Vai al contenuto

Stanno per iniziare i Mondiali 2022 in Qatar e come da tradizione l’attesa è alta per vedere all’opera i migliori giocatori del mondo. Ma non tutti i più grandi calcheranno il prato degli stadi di Doha: chi per infortunio, chi per la mancata qualificazione della propria nazionale, molti giocatori di primissimo piano dovranno assistere alla kermesse iridata dal divano.

Ecco quindi un’ideale Top 11 dei giocatori che non vanno ai Mondiali di Qatar 2022:

La Top 11 dei giocatori che non vanno ai Mondiali 2022
La Top 11 dei giocatori che non vanno ai Mondiali 2022

Gigio Donnarumma (Italia)

Miglior giocatore degli ultimi Europei e titolare nel Paris Saint-Germain, Gigio Donnarumma è un portiere che nonostante la giovanissima età (23 anni) è da almeno 5 anni costantemente inserito tra i migliori al mondo.

Purtroppo l’Italia non è riuscita a qualificarsi in un girone alla portata e proprio una sua incertezza su un tiro improbabile all’ultimissimo secondo della semifinale di play-off contro la Macedonia del Nord ha condannato gli azzurri.

Ronald Araujo (Uruguay)

Attenzione all’Uruguay, squadra che ai Mondiali si comporta sempre bene e che sta vivendo un interessante periodo di rinnovamento.

Tra i vari giocatori emergenti della Celeste però non sarà presente Ronald Araujo, il difensore cresciuto nella Masia del Barcellona rimasto vittima di uno strappo agli adduttori che lo mette fuori causa fino a Natale

Milan Skriniar (Slovacchia)

Una telenovela di mercato infinita quest’estate, con l’Inter che avrebbe rifiutato 60 milioni dal Paris Saint-Germain per il roccioso centrale slovacco.

Poi un inizio di stagione sottotono, ma con il fatto che la sua Slovacchia non parteciperà ai Mondiali, Skriniar potrà approfittare della pausa per ritrovare la forma migliore.

David Alaba (Austria)

Ha solo 30 anni, ma David Alaba è abituato a calcare i campi di calcio più importanti d’Europa da più di un decennio. Capitano dell’Austria con le sue 96 presenze, questo difensore capace di vincere la Champions League con Bayern Monaco (2 volte) e Real Madrid in Nazionale ha ricoperto praticamente ogni ruolo, ma soprattutto quello di leader.

Ciononostante non è mai riuscito a far guadagnare alla nazionale alpina una partecipazione alla Coppa del Mondo, fallendo contro il Galles negli ultimi playoff.

Federico Chiesa (Italia)

Golden boy del calcio italiano e uno dei maggiori fautori del successo azzurro agli ultimi Europei, lo sfortunato figlio d’arte è rimasto vittima di un gravissimo infortunio al ginocchio a gennaio, dal quale deve ancora riprendersi.

Secondo molti la sua assenza è stato uno dei fattori principali della mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali, nello sfortunato playoff perso contro la Macedonia del Nord.

Nicolò Barella (Italia)

Altro giocatore azzurro costretto a guardare i Mondiali dal divano, Nicolò Barella sta dimostrando in Champions League con la maglia dell’Inter di essere un centrocampista di caratura internazionale, capace di interdire, inserirsi e conclude.

Paga, come tutti gli azzurri, un calo di forma e di tensione che ha colto la nazionale italiana dopo la vittoria agli Europei e che ha condotto ad un’incredibile mancata qualificazione.

Franck Kessié (Costa d’Avorio)

Il Presidente, trascinatore e “traditore” del Milan dello scudetto, abbandonato a parametro zero per andare a giocare con il Barcellona, non è riuscito a guidare la sua Costa d’Avorio al Mondiale di Qatar perdendo all’ultima giornata del girone di qualificazione la sfida decisiva contro il Camerun, in quello che è stato il gruppo più combattuto del continente africano.

Avendo solo 25 anni avrà modo di rifarsi, con tutta probabilità, al prossimo Mondiale allargato a 48 squadre (in cui raddoppieranno le squadre africane).

Andrew Robertson (Scozia)

Uno dei terzini sinistri più forti del mondo e capitano della nazionale scozzese, Andrew Robertson ha dimostrato spesso il suo strapotere fisico e tecnico con la maglia del Liverpool.

