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Quando si parla di donne che si dedicano al gioco, ci si scontra spesso con l’idea che il “sesso debole” sia tale anche nell’ambito delle competizioni ludiche.

Un pregiudizio più che un’idea, rinforzato da una cultura sessista e discriminatoria nei confronti delle donne. E non dobbiamo guardare lontano per trovarlo perché di fatto lo abbiamo in casa, ben presente com’é anche nel progredito mondo occidentale.

Per fortuna l’ormone del gioco non è mai stato trovato. Rimane però l’elemento culturale che è la vera ragione per la quale ci sono meno donne che giocano, per lo meno a livello competitivo.

Chi conosce il mondo del poker lo sa: è difficile trovare più del 10% di giocatrici in un torneo. Ma le donne faticano ad emergere anche in altri giochi. Ad esempio negli scacchi, come ad esempio racconta la fortunata miniserie tv The Queen’s Gambit. E nemmeno quando si tratta di eSports la situazione cambia.

Nel mondo delle competizioni di videogame, il caso più eclatante e al tempo stesso più significativo in termini di discriminazioni è quello di “Scarlett“. Dietro a quel nickname, infatti, c’è una persona che ha deciso la propria diversità: Sasha Hostyn, canadese, maschio per nascita, donna transgender per scelta identitaria.

Sasha “Scarlett” Hostyn (credits everyeye.it)

Dal punto di vista esportivo, Scarlett ha legato il proprio nome a quello di Starcraft II. Con il titolo di Blizzard la giocatrice ha vinto tanto: più di 420mila dollari nell’arco di 10 anni, senza contare gli stipendi ricevuti dai vari team.

Una carriera piuttosto lunga la sua, in particolare se si considera che Starcraft II richiede grande rapidità nel prendere le decisioni e riflessi eccezionali per eseguirle. Insomma, un gioco che mette a dura prova la resistenza dei player nel corso degli anni. Anche per questo motivo la maggior parte dei più forti ha iniziato presto. E’ il caso di Riccardo “Reynor” Romiti e di Cho “Maru” Seong-ju.

Sasha Hostyn invece scopre Starcraft II a quasi 18 anni, nell’aprile del 2011. Ma il ritardo è subito compensato dalle skills innate. Nonostante si tratti di competizioni riservate a giocatrici, quell’anno vince due titoli NESL Iron Lady.

Ben presto, però, Scarlett decidere di passare alle open league. Nel 2012 arriva un’altra doppietta, di valore nettamente più alto. Vince prima le World Championship Series canadesi e poi quelle Nordamericane, il tutto per $30.000 di premio. L’evento disputato in Nord Carolina rimane ancora oggi il suo secondo miglior risultato dal punto di vista economico ($24.000).

Per assistere alla vittoria più importante della sua lunghissima carriera è necessario spostarsi in avanti fino al 2018. Ma nei sei anni che precedono il risultato di cui stiamo per parlare, Scarlett va segno altre 145 volte in tornei di livello internazionale, ottenendo 23 primi posti. Tant’è che nel 2017 Sasha Hostyn viene inserita in due categorie del Guinness World Record: è la donna più vincente negli eSports e quella che ha ottenuto più vittorie da professionista. (credits sportsmagazine.it)

E arriviamo così al 2018. Precisamente al mese di febbraio del 2018, durante il quale sono in programma gli Intel Estreme Master Season XII. La kermesse si svolge a PyeongChang, in Corea del Sud, la nazione dei migliori player di Starcraft II.

IIl trionfo agli Intel Estreme Master Season XII (immagine YouTube)

Quel torneo non è solo il più importante dal punto di vista economico (150mila dollari di montepremi) dell’intera stagione agonistica di Starcraft II. Il CIO lo supporta, perché Intel è partner ufficiale delle Olimpiadi Invernali in programma pochi giorni dopo, sempre a Pyeongchang. La visibilità per i giocatori di Starcraft II è quindi altissima.

Alla fase finale ne arrivano 18: i migliori e tra questi c’è Scarlett. Alla fine sarà proprio lei a mettere in fila tutti gli altri. Nella sfida per il titolo contro il fortissimo Kim “sOs” Yoo Jin, giocatore di casa nonché due volte campione delle WCS Global, Sasha Hostyn si impone con un 4-1 schiacciante. Il suo gioco sorprende completamente l’avversario, fino all’ultima partita che si conclude addirittura in meno di cinque minuti! Il titolo più importante della stagione è suo, insieme a 50mila dollari di payout. Non solo, ma per la prima volta in quasi 20 anni di Starcraft competitivo (considerando i vari titoli del gioco) una donna ha raggiunto la vetta più alta.

Eppure, nonostante il fantastico risultato, non sarà quella la sua ultima vittoria. Lo abbiamo già anticipato, ma da allora Scarlett ha continuato a mietere risultati (qui trovate l’elenco completo) e ancora oggi, a 28 anni, è tra i migliori di Starcraft II.

Migliori giocatori o migliori giocatrici?

Siamo convinti che l’interrogativo sia sbagliato, ma quanto accaduto dopo la vittoria in Corea del Sud lo ha riproposto nel peggiore dei modi.

I “malpensanti” (oggi si chiamano haters) si sono scatenati contro Sasha Hostyn, mettendo in mostra un grottesco maschilismo a due facce.

Secondo alcuni, Scarlett ha vinto perché è stata favorita dagli abbinamenti (tutti mismatch?), non perché sia particolarmente abile. Le donne, infatti, sono meno capaci quando si tratta di gioco competitivo. Questa è la versione maschilista classica. Poi c’è quella speculare e che si applica a Scarlett in quanto transgender: ha vinto perché non è una donna.

Pazzesco. E sconfortante, quando ci si rende conto che dietro a questo antagonismo c’è un problema culturale: quello di chi rifiuta la diversità.

Ma qualcosa può essere fatto.

Sasha “Scarlett” Hostyn (credits Wikipedia)

E’ necessario rendere il mondo dei giochi più accogliente nei confronti delle donne. Le donne non sono meno portate al gioco di quanto lo siano gli uomini, semplicemente sono meno invogliate a cimentarsi perché l’ambiente competitivo – a nettissima maggioranza maschile – non le facilita. Abbiamo già affrontato questo problema in un precedente articolo dedicato al mondo del poker.

E’ un impegno che coinvolge prima di tutto gli uomini, soprattutto coloro che amano davvero il gioco. Ma ancora di più chi ha la possibilità di stabilire regole, definire i comportamenti durante le competizioni e impedire gli eccessi: organizzatori di eventi, gestori di piattaforme di gioco, addetti ai social media. Non è solo una cosa giusta, ma è anche necessaria se si vuol far crescere il mondo degli eSports.

“(In merito alla scelta di essere donna transgender), ho sempre cercato di non farne un problema, ma è come se di un altro player si dicesse che è il miglior giocatore nero, gay e via dicendo. Tutto ciò non ha niente a che fare con il modo di giocare di una persona“. (Sasha “Scarlett” Hostyn)

Immagine di testa by Getty Images