfatto?

Non sono per niente soddisfatto, lo dico sinceramente. Volevo la coppa a qualsiasi costo: me lo ero ripromesso dopo la finale dell’anno scorso. Purtroppo è andata così e bisogna accettarlo. Sono comunque contento per il premio di MVP e per tutte le statistiche a favore, ma non posso nascondere il fatto che il vero obiettivo fosse il primato.

Chiudiamo con uno sguardo sul futuro prossimo: quali sono gli obiettivi tuoi e del team Betclic Apogee per l’annata in corso?

Il primo obiettivo è quello di qualificarmi al Mondiale con i playoff di Londra che si svolgeranno il 24/25 giugno. Se non dovessi raggiungere la rassegna iridata per me sarebbe un’annata fallimentare: darò veramente tutto in quel torneo.