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Uno degli aspetti più interessanti degli eSports è il loro elevato grado di internazionalità.

I videogame competitivi, grazie a una passione che unisce anziché dividere, superano le barriere geografiche e quelle culturali, mettendo così “in connessione” persone distanti migliaia di chilometri.

Anche per questo motivo un grande campione può arrivare da qualsiasi Paese. E’ il caso, ad esempio, di Amer Al-Barkawi.

Nato in Giordania nel 1997, “Miracle-” è uno dei giocatori più forti nella storia di Dota 2. Ad oggi il suo score parla di 76 piazzamenti a premio in sette anni di carriera professionale, per un totale di 4.877.285 dollari vinti nei tornei del titolo prodotto da Valve.

Attualmente occupa il 7° posto nella speciale classifica degli esporter che in assoluto hanno guadagnato di più.

Amer “Miracle-” Al-Barkawi in azione

GLI INIZI

In realtà fino al 2009 le giornate di Amer Al-Barkawi assomigliano a quelle di tanti altri suoi coetanei. Poco a casa e molto in giro con gli amici, il futuro “Miracle-” gioca a pallone e balla la breakdance nelle piazze. I videogame quasi non sa cosa siano, se non fosse per i fratelli che sono buoni giocatori di Defence of the Ancients (DotA).

Ad incuriosirlo sono proprio le frequenti uscite degli “Al-Barkawi brothers” che si recano nei Net Cafe locali per giocare. E così, dopo averli pressati a sufficienza, un giorno finalmente riesce ad aggregarsi alla comitiva: giusto il tempo di assistere a qualche partita e la scintilla per il videogame di Valve è scoccata.

A 12 anni comincia a giocare per puro divertimento, ma il talento c’è già. Batte tutti gli amici usando solo 4 eroi, tra i quali il suo prediletto Shadow Fiend, lasciandoli a bocca aperta. “Mi chiamavano ‘the miracle boy’ e così ho deciso di usare quello come nickname per giocare“, racconta lo stesso Amer Al-Barkawi in un’intervista rilasciata a RedBull.com qualche anno fa.

La svolta verso il competitivo inizia però nel 2013, con Dota 2. Lì per lì Amer Al-Barkawi è sul punto di lasciare, semplicemente perché non gli va di impegnarsi in un gioco nuovo e abbastanza diverso dal precedente. Per fortuna ci sono gli amici che lo convincono a provare Dota 2 e a partecipare a un piccolo torneo locale. Lo vince e questo mette fine ai dubbi sul nuovo titolo, ma non è ancora abbastanza per spingerlo verso la carriera esportiva. Per quella serve un’ulteriore iniezione di fiducia.

Lo step decisivo è il ranking creato dal publisher: “Miracle-” lo scala passando in breve tempo da 5,2k MMR a 7k. A quel punto l’idea di dedicarsi in maniera professionale al competitivo si fa concreta. Ne parla con i genitori (padre giordano, madre polacca) i quali appoggiano la sua scelta e così, nel 2015, arrivano i primi due piazzamenti a premio in altrettanti tornei online.

Nel frattempo anche il suo ranking sale. Arrivato a 8.000 MMR, Amer Al-Barkawi riceve un messaggio da un certo “N0tail“, nickname dietro al quale si nasconde il pro danese Johan Sundstein. All’inizio il player giordano pensa che si tratti di uno scherzo e non risponde. Poi cambia idea. E fa bene perché Sundstein – dopo avergli fatto un paio di test-match – lo vuole per un nuovo progetto esportivo. Amer Al-Barkawi accetta.

Amer “Miracle-” Al-Barkawi (credits RedBull)

GLI ANNI D’ORO

Sundstein ha infatti da poco chiuso con il Team Secret e vuole ripartire da un’organizzazione creata e gestita solo da esporters. Il progetto si chiama inizialmente (monkey) Business, ma verso la fine del 2015 diventa OG, una delle organizzazioni esportive più forti di sempre nel settore di Dota 2.

Oltre a “N0tail“, in OG giocano anche l’ottimo player israeliano Tal “Fly” Aizik e i danesi Andreas Franck “Cr1t” Nielsen e David “MoonMeander” Tan. Con loro “Miracle-” vince due Major e va a premio altre 14 volte, per un totale che supera i 600mila dollari di incasso.

L’avventura con OG si ferma però all’autunno del 2016, quando “Miracle-” è chiamato alla corte del Team Liquid, dopo essere diventato il primo giocatore al mondo capace di superare quota 9.000 MMR nel ranking di Valve.

Il sodalizio con la blasonata organizzazione europea durerà per tre anni che saranno anche i migliori per “Miracle-“. Nel 2017 il duo Kuroky-Miracle” trascina il Team Liquid alla vittoria nel The International. Nel 2018 la formazione chiude al 4° posto, mentre nel 2019 va vicinissima al bis: il Team Liquid è runner-up, battuto in finale proprio dagli OG di “N0tail”. Il triennio magico di Amer Al-Barkawi nel Team Liquid è completato da altri 29 in the money e da un totale di 4 milioni di dollari vinti.

Dal 2020 ad oggi “Miracle-” gioca per i Nigma/Nigma Galaxy, formazione in cui milita anche “Kuroky”.

Il Team OG fino al 2016: da sx David “MoonMeander” Tan, Amer “Miracle-” Al-Barkawi, Tal “Fly” Aizik, Johan “N0tail” Sundstein, and Andreas Franck “Cr1t-” Nielsen

IL PRESENTE E IL FUTURO

Negli ultimi due anni con i Nigma Galaxy, “Miracle-” è andato a segno altre 25 volte, per quasi 185mila dollari portati a casa. Eppure nel 2021 il team non è riuscito ad accedere alla fase finale del torneo più importante. Nel qualifier regionale (Western Europe) per il TI X, Miracle & friends sono stati eliminati nella finale del Loser Bracker da OG.

Adesso la situazione è ancora più a rischio. I Nigma Galaxy hanno infatti perso lo status di Division I che avrebbe facilitato il loro percorso verso il The International 2022 (in programma a Singapore). L’anno prossimo saranno quasi sicuramente di nuovo in Division I, ma per quest’anno dovranno cercare il pass attraverso i last-chance qualifiers. Le occasioni e il tempo (il torneo è in programma dal 15 al 30 ottobre) comunque ci sono, così come le motivazioni.

Soprattutto per Amer Al-Barkawi che a 25 anni – età che fa di lui un “veterano” – non sembra avere nessuna intenzione di smettere. E ha una sua ricetta per resistere al tempo.

Come si evince dall’intervista per RedBull, l’esporter della Giordania è mosso da una dedizione quasi completa a Dota 2. “Gli spostamenti sono continui e spesso ho voglia di ritornare a casa per rivedere gli amici e stare un po’ in famiglia. Ma il gioco richiede un allenamento costante: una pausa troppo lunga può far perdere tutto il lavoro fatto in precedenza. Al massimo ti puoi fermare per un paio di settimane, ma poi devi subito tornare ad allenarti.”

Poi serve anche la giusta dose di umiltà, che non ti fa sentire mai arrivato. “Non credo di essere stato il miglior giocatore al mondo. Ci sono tanti esporters di talento in circolazione e io credo che siamo tutti molto vicini quanto ad abilità nel gioco“.

Non sappiamo se tutto questo sarà sufficiente per vedere il team Nigma Galaxy al TI XI. Ma se questo dovesse succedere, allora sarà uno spettacolo rivedere il duo Kuroky-Miracle andare a caccia del secondo titolo mondiale.

Immagine di testa credits www.dota2.com