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In questa strana Italia, Jannik Sinner appare come uno che deve sempre dimostrare qualcosa. Raggiungere a 21 anni la semifinale di Wimbledon ed essere, seppur per 24 ore, il più giovane a riuscirci negli ultimi 15 anni, sembra quasi che sia un minimo sindacale. Non è così, ovviamente. Gli italiani dovrebbero (ri)imparare a godersi i momenti belli e questo sarà Sinner-Djokovic di domani, comunque vada a finire.

Noi ci proviamo, a dare la nostra lettura di questo attesissimo match, cercando di capire se e come il giovane azzurro potrebbe mettere nel sacco il giocatore più vincente nella storia del tennis.

Jannik Sinner vs Novak Djokovic: i precedenti

I precedenti fra Jannik e Nole sono solo due, ma il 2° turno del Masters 1000 Montecarlo 2021 non fa molto testo, per distanza temporale, superficie e momento del torneo. Per la cronaca, vinse Djokovic 64 62.

Molto più probante, anzi direi cruciale, è quanto accaduto ai quarti di Wimbledon 2022. La sintesi dice che Djokovic vinse 57 26 63 62 62, ma non fu un banale match dai due volti. Nole ebbe bisogno di due set per capire come insinuarsi nella testa di Sinner, togliergli certezze, depotenziarlo fino ad annientarlo. Così fa da quasi 4 lustri con tutti i suoi avversari più forti, così si è affermato come il più forte tennista della storia. Non il più bello da vedere, non il più spettacolare, ma l’essere umano con una racchetta in mano che più di ogni altro sa trovare sempre una strada verso la vittoria.

Nell’analizzare le partite di tennis su erba, e in particolare di Novak Djokovic, una statistica fondamentale sono i punti vinti nei game di risposta. Nei quarti 2022 Sinner ne vinse il 42,9% nel primo set, contro il 36,8 di Nole. Nel secondo set Sinner sembrava inarrestabile e i RPW (Return Points Won) lo testimoniano: 47,8% per lui, appena 20% per il suo attonito rivale. Un dato che sembra finto, trattandosi di Djokovic, ma così andò quel secondo set, con la ciliegina sulla torta del 100% dei punti vinti con la prima di servizio, da parte dell’italiano che chiuse 62 il parziale.

Sembrava l’inizio della rivoluzione, ma chi conosce bene Djokovic sapeva che darlo per morto è il più grande errore possibile. L’inversione di tendenza, anche qui, è ben testimoniata dai punti vinti in risposta.

  • 3° set: Djokovic 44,4%, Sinner 20%
  • 4° set: Djokovic 48,1%, Sinner 28,6%
  • 5° set: Djokovic 45,5%, Sinner 5,9%

Quarti 2022-Semifinale 2023: cosa è cambiato da allora

Dai quarti del 2022 alla semifinale di quest’anno c’è un solo cambiamento di rilievo, o meglio una differenza che si è accentuata: il momento della carriera. Non potrebbe essere altrimenti, visto che la differenza di età fra i due (14 anni e 3 mesi) sarà la più ampia di sempre per una semifinale maschile a Wimbledon.

Jannik Sinner sta cercando di trovare gli ingredienti giusti per scalare la classifica e vincere al più alto livello possibile. A Nole, oggi, della classifica non potrebbe importare di meno. Il campionissimo serbo vive per gli Slam, per alimentare ulteriormente la sua leggenda, e a 36 anni suonati sarebbe sorprendente vedere il contrario. A Nole non cambia molto affrontare uno Slam come testa di serie numero 1, 5 o 12, l’importante è alzare il trofeo. Realisticamente, il suo obiettivo sarà quello di provare a ricalcare il percorso del 2021, quando arrivò a tanto così dal Grande Slam (sconfitta in finale US Open da Medvedev). Per farlo, alla sua età devi giocare necessariamente al risparmio.

Sinner-Djokovic: come ci arriva l’italiano

Si sono già scritti fiumi di parole sul tabellone favorevole trovato da Jannik Sinner, in larga parte a sproposito. Non è certo colpa dell’altoatesino se i vari Fritz, Ruud e Coric si sono autoeliminati. Dunque, l’essere il primo ad arrivare in semifinale a Wimbledon senza aver battuto un giocatore sopra al n.70 in classifica è un fatto, da prendere come tale.

La verità è che Jannik ha avuto una innegabile crescita, rispetto allo scorso anno, e in questo torneo ha mostrato di avere ancora enormi margini di miglioramento. Basti guardare il servizio, buono ma migliorabile, visto che solo in una occasione ha servito almeno il 60% di prime palle (69% contro Cerundolo al 1° turno). Jannik ha però servito bene nei momenti importanti.

