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Reading – Arsenal, ottavo di finale di League Cup 2012. Se volete far innamorare una persona del calcio, fategli vedere quella partita. Il principio di questo sport è il gol, l’emozione di quell’attimo prima, quel sussulto che ti sale da dentro. Ecco, la partita del Madejski Stadium contiene la bellezza di 12 reti, essendo terminata 5-7, ma non è solo alto punteggio ed esultanze.

Reading – Arsenal è infatti una delle partite più pazze di sempre, quasi d’altri tempi. E contiene al suo interno una delle rimonte più incredibili di sempre. Sì, perché gli ampiamente favoriti Gunners si trovano sotto di 4 reti al 37′ di gioco contro una squadra che fatica in Premier League e che arrivava a quella sfida da 8 partite senza vittorie.

Ripercorriamo dunque quell’incredibile partita, dal dominio dei padroni di casa nella prima frazione di gioco ad un doppio finale no-sense nei minuti di recupero dei tempi regolamentari e supplementari. Perché Reading – Arsenal 5-7 è storia.

Dominio Reading nel primo tempo: poker all’Arsenal

Il 30 ottobre 2012 l’Arsenal testa di serie si reca sul campo della matricola di Premier League, il Reading, per giocare gli ottavi di finale di Capital One Cup. Il pronostico è tutto a favore dei Gunners di Arsène Wenger, che però di fatto non scendono in campo nel primo tempo. Al 12′ ci pensa Roberts ad aprire le marcature, appoggiando facilmente in rete tutto solo in area di rigore il gol che fa esplodere di gioia i tifosi del Madejski Stadium.

L’Arsenal non reagisce, anzi, accusa il colpo in modo totalmente inaspettato. Il Reading è invece un fiume in piena che travolge i Gunners e infligge prima il 2-0 al 18′ (autogol di uno sfortunato Koscielny), poi il tris al 20′ con Leigertwood. Decisamente colpevole sul terzo gol dei padroni di casa (e parzialmente anche sul secondo) Emiliano Martinez. Il Dibu, oggi tra i migliori portieri al mondo, passa un pomeriggio complicato quel 30 ottobre 2012.

Arsène Wenger è incredulo in panchina, ma le cose sono destinate a precipitare ulteriormente al minuti 37, quando Hunt insacca il 4-0 Reading con un colpo di testa preciso. Niente può in questo caso Martinez, ma la staticità della difesa dell’Arsenal e la totale mancanza di reazione è un’onta inaccettabile per molti dei tifosi Gunners presenti al Madejski Stadium.

L’impossibile diventa possibile

Quante volte, da tifoso, speri che la tua squadra riesca a rimontare nonostante il punteggio sfavorevole? Sempre. Anche se la tua squadra è sotto 4-0 contro una formazione ampiamente sfavorita a poco dalla fine del primo tempo? Probabilmente sì, ma non proprio per tutti i tifosi dell’Arsenal. Quel pomeriggio infatti le tribune del Madejski Stadium iniziano parzialmente a svuotarsi nell’intervallo di quei tifosi che scelgono di non assistere per intero ad una partita che si rivelerà incredibile, pazza, storica.

Potrebbe essere davvero questione di fede, ma il sogno dei tifosi dell’Arsenal rimasti allo stadio si materializza nella ripresa. Come, allo stesso tempo, il peggior incubo dei supporters di casa del Reading. Poco prima di rientrare negli spogliatoi Walcott, imbucato da Arshavin, realizza il 4-1 e nella seconda frazione di gioco i Gunners sembrano rivitalizzati.

L’Arsenal alza decisamente la pressione, ma non riesce a rendersi pericoloso fino a quando non arriva l’episodio che di fatto gira il match. Come se fosse un’anticipazione di quanto realizzato circa 10 anni dopo con la maglia del Milan, il neo entrato Olivier Giroud impatta di testa la palla e dagli sviluppi di un calcio d’angolo trova il 4-2 al 64′. Due minuti dopo l’ingresso in campo.

Il calcio è strano, imprevedibile, impronosticabile. Questa partita ne è l’emblema, perché fino al minuto 89 mantiene il risultato di 4-2. Poi, l’impossibile diventa possibile. L’uomo della provvidenza per l’Arsenal è Koscielny, che si fa perdonare l’autogol precedente e realizza il 4-3 sempre di testa da corner. Non basta però ai Gunners per mandare la sfida ai supplementari, serve un’altra rete.

Detto, fatto. Al 6′ di recupero Theo Walcott, lo stesso che ha aperto la rimonta, la chiude. L’attaccante dell’Arsenal sfrutta la sponda di Chamakh e, all’ultima occasione della partita, trova la doppietta personale e l’incredibile pareggio sul 4-4. La difesa del Reading prova a respingere il suo tiro, ma la palla è entrata per intero, mandando la sfida ai tempi supplementari.

Il sigillo di Chamakh sulla partita più pazza di sempre

Contro ogni possibile previsione, i tempi regolamentari si chiudono sul 4-4. L’Arsenal ha tutta l’inerzia dalla propria parte, frutto della grandissima rimonta appena compiuta, e trova addirittura il vantaggio. Al 103′, poco prima della fine del primo tempo supplementare, Chamakh lascia partire un bolide da fuori area che si insacca nell’angolino basso, battendo Federici.

I Gunners si portano dunque in vantaggio per 4-5 e vedono il traguardo ormai vicino, ma la storia non è ancora terminata. Se Reading – Arsenal è finita negli annali di questo sport anche per ciò che avviene da adesso in avanti. Già perché proprio quanto tutto pareva scritto, Pogrebnyak realizza il 5-5 al minuto 116, spegnendo l’entusiasmo dei tifosi ospiti e rialimentando quello dei propri.

Scatta il 120esimo, i rigori sembrano ormai l’unico esito possibile per una partita pazza, ma nel punteggio equilibrato. Tutto giusto, ma non per Theo Walcott, che al 121′ nonostante la stanchezza sia fisica che mentale dopo lo sforzo compiuto, trova la forza per scrivere la storia. Arshavin cavalca sulla sinistra, colpisce a botta sicura ma la balla viene salvata sulla linea.

Il primo ad arrivare è il numero 14 dei Gunners, che ribatte in rete e realizza la sua personale tripletta, lasciandosi poi andare ad un’esultanza liberatoria. Finita qua? Niente affatto, quello di Walcott non è l’ultimo gol di quel pazzo pomeriggio, perché a schemi totalmente saltati Chamakh sfrutta un lancio lungo letto male dall’unico uomo rimasto nella metà campo del Reading e, tutto solo, alza un pallonetto che si infila in rete per uno storico, memorabile, unico 5-7.