Vai al contenuto

Il dicembre nero del calcio turco si chiude con un’incredibile incidente diplomatico che coinvolge l’Arabia Saudita.

Venerdì 29 dicembre a Riyad si sarebbe dovuta giocare la Supercoppa di Turchia tra il Galatasaray vincitore della Super Lig e il Fenerbahce detentore della Coppa nazionale.

Una Supercoppa di prestigio tra Galatasaray e Fenerbahce

La sfida tra Galatasaray e Fenerbahce è detta anche “derby intercontinentale”, dato che i due team, oltre ad essere i più titolati del calcio turco, sono anche le due principali squadre rispettivamente della parte asiatica ed europea di Istanbul.

Le due squadre peraltro erano reduci da un infuocatissimo derby di campionato, concluso con il punteggio di 0-0 ma caratterizzato dal duro confronto tra i due ex centravanti dell’Inter Icardi e Dzeko. Iniziato in campo, lo scontro tra i due è proseguito sui social con l’argentino che ha pubblicato un suo selfie con un occhio nero accusando arbitro e VAR di aver sorvolato sull’episodio che l’ha provocato, e con il bosniaco che ha affermato che l’avversario aveva semplicemente sbattuto il viso sul palo della porta e ha tentato di accusare gli avversari.

Nel momento in cui però le due squadre avrebbero dovuto dirigersi verso l’Al-Awwal Park, gli autobus hanno preso la strada dell’aeroporto per riportare Icardi, Dzeko e compagni in Turchia.

Perché Galatasaray e Fenerbahce si sono rifiutati di scendere in campo

Le autorità saudite hanno negato il permesso alle squadre di celebrare il centenario della Repubblica Turca (e della stessa Federcalcio nazionale) indossando una maglia e portando uno striscione con riportate delle frasi del fondatore e primo presidente turco Mustafa Kemal Ataturk: «Pace a casa, pace nel mondo» e «Quanto è felice chi dice di essere turco».

In Arabia Saudita però le regole riguardanti il calcio e lo sport in genere vietano qualsiasi accostamento con slogan e striscioni che non facciano riferimento esclusivamente al tifo, in particolare se coinvolgono tematiche politiche o nazionalistiche.

Ecco quindi che alla notizia del divieto da parte delle autorità saudite, che pare avessero addirittura annullato l’esecuzione dell’inno nazionale, i dirigenti di Galatasaray e Fenerbahce, in concerto con la Federcalcio turca, hanno deciso di non presentarsi allo stadio e fare ritorno in patria.

I problemi dell’Arabia Saudita con il calcio internazionale

Non è certamente un bel biglietto da visita per l’Arabia Saudita che ospiterà anche la nuova Supercoppa Italiana, con la formula delle Final Four, tra il 19 e il 22 gennaio, dopo rinvii e polemiche varie.

Gli enormi investimenti sul campionato saudita al momento non hanno dato grandi frutti in patria (il pubblico è calato del 10-15% quest’anno nonostante i grandi acquisti) e all’estero (gli ascolti fatti registrare dalla Saudi Pro League sono insignificanti: in Italia La7 ha spostato le partite sul secondo canale), e al momento la possibilità di ospitare competizioni estere è il meglio che l’Arabia può offrire dal punto di vista calcistico: se perde queste competizioni, la strada che porta ai Mondiali del 2034 appare in salita.

L’idea di ospitare tifosi di calcio da tutto il mondo e riuscire a limitare tutte le possibili espressioni nazionalistiche o che richiamano ad eventi storici politici che hanno ripercussioni sul mondo attuale è semplicemente irrealizzabile. Ma un paese così rigido come l’Arabia Saudita sull’espressione personale non può permettere a voci dissonanti di farsi sentire, anche all’interno degli stadi.

Il dicembre nero del calcio turco

L’episodio di Riyad è solo l’ultimo che ha costellato un dicembre disastroso per il calcio turco, tanto che in molti stanno chiedendo le dimissioni del presidente della Federazione Mehmet Büyükekşi.

Dopo la sospensione del campionato in seguito al linciaggio dell’arbitro Halis Umut Meler da parte del presidente dell’Ankaragucu, al ritorno in campo si è visto il presidente dell’Istabulspor ritirare la squadra al 76° del match contro il Trabzonspor in polemica con le decisioni arbitrali, e quindi la clamorosa rissa, in campo così come sugli spalti, in Bursaspor-Diyarbakirspor.