Vai al contenuto

Tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’90, c’è un gruppo di giocatrici che si fa notare alle World Series Of Poker.

Ci riferiamo a Starla Brodie, prima donna a vincere due titoli, uno dei quali in formato “doppio misto” (ne abbiamo parlato qui); a Barbara Freer, che rompe il ghiaccio della presenza femminile nel Main Event; a Vera Richmond che nel 1982 vince un torneo (il $1.000 Ace-to-Five Draw) “open”, cioè con uomini e donne nello stesso field. E ancora, a Marsha Waggoner e Wendeen Eolis, primi due ITM “rosa” nel ME WSOP (edizione 1993). Due anni più tardi Barbara Enright supererà questo risultato arrivando quinta nello stesso evento.

Sono queste le pioniere che si cimentano con il grande poker in formato torneo, le prime a dimostrare che le donne possono essere competitive.

Il loro percorso verrà poi intrapreso con maggiore decisione da Susie Isaacs, Linda Johnson, Maria Stern, Annie Lederer Duke, Kathy Liebert, Jennifer Tilly e Jennifer Harman. Loro rappresentano la seconda generazione di poker player, quella che apre le porte del professionismo alle donne in maniera definitiva. Oggi nel mondo ci sono tante giocatrici che si mantengono con il poker e in certi casi lo fanno ad altissimo livello: gli esempi di Vanessa Selbst, Liv Boeree, Maria Lampropulos, Kirsten Bicknell sono solo quelli più eclatanti.

Ma quando si parla di professionismo femminile nel poker, il merito va soprattutto a Jennifer Harman.

Jennifer Harman (credits PokerNews)

Nata a Reno (Nevada, USA) nel 1964, Jennifer Harman respira poker sin da piccolissima perché in famiglia sono tutti dei grandi appassionati del gioco. Il risultato è un debutto con le carte in mano già a 8 anni e successivamente, una volta terminata l’high school, la decisione di andare a lavorare come cameriera in un casinò.

Dal servire bibite e panini ai tavoli da poker al sedersi a uno di questi, il passo è breve. E visto che il gioco le viene bene – cioè ci guadagna – la Harman decide di farne un lavoro full time, nonostante fosse iscritta alla facoltà di biologia dell’Università del Nevada.

E così inizia il suo percorso da professionista. La formazione avviene nel cash game, grazie al coaching di un gruppo di campioni che comprende Doyle Brunson, Daniel Negreanu e Chip Reese. Un po’ alla volta, però, si avvicina ai tornei.

Il primo in the money ufficiale di Jennifer Harman è datato 1994, ma già nel 1996 l’allora 32enne raggiunge un tavolo finale delle WSOP. L’evento è il $2.500 Pot Limit Omaha che la Harman chiude con un ottimo 6° posto da 15.750 dollari di premio. La cosa singolare è che a quello stesso final table ci sono altre due donne. Una è la britannica Lucy Rokach (1,3 milioni di dollari in carriera) che si piazza terza. L’altra è Barbara Enright che quel giorno vince il suo terzo braccialetto WSOP, il primo in un evento open.

Sembra un segno di buon auspicio per Jennifer Harman, la quale fino al 1999 realizza complessivamente 11 ITM, 3 dei quali alle WSOP. Poi arriva l’edizione 2000 ed è a questo punto che il suo percorso cambia marcia.

Howard Lederer (credits PokerNews)

Nel gruppo dei mentori di Jennifer Harman c’è anche Howard Lederer. Il suo nome oggi evoca ricordi negativi tra gli appassionati di poker, a causa dello scandalo legato a una famosa pokeroom. Ciononostante è innegabile che Howard Lederer sia stato un ottimo giocatore. Due braccialetti, due titoli WPT, un’infinità di ITM alle WSOP e soprattutto 6,5 milioni di dollari incassati fino al 2011 (anno della sua incriminazione per frode) non sono opera del caso.

Lederer è però anche un buon insegnante di poker. Con il tempo per tutti diventerà “The Professor“, il professore. Ma non tutti sanno che quel soprannome è legato proprio alla carriera di Jennifer Harman.

