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Sta per iniziare l’edizione 2021 del Tour de France, rassegna ciclistica che – al pari di una qualsiasi manifestazione calcistica di grande importanza – riunisce tifosi e curiosi davanti alle televisioni, a tifare per il proprio eroe.

Perché di eroi si tratta: atleti che completano percorsi durissimi, col caldo di giugno e luglio, tra mille difficoltà.

E allora, l’entusiasmo nella gente si accende ancor di più quando il protagonista del Tour è un ciclista azzurro.

E’ capitato, infatti, in dieci occasioni che la Grande Boucle se la sia portata a casa un italiano, scrivendo pagine memorabili di sport.

Nello specifico, il Tour è stato vinto da Ottavio Bottecchia (1924, 1925), Gino Bartali (1938, 1948), Fausto Coppi (1950, 1952), Gastone Nencini (1960), Felice Gimondi (1965), Marco Pantani (1998) e Vincenzo Nibali (2014)

Andiamo a ripercorrere brevemente la storia degli Italiani che si sono presi Parigi.

Bottecchia, il primo vincitore

Il primo ciclista azzurro a compiere l’impresa sui Campi Elisi è stato Ottavio Bottecchia, friulano che negli anni Venti conquistò due volte la maglia gialla.

La sua storia è commovente, se si pensa che è salito in bicicletta appena dopo la Prima Guerra Mondiale, alternandosi col suo lavoro da muratore, affermandosi prima in patria e poi in Francia.

Nel 1924 arriva al Tour con la fama di scalatore e passista, e domina vincendo quattro tappe, così come l’anno successivo, divenendo un eroe anche Oltralpe.

I proventi dalle vittorie al Tour gli permettono di aprire una officina dove assembla biciclette: da allora, il marchio Bottecchia è uno dei più famosi tra i ciclisti.

Bartali, tripletta mancata

Uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre è stato Gino Bartali, vincitore al Tour nel 1938 e nel 1948, scrivendo con Fausto Coppi il più grande dualismo della storia dello sport.

Pochi sanno, però, che Bartali è andato vicinissimo alla clamorosa tripletta in Francia, dal momento che nel 1937, indossa la maglia gialla a metà competizione ed è strafavorito per la vittoria finale.

Tuttavia, un maxi incidente lo fa cadere dentro un torrente gelato nei pressi di Grenoble, procurandogli fratture nell’immediato e una bronchite il giorno successivo, costringendolo al ritiro.

Fortunatamente per lui, arrivano in seguito due vittorie straordinarie.

Il più grande, Fausto Coppi

Anche Fausto Coppi, come Bartali, ha vinto due volte in terra francese. La prima affermazione è arrivata nel 1949, a trent’anni: e dire che dopo quattro tappe accusava un ritardo di mezz’ora, apparentemente incolmabile. In seguito, però, riesce nell’impresa di recuperare, diventando peraltro il primo ciclista della storia a vincere Giro d’Italia e Tour nello stesso anno.

Coppi farà il bis nel 1952, nell’edizione passata alla storia per la celebre foto che lo ritrae insieme a Bartali, con quest’ultimo che gli passa la borraccia.

Nencini e Gimondi, gli anni ’60 azzurri

Dopo aver vinto il Giro d’Italia nel 1957, Gastone Nencini acciuffa il Tour nel 1960: la curiosità è che tale impresa avviene senza che Nencini conquisti una sola tappa. Tra le tante qualità che gli vengono riconosciute, oltre ad essere un ottimo scalatore, quella della gestione delle corse, tenendo sempre d’occhio gli avversari più accreditati e centellinando le energie.

Nel 1965, poi, altro sorriso tricolore: è la volta di Felice Gimondi.

Gimondi che, per decenni, ha conservato la particolarità di aver trionfato (pur non nello stesso anno) sia nel Giro, che nel Tour che nella Vuelta. Ma la vittoria del 1965 a Parigi resta forse la più romantica, se si pensa che il bergamasco si presenta al Tour come riserva, in sostituzione del gregario Babini, allo scopo di aiutare il capitano di squadra Adorni.

Clamorosamente, dopo tre tappe Felice veste la maglia gialla, che non molla praticamente più fino a Parigi, conquistando giovanissimo un alloro così importante. Gimondi, peraltro, differentemente dai vari Coppi e Bartali che l’avevano preceduto nell’albo d’oro, si dimostra essere anche un eccellente ciclista nelle gare a cronometro.

L’emozione Pantani

Chi era abbastanza grande nel 1998, ancora si ricorderà le emozioni generate dal “Pirata” per eccellenza: quell’anno, il romagnolo Marco Pantani , già trionfatore al Giro d’Italia, ha compiuto alcuni capolavori che tutti abbiamo ancora davanti agli occhi.

Su tutte, va ricordata la potenza palesata nella tappa de Les Deux Alpes, dove ha compiuto un recupero clamoroso su Jan Ullrich; ma ancor di più è entrata nella leggenda la tappa del Colle del Galibier, quando in salita ha prima affiancato e poi letteralmente seminato l’antagonista tedesco, arrivando al traguardo quasi nove minuti prima, vestendo una maglia gialla che nessuno gli leva più sino a Parigi.

Leggendario.

Nibali, l’ultimo acuto italiano

L’ultima vittoria azzurra in ordine di tempo è quella di Vincenzo Nibali, arrivata nel 2014 al termine di un Tour assolutamente dominato e mai in discussione.

Per rilevare la perentorietà della vittoria sarebbe sufficiente guardare i distacchi dei rivali più accreditati, quei Peraud e Pinot arrivati a otto minuti di distacco. Nibali, soprannominato “lo squalo”, vince ben quattro tappe , trovandosi indifferentemente a proprio agio in salita, a cronometro e sul pavè di Roubaix.

Il lotto azzurro, quindi, è a quota dieci vittorie con sette diversi autori: speriamo al più presto di poter aggiornare il nostro albo d’oro.