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Sta per concludersi la stagione 2023 del ciclismo. In attesa di un 2024 davvero di fuoco con l’apoteosi del Tour de France che partirà in Italia andiamo a vedere cosa ci ha lasciato quest’annata. Abbiamo suddiviso i vari corridori e le squadre in tre gruppi: promossi, rimandati e bocciati. Quindi è tempo di pagelle ciclismo.

Promossi 2023: Jumbo fuori categoria coi suoi assi

La Jumbo meriterebbe un capitoletto a parte per come ha dominato la stagione delle grandi corse a tappe. Nel ciclismo contemporaneo non si era mai vista una squadra radere al suolo la concorrenza conquistando Giro, Tour e Vuelta con tre corridori diversi: Roglic, Vingegaard e Kuss, i tre fenomeni in maglia giallonera, con la chicca del podio di Madrid completamente riservato alla Jumbo. Una “bullizzazione” quasi imbarazzante anche per lo spettatore neutrale. Scongiurata la fusione con Deceunink, il team perderà Roglic lasciando campo libero a Vingegaard.

In questa categoria dei promossi non possiamo non mettere però anche Tadej Pogacar. Arrivato al Tour de France in condizioni precarie, ha dato battaglia per due settimane, finendo annientato dalle stilettate di un Vingegaard tirato a lucido. Secondo posto a Parigi, ma per il resto stagione da leccarsi i baffi: Parigi-Nizza, Giro della Fiandre, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Giro di Lombardia per la terza volta consecutiva. A tratti è stato l’unico spendibile della UAE ad alti livelli, visto che Almeida e Adam Yates nonostante i due podi rispettivamente a Giro e Tour non è che abbiano combinato molto.

A modo suo anche Remco Evenepoel è da applaudire. Corre sempre in una maniera estrema, al Giro si ritira in Maglia Rosa per via del Covid, mentre alla Vuelta dove va per difendere il titolo va fuori classifica quasi subito poi vince tre tappe una più dura dell’altra. Liegi-Bastogne-Liegi e Clasica di San Sebastian lo confermano anche come uomo da classica, perché forse nelle corse a tappe di tre settimane gli manca ancora una certa tenuta psicologica. Al momento il miglior cronoman al mondo, probabilmente meglio anche di Ganna: il titolo iridato è lì a dimostrarlo.

Le vittorie nel mondiale e alla Parigi-Roubaix infine mettono in questa lista anche Mathieu Van der Poel: annata un po’ strana per il figlio e nipote d’arte, quasi chirurgico nel centrare obiettivi prestigiosi e al contempo in ombra per il resto della stagione. La stoccata al mondiale di Glasgow, vinto nonostante una caduta nel finale, rimarrà a lungo nella memoria.

Rimandati 2023: Trek, Bora e Jayco provano l’assalto

Per come si sta mettendo il mercato, ma pure vedendo il 2023 specie dall’estate in avanti, il 2024 promette di essere una buona annata per la Trek, che ha cambiato il main sponsor con l’ingresso di Lidl.

Ben nove già i “nuovi acquisti” per la prossima stagione: su tutti Tao Geoghegan Hart, che sarà il leader per le corse a tappe, e Jonathan Milan per provare a competere negli sprint non solo con Pedersen. Anche Konrad, Oomen e il nostro Bagioli sono colpi interessanti in ottica ampliamento della rosa. Nel 2023 il picco è stato senza dubbio la vittoria di Giulio Ciccone nella classifica degli scalatori al Tour, quella maglia a pois tornata “italiana” dopo trent’anni.

A proposito di colpi a sensazione, che dire della Bora-Hansgrohe che si prepara ad accogliere tra le proprie fila Primoz Roglic? La sensazione è che il team tedesco sia già ben strutturato, ma senza un vero leader: Hindley non lo è nonostante la vittoria al Giro nel 2022 (arrivata in maniera quasi inaspettata) e la maglia gialla indossata un giorno al Tour di quest’anno. Kamna e Vlasov non garantiscono continuità e allora ecco uno dei top tre ciclisti in circolazione, che finalmente avrà la squadra tutta per lui. In quanto a giovani, occhio al belga Uijtdebroeks, 20 anni e già capace di stare coi migliori alla Vuelta.

A metà del guado, o comunque rimandata al 2024, la Jayco-Alula di Simon Yates e del nostro Filippo Zana, una delle rivelazioni del 2023 nonché uno dei pochi italiani capaci di ritagliarsi spazio assieme a Filippo Ganna. Con l’irlandese Dunbar il team australiano pare abbia trovato qualcun altro di spendibile nelle corse a tappe, mentre l’arrivo di Ewan dalla Lotto significa che la Jayco, che ha già in casa un altro specialista come Groenewegen, punterà fortissimo sulle volate.

Bocciati 2023: Ineos, aria di smobilitazione?

Per soldi investiti paragonati ai risultati il flop dell’anno è sicuramente l’Ineos.

La squadra inglese probabilmente ha iniziato a maledire la stagione nel momento in cui Tao Geoghegan Hart è caduto, rompendosi il femore, nella discesa del Passo del Bracco al Giro d’Italia. A quel punto tutte le aspettative sono finite sulle spalle del vecchio Geraint Thomas che si è arrangiato fin quasi alla fine della corsa rosa: secondo posto per il gallese, quasi a sorpresa.

Per il resto la vittoria di Pidcock alle Strade Bianche non può bastare per salvare la stagione. Con Tao diretto alla Trek, Thomas di un anno più vecchio e Bernal quasi da considerare un ex, purtroppo, il leader del 2024 sarà Carlos Rodriguez, molto positivo al Tour. Basterà? Difficile.

Molto male anche l’EF e nello specifico Richard Carapaz, la cui stagione è durata di fatto pochi chilometri: il tempo di cadere nella prima tappa del Tour e di rompersi la clavicola. Sfortunato il campione olimpico ecuadoriano, ma in generale tutta la squadra a parte qualche lampo (4 vittorie appena nel 2023) è come se si stesse sfarinando. L’addio di Rigoberto Uran lascia un vuoto pesante a livello di leadership per i rosa. Ben Healy è un ottimo prospetto, ma solo per provare a strappare qualche tappa qua e là come a Fossombrone al Giro di quest’anno.

Come ciclisti-delusione bisogna mettere qua Biriam Girmay, assolutamente impalpabile per tutto il 2023. L’eritreo dell’Intermarché non ha combinato molto dopo essere stato il primo corridore dell’Africa Nera a vincere una tappa in una grande corsa a tappe, nel Giro 2022.