Il 4 maggio del 2000 la giocatrice di Reno decide di prendere parte al torneo di Deuce-to-Seven No Limit da 5mila dollari di buy-in. Il motivo non è chiaro, dal momento che si tratta di una variante di nicchia giocata quasi esclusivamente da professionisti. E soprattutto è una variante che la Harman non ha mai giocato, ne conosce giusto le regole.

Probabilmente è Anne Duke, sorella di Howard Lederer che la convince. Non prima però di averle proposto un “tutorial” del fratello il quale dedica a Jennifer Harman una mezz’ora di consigli prima dell’iscrizione. Tutto qua.

La debuttante si siede al tavolo dove trova Annie Duke, Erik Seidel, Howard Lederer, Phil Hellmuth e Johnny Chan. Su 30 iscritti (quasi tutti faranno il re-buy), il top è riunito allo stesso tavolo di Jennifer Harman. Lei però è l’unica di quel gruppo che raggiunge il final table.

Ci arriva con il secondo stack, anche se distanziata di 100mila chips da Lyle Berman, uno specialista del Deuce-to-Seven. Già nelle prime mani il divario si riduce grazie a un ottimo piatto vinto dalla Harman proprio a scapito del chipleader.

Raggiunta la fase 3-handed, Lyle Berman elimina un altro pro, Steve Zolotow, e si appresta a giocarsi il braccialetto con un vantaggio in chips di 3:1 su Jennifer Harman. Ma qui la giocatrice cambia marcia aumentando i giri dell’aggressività. Nello spazio di poche mani la situazione si capovolge, fino a quando Jennifer Harman chiude il conto e diventa la prima donna capace di vincere un evento open delle WSOP in modalità No Limit.

Due anni anni più tardi arriverà il secondo, nel $5.000 Limit Hold’em. A quel punto è lei la giocatrice più titolata a livello di competizioni aperte a entrambi i sessi.

Sempre nel 2002 Jennifer Harman viene sponsorizzata da una pokeroom, la stessa alla quale è legato Howard Lederer. E’ il sigillo sulla sua carriera. In un mondo del poker che sta velocemente cambiando con l’arrivo dell’online, la giocatrice di Reno può essere considerata la prima vera professionista a 360°.

Jennifer Harman e l’ex marito Marco Traniello (Photo by Denise Truscello/WireImage)

La sua carriera rimarrà inalterata per almeno un decennio.

Jennifer Harman gioca con continuità fino al 2012. Poi alcune traversie personali ne rallentano la carriera. Nel 2013, dopo 10 anni di matrimonio e due figli, divorzia dal giocatore italiano Marco Traniello. Una rara malattia ai reni, già presente nell’infanzia della giocatrice, torna a farsi sentire. Come se non bastasse, arriva anche il crack della pokeroom-sponsor.

I tempi del massimo impegno nel poker sono finiti, ma questo non significa che il gioco per la due volte “braccialettata” sia definitivamente in archivio.

Jennifer Harman partecipa ancora oggi a tornei, anche se in maniera sporadica. Il suo ultimo ITM live, il 91° della sua carriera, è datato 2019. Poi ce ne sono altri due, realizzati alle WSOP online. Le sue vincite ammontano a 2,76 milioni di dollari e comprendono, oltre ai due braccialetti, altri 10 final table WSOP e due ottenuti in eventi del WPT.

Nel 2015 Jennifer Harman ha raggiunto Barbara Enright e Linda Johnson nella Hall of Fame del poker.

La vita di Jennifer Harman adesso è fatta soprattutto di iniziative benefiche. Si occupa di aiutare le persone con problemi ai reni attraverso la Organ Donation Awareness (CODA), da lei stessa fondata. E’ inoltre un’animalista convinta: ormai da molti anni, devolve una parte delle sue vincite alla Society for the Prevention of Cruelty to Animals of Nevada.

E tuttavia, la sua immagine di giocatrice rimane un simbolo del nuovo professionismo nel poker che oggi è molto più “open” e molto più mediatico.

Di questo nel 2006 se n’è accorto anche il cinema che l’ha voluta per un cameo nel film Lucky You-Le Regole del Gioco. Ve la ricordate, seduta al tavolo durante un torneo? Noi purtroppo non siamo riusciti a trovare un’immagine o un frammento di video, ma possiamo garantire che in quel film Jennifer Harman c’era, in compagnia di Daniel Negreanu!

Immagine di testa: Jennifer Harman (credits WSOP/PokerNews)