Dopo avervi raccontato le peggiori prime scelte nella storia del Draft, andiamo ad analizzare le “steals” più clamorose di sempre, ovvero quei giocatori chiamati con una pick bassa al Draft, ma che poi si sono rivelati scommesse vincenti. Tra queste, Nikola Jokić e Manu Ginobili sono tra le migliori, considerando la posizione in cui sono stati scelti e l’impatto che hanno avuto in Nba.
George Gervin (1974)
La prima “rubata” del Draft risale, secondo il nostro punto di vista, al 1974, quando George Gervin, esterno di 201 centimetri, venne chiamato addirittura al terzo giro con la pick 40. Gervin diventò ben presto un attaccante clamoroso e anche in Nba se ne accorsero, dato che vinse per quattro volte il premio di capocannoniere della massima lega cestistica americana.
John Stockton (1984)
In un Draft, quello 1984, in cui si presentarono a rapporto Hakeem Olajuwon, Michael Jordan e Charles Barkley, John Stockton non godeva dei favori del pronostico. I Jazz però spesero la scelta numero 16 per accaparrarsi quel talentuoso playmaker e il resto è storia: 19 stagioni nello Utah, solo 22 gare saltate in carriera e 15806 assist smazzati (primo all-time). Stockton e Malone crearono una coppia clamorosamente efficace, per quanto non riuscirono mai ad agguantare l’anello.
Dennis Rodman (1986)
Servirebbe un libro (per altro già scritto) per raccontare il genio e la sregolatezza di Dennis Rodman sia dentro che fuori dal parquet. A scommettere su di lui furono i Detroit Pistons, i quali lo selezionarono al secondo giro (scelta 27), un’aggiunta perfetta per una squadra già da titolo. Rodman si rivelò una scommessa vinta dalla dirigenza dei Pistons, dato che nel 1989 e nel 1990 arrivarono due titoli storici, anche e soprattutto grazie all’aiuto di Dennis.
Manu Ginobili (1999)
Quando Ginobili venne chiamato dai San Antonio Spurs al Draft 1999 con la pick 57 (si, avete letto bene), la guardia argentina aveva appena concluso la prima memorabile stagione alla Viola Reggio Calabria. Manu decise di rimanere in Europa fino al 2002, giusto il tempo di far sognare ancora i tifosi della Viola e poi quelli della Virtus Bologna, squadra con cui vinse, da protagonista, persino il Grande Slam (Coppa Italia, Campionato ed Eurolega). Dopo l’argento conquistato ad Indianapolis con la sua Argentina, gli Spurs capirono definitivamente di avere un diamante fra le mani e, probabilmente, di aver compiuto la “steal” del secolo.
Tony Parker (2001)
Ancora gli Spurs e ancora una steal of the Draft. Siamo nel 2001 e i Wizards hanno appena scelto Kwame Brown con la prima chiamata assoluta: servirà attendere altre 26 scelte per giungere a quella più importante, ovvero la numero 28, con cui San Antonio si guadagnò un nuovo gioiello di nome Tony Parker. In due anni gli Spurs crearono una coppia da leccarsi i baffi, che conquisterà ben quattro titoli (con l’aiuto anche di Tim Duncan e di un gioco celestiale), il tutto utilizzando solo una pick 57 e una pick 28.
Gilbert Arenas (2001)
Nello stesso Draft di Tony Parker, troviamo anche Gilbert Arenas, selezionato dai Golden State Warriors addirittura con una scelta più bassa (30). La point-guard nativa di Tampa si migliorò notevolmente nelle prime due stagioni ai Warriors, per poi spiccare definitivamente il volo: dopo aver vinto il Most Improved Player, divenne un All-Star e uno dei giocatori qualitativamente migliori a livello offensivo, pur mancando l’appuntamento con l’anello.
Marc Gasol (2007)
Il Draft 2007 è stata l’edizione che ha visto Marco Belinelli entrare ufficialmente nel mondo Nba (scelta 18), ma è anche quello in cui i Los Angeles Lakers selezionarono Marco Gasol con la chiamata 48. Marc giocò per un altro anno in Spagna, prima di trasferirsi oltreoceano a Memphis: nel corso degli anni diventò un giocatore di grande impatto (anche della nazionale spagnola) e nel 2019 raggiunse l’apice, vincendo l’anello con i Raptors.
Draymond Green (2012)
Draymond Green è uno dei motivi per cui i Warriors sono diventati una vera e propria dinastia. Golden State lo chiamò con la scelta 35, un furto con scasso che fruttò molto nei successivi anni: ancora in attività, Green ha già agguantato ben quattro anelli ed è a tutti gli effetti un uomo chiave nel sistema di gioco di coach Kerr.
Nikola Jokić (2014)
L’ultimo della lista è il centro serbo attualmente in forza ai Nuggets, il quale è probabilmente una delle scelte – se non la scelta – più clamorose nella storia del Draft Nba. Il Joker venne selezionato nel 2014 con la pick 41 al secondo giro proprio nel momento in cui in tv fu lanciato uno spot di Taco Bell, a testimonianza di quanto il serbo fosse ancora sconosciuto ai più in quell’estate. Jokić ha dimostrato comunque che quella chiamata si rivelò azzeccatissima, agguantando (fino ad ora) tre titoli di Mvp della Regular Season e un anello nel 2023.
Menzione: Dražen Petrović
Il “Mozart dei Canestri” ci lasciò troppo presto, ma comunque in tempo per farci innamorare di lui sui campi da basket. Venne scelto con la pick 60 dai Portland Trail-Blazers, ma il suo debutto in Nba avvenne più tardi, nel 1989-90, anno in cui la sua Portland raggiunse addirittura le Nba Finals. Un europeo in Nba all’epoca era una novità, anche se Petrović mostrò tutto il suo talento, prima di quel fatale incidente datato 7 giugno 1993.