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Jonas Vingegaard ha vinto l’edizione numero 110 del Tour de France. L’ha fatto in maniera netta sulla carta, ma fino all’ultima settimana tutto sembrava ancora in gioco. Poi il crollo verticale di Tadej Pogacar e la strada spianata per il danese, al secondo successo consecutivo nella Grande Boucle.

Ecco comunque le pagelle di questo Tour de France, che a lungo è stato come spettacolarità pari se non migliore della corsa dell’anno scorso.

Jonas Vingegaard – Voto 10

Chirurgico, semplicemente perfetto. Era dal 2014 che un corridore non vinceva il Tour de France con un distacco sul secondo maggiore di quello del fenomeno della Jumbo Visma. All’epoca era stato il nostro Vincenzo Nibali. Ultima settimana da vero dominatore dopo l’equilibrio delle precedenti due, con la cronometro di Combloux destinata a rimanere nella leggenda e che ha sparigliato tutto. Sedici tappe su 21 con la Maglia Gialla certificano il suo dominio. Indecorose le insinuazioni sulle sue prestazioni.

Jasper Philipsen – Voto 9

Un voto in meno per come ha “bullizzato” Eenkhorn nella tappa di Bourg-en-Bresse, in cui si è svegliato peraltro tardi per andare a prendere il fuggitivo Asgreen. Per il resto, un Tour da cannibale con quattro sprint messi in cascina, alcuni dei quali quasi sbadigliando.

Tadej Pogacar – Voto 8

Come dicevamo a inizio Tour, tutto sarebbe dipeso dalle sue condizioni dopo l’infortunio alla Liegi-Bastogne-Liegi che l’aveva costretto a riformulare la preparazione. Frattura allo scafoide, guaio particolarmente rognoso. Onore comunque a Pogi che per due settimane ha messo pressione quasi da solo su Vingegaard e la Jumbo. La vittoria di Cauterets con l’attacco in faccia a Vingegaard il suo punto più alto.

Fratelli Yates – Voto 8

Primo podio in una grande corsa per Adam, perfetto gregario di Pogacar; quarto posto per Simon, di fatto il migliore dei “terrestri”. Indimenticabile e difficilmente battibile in futuro il risultato ottenuto nella prima tappa di questo Tour, doppietta in famiglia a Bilbao.

Bahrain-Victorious – Voto 8

Dopo la tragedia di Gino Mader, morto durante il Giro di Svizzera, molti occhi erano puntati sulla squadra con capitano Mikel Landa. Quest’ultimo è andato abbastanza male, non così il suo corregionale Pello Bilbao, addirittura nella top ten della generale e vincitore a Issoire con una volata sontuosa. La Bahrain comunque ha centrato altri due successi di tappa con Poels e Mohoric, in onore del loro povero ex-compagno di squadra, scomparso tragicamente.

Carlos Rodriguez – Voto 7,5

Niente podio per l’andaluso, ma il futuro è assolutamente dalla sua parte. Fenomenale la vittoria nella tappa di Morzine, mentre Vingegaard e Pogacar si beccavano a suon di attacchi e contrattacchi. Commovente anche l’atteggiamento nella frazione di Le Markstein, con oltre 100 chilometri a tutta dopo una caduta e la faccia tumefatta. La Ineos se lo gode, anche se Rodriguez pare abbia già un accordo con la Movistar per il 2024.

Giulio Ciccone – Voto 7,5

Di pura rabbia, la Maglia Pois a Parigi come miglior scalatore del Tour. Un italiano non la vinceva da 31 anni, da quando Claudio Chiappucci aveva messo in fila tutti. Bravo Giulio, unica vera luce del ciclismo italiano in questa corsa dove ci siamo presentati da comprimari assoluti, purtroppo.

Corridori francesi – Voto 5

Una sola vittoria di tappa, a sorpresa con Lafay a San Sebastian nella seconda frazione. Per il resto molto “vorrei ma non posso” a cominciare da Alaphilippe, ormai ridotto a comprimario. Bardet a terra, Gaudu quasi trasparente anche se in top 10 nella generale come “il filosofo” Martin e Pinot generoso o poco più: se Atene (l’Italia) piange, Sparta (la Francia) non ride.

Mathieu Van der Poel – Voto 4

Uno dei più attesi alla vigilia e “zeru tituli”, ma neanche da vicino. Niente gamba per l’olandese, che non è mai riuscito a quagliare una fuga o a imporsi in volata. Sfida a distanza col “gemello” Van Aert nettamente persa.

Egan Bernal – Voto 3

Fa male vedere un campione come il colombiano, vincitore del Tour solamente quattro anni fa, ridotto in queste condizioni. Del resto l’incidente che a momenti lo ha ucciso nel 2022 mentre si allenava è stato a dir poco tremendo. Sfortunatamente, però, la situazione è abbastanza triste.