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Anche nel mondo degli eSports capita a volte che sul gradino più alto del podio salga l’underdog. E’ successo due giorni fa all’Indoor Stadium di Singapore quando i Tundra Esports hanno vinto l’undicesima edizione di The International, il mondiale di Dota 2.

Una vittoria che sorprende un po’, soprattutto se si considera la giovanissima età dell’organizzazione londinese che solo nel 2021 è entrata nel settore del MOBA targato Valve, dopo aver acquisito il roster dei mudgolems. Nella passata stagione, il team allora capitanato da Adrian “Fata” Trinks ha macinato alcuni buoni risultati, pur rimanendo sempre una categoria sotto le majors europee (OG, Team Secret, Team Spirit, Team Liquid). Alla fine ai Tundra è sfuggita la qualificazione al TI10, anche se di poco.

Storia diversa invece quella del 2022, quando il team ha cambiato marcia sostituendo Fata con un altro veterano: Martin “Saksa” Sazdov. Grazie a una serie di ottimi piazzamenti internazionali, Tundra Esports ha così trovato i DPC points necessari per qualificarsi al mondiale di Dota 2.

Ma se si analizza con attenzione lo svolgimento del torneo di quest’anno, la vittoria di Tundra Esports risulta un po’ meno sorprendente.

La formazione composta da Saksa, Skiter, Nine, 33 e Sneyking è stata infatti l’unica imbattuta nel Group Stage, dopo aver chiuso con il punteggio di 5-4-0 il proprio girone. Il “clean sheet” è proseguito anche nel Knockout Stage, con un doppio 2-0 rifilato a OG e Team Aster.

A quel punto dubitare del potenziale della squadra non è stato più possibile, ancora meno quando nella finale dell’Upper Bracket il quintetto guidato da Sneyking ha sfidato il Team Secret. Qui è arrivata la prima sconfitta, ma i Tundra Esports sono comunque riusciti a guadagnare la finalissima battendo la blasonata compagine per 2 vittorie a 1.

Screenshot Dota 2 (finale The International 2022)

Il Team Secret è stato quindi costretto alla seconda chance, ovvero la finale del Lower Bracket dove ad attenderlo c’era il Team Liquid, vincitore per 2-1 sul Team Aster. Una sfida nella sfida tra due colossi di Dota 2, legati dalla storia e dalla possibilità del bis. Il Team Liquid ha infatti vinto il titolo nel 2017 mentre il leader di Secret, Clement “Puppey” Ivanov, ha vinto la prima edizione del torneo nel 2011 con i Na`Vi.

Il 2-1 finale a favore del Team Secret ha rimesso quest’ultimo in gioco per il titolo The International 2022. Ma nella finalissima Tundra Esports non ha lasciato scampo a Puppey & compagni: un 3-0 che non lascia dubbi sul team più forte di questa edizione.

Il merito per la vittoria va ovviamente all’intero quintetto che ha dimostrato una grande capacità strategica e una versatilità superiore a tutti nell’utilizzo degli eroi. In questo senso, i due carry Leon “Nine” Kirilin e Oliver “skiter” Lepko sono stati particolarmente abili nell’utilizzare un ampio pool di personaggi.

Ci sono però due performance che hanno fatto la differenza. La prima è quella dello statunitense Wu “Sneyking” Jingjun che dopo un decennio nel competitivo di Dota 2 ha finalmente trovato il giusto riconoscimento. Il recente passaggio dal ruolo di offlane a quello di support e capitano lo ha reso più efficace e probabilmente anche più consapevole dei propri mezzi.

E poi c’è la capacità distruttiva di Martin “Saksa” Sazdov che ha finalmente potuto alzare al cielo l’Aegis dopo tanto peregrinare di squadra in squadra: con Tundra Esports, il macedone sembra aver trovato quella giusta.

L’organizzazione londinese si porta a casa il titolo e $8.518.822 di primo premio, ovviamente il più alto della sua giovanissima storia.

Grazie al prizepool complessivo di 18.930.775 dollari il Team Secret (2°) incassa $2.461.033, il Team Liquid (3°) 1.703.810 mentre al Team Aster (4°) vanno $1.135.835.

Tundra Esports, vincitore del The International 2022 di Dota 2 (credits Valve)

Rimaniamo nell’ambito dei numeri, a proposito dei quali va detto che l’edizione di quest’anno ha segnato un netto calo.

A cominciare dal già citato montepremi che è il peggiore dalle ultime 5 edizioni. Rispetto all’anno scorso il prizepool è sceso di quasi 22 milioni di dollari (nel 2021 aveva raggiunto la cifra record di 40 milioni) ed è superiore solo a quello dei tornei anteriori al 2016.

Va detto, tuttavia, che quest’anno l’apporto dei Battle Pass è stato penalizzato dal ritardo nelle vendite, iniziate solo un mese prima dell’evento.

L’altro calo molto significativo è quello del numero degli spettatori che hanno seguito la kermesse in streaming. Il picco quest’anno è stato di 1,7 milioni, registrato durante la finalissima tra Tundra Esports e Team Secret. Nel 2021 il picco era stato di 2,7 milioni.

La perdita maggiore sembra provenire dalla Russia, una roccaforte di followers di Dota 2 ma che la guerra in corso ha in qualche modo penalizzato. Si calcola una riduzione di appassionati russi che oscilla tra i 500.000 e i 700.000.

Tuttavia anche la copertura internazionale in lingua inglese ha perso un bel po’: il picco è stato di 740mila viewers contro il milione del 2021.

Al di là delle circostanze particolari, è abbastanza chiaro che il competitivo di Dota 2 stia mostrando qualche segnale di cedimento. Un problema che Valve dovrà affrontare velocemente se vuole proteggere il suo MOBA da un competitor aggressivo come Riot Games.

Immagine di testa credits ONE Esports