Accanto al torneo maschile, la Caja Magica ospita anche il WTA Premier 1000, a rendere il Mutua Madrid Open un evento globale da vero e proprio “mini Slam”.
Si riparte da Iga Swiatek e dal successo dello scorso anno sull’ormai eterna rivale Aryna Sabalenka, che però nel frattempo l’ha superata in vetta al ranking WTA, rendendosi al momento intangibile.
WTA Madrid: Iga Swiatek cerca segnali dall’amata terra
Si riparte anche dal solito interrogativo sulla campionessa polacca e su una differenza di rendimento tra la terra battuta e le altre superfici. Una differenza che cozza un po’ con quel processo in atto nel tennis, che va verso una riduzione delle differenze tra le varie superfici.
Sembra pertanto più un problema mentale che altro, accanto alla vicenda della squalifica per l’incidente-doping, che sembra averla danneggiata ben oltre la lieve sospensione inflittale.
Non si spiega altrimenti come Swiatek possa aver perso quella semifinale contro Madison Keys a Melbourne, dopo aver lasciato 14 game alle avversarie nei 5 turni precedenti, e dopo aver vinto il primo set contro l’americana.
Qualunque sia la ragione, Iga farà bene a sbrigarsi a trovare una soluzione, perché dietro si staglia minacciosa la sagoma di Mirra Andreeva, senza considerare Coco Gauff che è a sua volta alle prese con un momento di crisi.
Jasmine Paolini, il futuro è adesso
E poi c’è Jasmine Paolini. La toscana, mentre scriviamo, sta giocando a Stoccarda il primo torneo con il nuovo coach Marc Lopez, dopo 10 anni trascorsi in simbiosi con Renzo Furlan. “Ci stiamo conoscendo”, ha commentato Jasmine dopo le prime due partite vinte, contro Eva Lys e Jule Niemeier, faticando un po’ solo nel secondo set contro quest’ultima.
Al netto di qualche problema fisico, forse il cambio di coach era necessario a Paolini per provare a ritrovare piena fiducia cercando nuovi stimoli. I mesi che la attendono sono impegnativi e il carico non sarà da poco, perché i tanti punti da difendere (finali del Roland Garros e di Wimbledon) comportano una pressione non indifferente da sopportare.
L’impressione è che Jasmine voglia dimostrare a se stessa, prima che agli altri, di valere quella sesta piazza – o comunque la top 10 fissa – che si è guadagnata nel 2024.
Il suo rendimento contro le top 10 non lascia troppo ottimismo. Nel 2024, per distacco l’anno migliore della carriera, Jasmine Paolini ha chiuso con 3 vinte e 6 perse il bilancio contro le avversarie in top 10. Due di queste vittorie sono arrivate contro Elena Rybakina, della quale abbiamo saputo i problemi intercorsi con il suo ormai ex coach, mentre la terza è giunta contro una tennista superba ma in evidente calo fisico come Ons Jabeur. Il gap fisico con le altre top rende necessaria una sua condizione atletica perfetta, perché la potenza non le manca assolutamente ma altezza e leve sì.
Già i quarti di Stoccarda contro Coco Gauff, contro la quale è sotto 0-2 nei precedenti, ci diranno se Lopez è già riuscito a toccare le corde giuste. Madrid sarà invece un test importante in ottica Roma e Parigi: arrivarci con un bel filotto di vittorie alle spalle sarebbe un boost fondamentale.
A Lucia Bronzetti serve fiducia
L’unica altra italiana in tabellone è Lucia Bronzetti. La riminese, però, ad aprile ha giocato poco e male finora: 1° turno a Charleston dalla trentaseienne Shuai Zhang, primo turno a Rouen dalla teenager francese Tiantsoa Sarah Rakotomanga Rajaonah, numero 291 WTA.
La sconfitta contro Maria Sakkari a Miami era stata dolorosa per il modo con cui era arrivata, ma in precedenza Bronzetti aveva raggiunto la prima finale WTA dell’anno e quinta in carriera, a Cluj in Romania, perdendo in rimonta da Potapova. La terra non rappresenta per lei un problema o un vantaggio, essendo Lucia una giocatrice dal rendimento grosso modo costante su tutte le superfici. Forse è solo un po’ di fiducia, che le manca in questo momento.