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In casa Activision Blizzard tira un’aria sempre più pesante, soprattutto se si parla di eSports.

Già travagliata dalle accuse di molestie sessuali rivolte nel 2007 al proprio CEO Robert Kotick e successivamente ampliate a “tossicità del luogo di lavoro” (2021), impantanata per quasi due anni nel complesso percorso di acquisizione da parte di Microsoft concluso solo nell’ottobre 2023, il colosso dei videogame sta progressivamente alzando bandiera bianca sul fronte dei titoli competitivi.

L’ultima, deludente news in questo senso è arrivata un paio di settimane fa e riguarda la chiusura definitiva di GameBattles. Parliamo della storica piattaforma peer-to-peer che per 20 anni ha offerto occasioni di incontro e di competizione ai giocatori di tutto il mondo. Creata nel 2003, GameBattles è diventata nel 2006 parte della Major League Gaming (società di organizzazione eventi esportivi), a sua volta inglobata da Activision Blizzard nel 2016.

Non è chiaro se la decisione di mettere fine a questo percorso sia in qualche modo collegata all’arrivo di Microsoft e al cambio di CEO (Kotick lascerà l’azienda il primo gennaio 2024), ma è certo che si tratta di una perdita importante per la community degli appassionati, in particolare per quelli della serie Call of Duty.

Nel corso degli anni, infatti, GameBattles ha contribuito a creare l’eSport del famoso sparatutto in prima persona, il quale è diventato la colonna portante della piattaforma. E in parte è ancora così. Non va però dimenticato che GameBattles ospita – verrebbe da dire ospitava – anche altri titoli competitivi: Overwatch 2, World of Warcraft, Heroes of the Storm e Starcraft II.

La notizia ha iniziato a circolare in rete il 13 novembre scorso, con un laconico messaggio via Twitter:

La community dei giocatori ha reagito ovviamente in maniera molto negativa, guidata anche da alcuni famosi top esporters di CoD. D’altra parte, la chiusura di GameBattles significa la fine di tanti tornei importanti di Call of Duty (sia per pc che per mobile), di Overwatch e potenzialmente anche della stessa Major League Gaming.

Come abbiamo detto all’inizio, dietro a questa decisione potrebbe esserci anche Microsoft. La cosa non è però molto credibile, perché i segnali del progressivo allontanamento di Activision Blizzard dal mondo degli eSports sono iniziati quando ancora la chiusura deal non era sicura.

All’inizio del 2023, l’azienda ha annunciato tagli al settore competitivo tali da portare alla scomparsa della Overwatch League. Da ormai due anni, l’eSport di Hearthstone è sempre più piccolo in termini di eventi, premi e copertura mediatica. World of Warcraft e Heroes of The Storm non sono mai diventati titoli di richiamo a livello torneistico.

CoD a parte, tra i main titles rimane solo StarCraft II sul quale però sta calando un inquietante silenzio. Del tanto atteso StarCraft III non c’è nemmeno l’ombra, mentre l’eSport è passato dall’essere uno dei più attivi e seguiti nel mondo, al modesto 23mo posto per prizepool registrato nel 2023.

Forse è solo questione di tempo perché anche il titolo sci-fi finisca nel dimenticaio di Activision Blizzard.