Dall’altra parte, solo in una occasione è sceso sotto al 40% di punti vinti in risposta (38% contro Halys).

Un altro campanello d’allarme è quello dei passaggi a vuoto, che Sinner ha mostrato a sprazzi: nel 1° set contro Schwartzman, Halys e Galan, nel 2° contro Safiullin. In due occasioni (Halys e Safiullin) il passaggio a vuoto gli è costato un set.

Sinner-Djokovic: come ci arriva il serbo

Detto del fatto, ampiamente acquisito, che Nole giochi solo in funzione degli Slam, il campione serbo è arrivato a Wimbledon senza nemmeno un 15 giocato su erba in precedenza. Non è certo una novità, anzi in 5 dei 7 Wimbledon vinti Nole era arrivato senza tornei di preparazione sulla superficie.

Provando a mettersi nei panni di Djokovic, quello che conta è sempre e solo stringere la mano all’avversario dopo averlo battuto, e prepararsi alla prossima sfida. Contro Cachin e Thompson si è trattato di poco più che un allenamento, ma i successivi tre match qualcosa da pensare lo hanno dato. Il vecchio Wawrinka avrebbe forse meritato di vincere il terzo set. Probabilmente un Djokovic non al risparmio sarebbe stato più spietato, ma l’ottavo contro Hurkacz ha mostrato qualche evidente crepa. Il polacco si è mangiato con le sue mani sia il primo che il secondo set, ha vinto il terzo quando ormai tutti lo davano per spacciato e ha tenuto botta nel quarto, pur perdendolo. Hurkacz ha perso in 4 set pur mettendo a segno ben 20 vincenti in più di Djokovic (64 a 44). Contro di lui Djokovic si è aggrappato al servizio, un’arma che non è quasi mai la principale di Nole, ma in questo caso lo è stato: 71% di prime e Hurkacz tenuto alla miseria del 19% di punti in risposta vinti.
Nel quarto di finale contro Rublev, il russo ha vinto il primo set “alla Nole”, ovvero sfruttando l’unico momento di distrazione dell’avversario per mettere a segno il break. La lezione è però servita a svegliare Djokovic, che ha innalzato il suo livello di gioco puntando ancora una volta sulla solidità al servizio.

Novak Djokovic arriva così in semifinale con una striscia aperta di 34 vittorie consecutive a Wimbledon, ancora lontana dai 41 match messi in fila da Federer fra il 2003 e il 2008, ma comunque impressionante. L’ultima sconfitta di Djokovic all’All England Club è stata ad opera di Tomas Berdych nei quarti del 2017, per giunta a causa di un ritiro (sul 7-5 2-0 Berdych, problema al gomito).

Cosa deve temere Jannik di Nole

Banalmente, Jannik Sinner deve vincere “solo” un set in più dell’anno scorso. La condizione atletica c’è, essendo Jannik arrivato alla semifinale spendendo il giusto, forse un pelo in più rispetto al dovuto, ma è vero che del tempo in più trascorso a familiarizzare con l’erba non avrà fatto certo male, all’italiano.

Sinner deve riuscire a mantenere l’iniziativa, anche perché i già citati passaggi a vuoto sono arrivati tutti quando è mancato in autorevolezza, magari permettendo ad avversari inferiori di entrare nelle rispettive comfort zone. Questo si è visto in particolare con Safiullin, che è giocatore di ritmo e Jannik lo ha fatto colpire troppo spesso in situazioni gradite al russo. Se lo fai contro Djokovic, molto semplicemente, ti cuoce in padella.

Cosa deve temere Nole di Jannik

Anche una macchina come Nole sa di avere rischiato grosso, 12 mesi fa. Così come Djokovic sa che Sinner è proprio il tipo di giocatore (abile sia in attacco che in difesa) che può farlo soffrire. Non dimentichiamo infatti che il serbo ha 36 anni e, seppur atleta meraviglioso e campione infinito, da qualche parte soffrirà dei cali. Le crepe viste contro Rublev e (soprattutto) Hurkacz sono qualcosa su cui lavorare. Anche per questo c’è bisogno di un Sinner che risponda al suo meglio, in modo da evitare che Djokovic usi il servizio come stampella nei momenti di difficoltà, come accaduto negli ultimi due turni.

E poi serve un level up anche nelle variazioni, nelle quali lo scorso anno Jannik mancò e stavolta deve provare a farne un elemento di discontinuità. Nei quarti 2022 Sinner usò il rovescio in back solo 19 volte contro le 51 di Nole. Nello stesso match, furono 10 i tentativi di smorzata di Jannik, solo 4 dei quali andato a segno contro le 10 di Nole (su 14 tentativi). Se ci sarà un progresso in queste due voci statistiche, sognare non è impossibile.