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Ayrton Senna, oltre che per l’immensa classe e il dominio assoluto della Formula Uno a cavallo tra gli ultimi anni ’80 e i primi anni ’90, è anche conosciuto per l’appassionante dualismo sportivo che ha costruito con l’avversario più forte dell’epoca, ovvero con il francese Alain Prost.

La rivalità, tra i due piloti, risulta ancora più particolare se si pensa che i due erano compagni di squadra alla McLaren: screzi in pista, scontri politici continui e gelo totale nel box hanno consegnato alla storia un’immagine di Senna molto fredda, pacata e introversa.

L’arrivo di Gerhard Berger in McLaren, invece, ha completamente ribaltato la personalità del fuoriclasse brasiliano: tra Senna e il compagno di squadra austriaco, infatti, non si contano scherzi, battute, scene comiche e serate ultra divertenti.

Un compagno di squadra (s)comodo

Gerhard Berger arriva in McLaren nel 1990, scambiandosi il posto con Prost che invece va in Ferrari. Arrivando nella scuderia in quel momento più forte, Berger crede di poter gareggiare per il mondiale; ma tanta è la supremazia di Senna fin dai test invernali che Gerhard capisce subito che dovrà convivere con un vero fenomeno del volante, che gli lascerà soltanto le briciole.

L’austriaco, però, prende la cosa nel migliore dei modi, ritenendo a quel punto che la strategia migliore sia… farsi amico il proprio peggior nemico.

Così, fin dai primi mesi della stagione, i due iniziano a frequentarsi anche fuori dalla pista, trovando un’intesa e un’amicizia sempre crescente.

Amicizia che si concretizza, peraltro, con serate, atteggiamenti e scherzi ben sopra le righe, che prima di allora non si erano mai visti.

Le rane di Berger

Il rapporto tra Senna e Berger diventa fin da subito l’esatto opposto di quello tra Senna e Prost.

I due, oltre a passare molte serate insieme, si fanno continuamente scherzi reciproci che ancor oggi fanno più che sorridere: ad iniziare la tradizione ci pensa Berger, che poco prima del Gran Premio d’Australia pensa bene di… riempire la stanza d’albergo di Senna di rane.

Ayrton, furioso, corre da Gerhard dicendogli “ho passato un’ora a raccogliere rane dal mio letto!” con Berger che, trattenendo a stento le risate, non trova di meglio che rispondere “Ah, ma il serpente non l’hai mica ancora trovato?”.

È guerra aperta.

Il formaggio di Senna e il passaporto rubato

È in occasione del Gran Premio successivo che arriva la vendetta di Ayrton: in qualche maniera, il brasiliano sottrae un pezzo di formaggio dalla cucina dell’albergo, e riesce ad incastrarlo nel condotto dell’aria condizionata del compagno di squadra austriaco, che in pochi minuti si trova la stanza invasa dal fortissimo odore.

Uno a uno e partita patta?

Manco per niente: il seguito consente a Berger di rilanciare, rubando temporaneamente il passaporto di Senna, e sostituire la foto del campione brasiliano con quella delle sue… ehm.. “parti intime”.

La scena, accaduta poco prima della trasferta in Argentina, risulta più che goliardica, anche perchè Senna se ne accorge solo fornendo il proprio documento alle autorità doganali. Solo la notorietà permette a Senna di non passare guai seri.  

E, per tutta risposta, Senna poi decide di incollare tutte le carte di credito dell’amico, con un superadesivo potentissimo, tanto da costringere l’austriaco a buttarle via tutte.

Rivali in pista, amici fuori

E dire che il divario, in pista, è netto. Senna, in due anni di convivenza con Berger, ottiene 16 vittorie, 19 pole position e due titoli mondiali; l’austriaco, invece, solo 3 vittorie e 4 pole position.

Ma nonostante questa enorme differenza, gli scherzi da caserma a cui i due si erano abituati hanno fatto sì che al box McLaren si respirasse un’aria di grande goliardia e serenità, come sempre narrato dal boss Ron Dennis.

Serenità che per un attimo ha rischiato di essere intaccata con un gesto – questo sì, sgradito – avvenuto in pista: Senna, cannibale totale della competizione motoristica, vince il Mondiale 1991 in Giappone, dove frena platealmente all’ultima curva per lasciar vincere la gara all’amico Berger, in quel momento a secco di vittorie in McLaren.

Con questa condotta di gara, però, evidenzia come sia netta la sua supremazia, mostrando di arrivare secondo solo perché è lui a volerlo.

Certo, sarebbe stata preferibile una condotta di gara diversa, se si voleva far vincere Berger. Che tutto sommato, però, non se l’è presa eccessivamente.

Semmai, avrà poi architettato qualche altro pesante scherzo da fare al compagno di squadra.