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Quanto conta oggi la comunicazione del poker? Tanto, se non addirittura tutto.

Passati i tempi del boom durante i quali i media interessati al nuovo fenomeno ludico erano numerosi, persa (inevitabilmente) l’illusione del “tutti possono farcela”, assottigliato il field da “squali” e scandali, il poker si è dovuto aggiornare.

Il modello oggi è quello degli eSports e in generale del gaming online, che prevede un forte utilizzo degli strumenti preferiti dalle nuove generazioni: i social media e soprattutto le piattaforme di streaming. Queste ultime hanno il vantaggio di essere maggiormente interattive e di offrire azione in real time.

Le più gettonate sono senza dubbio Twitch, YouTube Live e Facebook Live, ma tutte consentono di raggiungere l’obiettivo: offrire apprendimento divertendosi. E’ così che oggi avviene il “reclutamento” delle nuove leve anche nel poker.

Credits Getty Images

A dire la verità, il poker si è mosso verso le piattaforme streaming in tempi non sospetti. Prima con le dirette dei grandi tornei live, poi con i gli streamers di settore.

Tra i primi e oggi più seguiti non si può fare a meno di annoverare Jonathan Little e Lex “RaSZiVeldhuis. Soprattutto quest’ultimo – e non è un caso che l’olandese sia un ex-player di Starcraft – ha fatto della ricetta “impara il gioco con il divertimento” un punto di forza. Oggi il suo canale Twitch conta più di 300mila followers. La community che lo segue è super “fidelizzata”, al punto che lo stesso Veldhuis è riuscito ad organizzare eventi dal vivo (raduni/tornei) dedicati ai suoi sostenitori.

Lex Veldhuis incarna la figura-tipo dello streamer che serve al poker: ottimo giocatore e coach, buon comunicatore, simpatico e nerd quel tanto che basta.

Non è l’unico, sia chiaro, ce ne sono anche altri.

Uno di questi lo abbiamo incontrato qualche tempo fa a San Marino: Felix Schneiders. Il professionista tedesco (di Colonia), noto in rete con il nick “xflixx“, dedica la maggior parte del tempo a streammare partite online. Il suo canale Twitch ha poco meno di 70mila followers, quasi tutti tedeschi perché sin dall’inizio si è concentrato sulla promozione del poker nel suo Paese.

Grazie anche ad una laurea in matematica, Felix Schneiders ha forti basi teoriche che lo rendono un buon coach online. Ma il suo punto di forza è senza dubbio la simpatia e un “nerdismo” allegro e scanzonato con il quale interpreta il gioco. Più twitcher di così non si può.

Felix Schneiders (credits RIHL)

Ciao Felix, e grazie per il tempo che ci dedichi. Come sei arrivato al mondo del poker?

Un saluto a tutti! Ho iniziato con un altro gioco, sempre di carte ma collezionabili: Magic The Gathering. Era il 1999, se non sbaglio, e MTG mi ha subito appassionato. Lo giocavo a livello competitivo: nel 2002 ho fatto parte del team Germany che ha vinto i mondiali di Sydney. Nel frattempo, però, i miei amici avevano già scoperto il poker, principalmente quello online. E vincevano senza troppa difficoltà e abbastanza da costruirsi in fretta un bankroll. Alcuni di loro hanno mollato Magic e si sono dedicati al professionismo in rete. Mi hanno detto: perché non provi anche tu?

E tu hai “abboccato”. Che cosa ti ha realmente catturato di questo gioco?

Direi che principalmente sono state le stesse cose che mi hanno convinto a provare a Magic anni prima: la passione per i cardgame e la speranza di una carriera da giocatore. Ho sempre avuto una grande passione per le carte, ma anche per i boardgame, insomma per i giochi in generale. E, nonostante avessi una laurea in matematica in tasca, ero molto dubbioso se usarla per il mio futuro professionale. Volevo provare a vivere giocando, ma con Magic è molto difficile, ci riescono solo i player top level. Nel poker invece non è necessario arrivare così in alto per guadagnare.