Con la maglia della Scozia purtroppo questo non è bastato per sconfiggere l’Ucraina nella semifinale playoff delle qualificazioni, partita a lungo rinviata per i noti fatti internazionali e giocata solo nello scorso giugno.

Florian Wirtz (Germania)

Trequartista tecnico, potente e agile, il diciannovenne Florian Wirtz è stato il più giovane marcatore di sempre della Bundesliga e nel 2021 sembrava destinato a diventare una presenza fissa nella nazionale tedesca, con la quale aveva già messo a segno 2 assist nei 4 spezzoni delle partite di qualificazionea cui aveva partecipato.

A marzo 2022 invece un grave infortunio con la maglia del Bayer Leverkusen, la rottura del legamento crociato che lo costringe lontano dal campo ancora oggi. Il futuro della Germania deve ancora attendere.

Victor Osimhen (Nigeria)

L’impatto del centravanti nigeriano del Napoli in Serie A è stato fin da subito devastante, anche se mitigato da qualche infortunio.

Osimhen è però sempre tornato in campo con voglia e fame di gol (spesso soddisfatta), ma purtroppo dopo aver dominato il girone di qualificazione (in cui ha Victor segnato 4 gol in 6 partite), la Nigeria ha impattato in un doppio pareggio nel play-off contro il Ghana deciso solo dal gol in trasferta (regola peraltro non più valida).

Erling Haaland (Norvegia)

Il Terminator dell’area di rigore, il prototipo di una nuova razza di calciatori sovraumani, l’uomo che abbatte tutte le statistiche a furia di gol segnati da ogni posizione… Erling Haaland è stato etichettato come “The Next Big Thing” del calcio da un paio d’anni ormai, ed ora che con la maglia del Manchester City ha effettivamente raggiunto il livello che gli compete, non parteciperà alla competizione più famosa.

Nonostante il suo centravanti “bionico”, infatti, la Norvegia (con cui Haaland ha messo a segno 21 gol in 23 presenze) non è riuscita a centrare uno dei dei primi posti in un girone di qualificazione che l’ha vista arrivare alle spalle di Olanda e Turchia. Non è un caso che nelle ultime 4 partite, in cui Haaland era assente per infortunio, sono arrivate solo 1 vittoria, 2 pareggi e 1 sconfitta per la nazionale scandinava.

Panchina:

Ci sono numerosi altri giocatori di valore che non vedremo ai Mondiali. Se dovessimo comporre una panchina, un posto sarebbe assegnato di sicuro al portiere sloveno Jan Oblak, da anni una sorta di saracinesca in Liga con la maglia dell’Atletico Madrid.

Tra i difensori scegliamo uno che non si è qualificato come l’italiano Alessandro Bastoni dell’Inter, al quale durante la vittoria dell’Europeo era stata assegnato il titolo di erede di Chiellini, e uno che deve rinunciare al Mondiale per infortunio come Reece James, il terzino destro dell’Inghilterra in forza al Chelsea che ha appena rimediato un infortunio al ginocchio che lo costringe a rinunciare alla kermesse qatariota e mette in difficoltà il c.t. Southgate.

A centrocampo possiamo citare l’altro italiano Marco Verratti, perno del Paris Saint-Germain, e il nigeriano Wilfred Ndidi, uno dei giocatori dal rendimento più alto della Premier League con la maglia del Leicester. Militano in Premier anche il norvegese Martin Odegaard (Arsenal) e lo svedese Dejan Kulusevski (Tottenham), due giocatori le cui capacità di sfornare assist a ripetizione non sono bastate alle rispettive nazionali scandinave per staccare il pass per Qatar 2022.

Infine, tra gli attaccanti, è recentissima la notizia dell’infortunio muscolare che con tutta probabilità costringerà a casa il tedesco Leroy Sané, vero e proprio mattatore della Champions League in questa stagione con il Bayern Monaco. Non stupisce invece l’assenza di Kvicha Kvaratshkelia: il giocatore del Napoli ha dimostrato di essere un vero e proprio fuoriclasse, ma nemmeno lui può fare i miracoli con una piccola nazionale come la Georgia.