Il primo a dx è un giovanissimo Felix Schneiders impegnato nella finale del team event ai Worlds 2002 di Magic The Gathering

Ci sono tanti giocatori famosi che hanno fatto la sua stessa transizione. Ma a distanza di anni, il poker ti diverte e ti convince ancora?

Assolutamente sì, anzi direi più di prima. Forse suonerà strano, ma da un po’ di anni (con l’eccezione di quelli della pandemia) mi sono aperto di più al gioco live. Dopo tanto tempo passato davanti a uno schermo avevo bisogno di aggiungere qualcosa alla mia routine. Sono andato a Las Vegas in più occasioni per giocare sia tornei che partite cash game e devo dire che nel poker non c’è una sensazione più forte dell’avere le carte in mano, poter toccare il tavolo e le chips, vedere di persona gli avversari.

Il gioco live mi ha sorpreso anche perché mi ha ricordato quello che mi piaceva dei tornei di Magic. Se per anni ho giocato a poker (online) solo per guadagnare, adesso ho scoperto la bellezza di andare a un evento live per incontrare le persone, per stare in mezzo alla community. E ho in programma di continuare a farlo, quindi mi vedrete più spesso ai dal vivo.

E’ forse proprio questo il “magic” del poker, insieme al divertimento che offre. A proposito di svago, hai altre passioni, qualche hobby?

Sì, certo. Amo l’arte, mi piace andare nei musei, visitare gallerie. E poi mi piace fare sport, soprattutto fare lunghe camminate in montagna (hiking). Da qualche anno, poi, mi sono appassionato alla cucina. In particolare quella vegana, visto che da 8 anni ho scelto questo tipo di alimentazione. La cucina vegana sta diventando il mio hobby preferito e mi piace collaudarla in tutti i posti che visito durante i tornei.

Felix Schneiders durante il Road to PSPC di San Marino (credits EuroRounders)

Oltre al poker giocato, tu sei anche un famoso streamer. Che ruolo ha questa figura oggi nel poker?

Lo streaming è uno strumento potentissimo anche nel mondo del poker. Il motivo principale è che riavvicina le persone al gioco e le tiene unite, sotto forma di community. Il bello è quando le persone si trovano ad un evento live e si riconosco perché sono in contatto sulla piattaforma di streaming. Certo, questo ha anche reso più competitivo il field, motivo per cui è meno facile vincere rispetto al passato. Ma è uno scotto che sono disposto a pagare, perché in cambio si è creata una dimensione collettiva che rende il poker meno narcisistico.

Adesso ci sono persone che partecipano ad eventi per community, a volte sono le community stesse ad organizzare questi raduni. Per me è fantastico, alcune delle persone migliori che conosco le ho trovate proprio grazie ai gruppi nati sulle piattaforme. Penso che il futuro del poker sia questo.

Pensi che il poker crescerà anche in termini numerici?

Questo è difficile da prevedere. Molto difficile. Gioco a poker da 16 anni ormai e ho visto un andamento che ha alternato crescita, plateau e caduta. Adesso c’è di nuovo un po’ di crescita ma non me la sento di dire se e quanto durerà. Sono però sicuro che la passione ci sia ancora. La mia di sicuro, ancora di più adesso che mi sono aperto al gioco live. Ribadisco però che l’epicentro di tutto il movimento sono le community di chi gioca per divertimento e per socializzare. Poi magari qualcuno fa il salto verso la professione, ma la base rimane quella che vuole condividere un interesse. In questo senso Twitch e le piattaforme si streaming sono fondamentali.

Un’ultima domanda. C’è qualcosa che proprio non riesci a sopportare nel mondo poker?

Una sola: l’ego.

Immagine di testa: Felix “xflixx” Schneiders (credits RIHL)