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Il Milan chiude il 2023 con una vittoria ed alcuni spunti positivi che se sviluppati nel modo corretto potrebbero dare il via ad una seconda parte di stagione soddisfacente. Nonostante il cruccio infortuni, i rossoneri si sono resi conto che il lavoro nelle giovanili svolto negli anni passati si sta rivelando essenziale. Alcuni di questi giovanissimi hanno fatto il loro esordio nell’anno solare che sta per concludersi ed alla chiamata in prima in squadra ciascuno di loro ha risposto presente.

Ora, resta da capire se Stefano Pioli migliorerà qualcosa per quanto riguarda l’aspetto tattico. Al Milan è stato spesso imputato di essere bello da vedere ma poco concreto. Contro il Sassuolo è stato il contrario. Match privo di episodi clamorosi ma con un evidenti lacune tattiche. Basti vedere come erano disposti i giocatori in campo ad un certo punto della partita. Tuttavia, se gli intenditori più raffinati di calcio sono inorriditi, Oronzo Canà sarebbe stato orgoglioso della formazione.

È Pioli il nuovo allenatore nel pallone?

Gli infortuni hanno costretto a repentini cambi in corsa che avevano però dato una parvenza di idea tecnico-tattica alla base. Tuttavia, i giocatori paiono spesso navigazioni in balia di una tempesta che non accenna a placarsi con l’incertezza perenne di quale sia il loro posto nel mondo, in questo frangente il campo da gioco. Il Milan può vantare potenzialmente un centrocampo di assoluto valore ma incapace di esprimere al 100% le proprie potenzialità.

Nel corso della sfida con il Sassuolo, ad un certo punto si è visto uno schieramento alquanto anomalo, il 5-0-5. Momento in cui è stato evidente che la squadra fosse spezzata in due. Le tre fasi di gioco non comunicavano più l’una con l’altra ed era tutto lasciato al caso. Non una novità questa ma di certo un aspetto sul quale Pioli dovrà lavorare già a partire dalla preparazione della partita contro il Cagliari in Coppa Italia.

Questo spezzatino lo si era già visto altre volte, una su tutte in occasione del derby e la speranza era di non vedere più un oltraggio al gioco del calcio di questo tipo. È ben chiaro quindi che se il Sassuolo fosse entrato maggiormente in partita o semplicemente il tiro di Berardi non fosse stato deviato di Maignan, si parlerebbe ora dell’ennesima sfida casalinga persa contro la compagine emiliana. Difatti, contro l’Inter, squadra più preparata e smaliziata tatticamente, il risultato è stato lapidario.

Ecco dunque spiegata la citazione cinematografica de L’allenatore nel Pallone. Oronzo Canà spiegava le bellezze e le vittorie che il suo famoso 5-5-5 avrebbe apportato alla squadra. Nonostante la vittoria, il Milan non può e non deve essere soddisfatto della prestazione. Questo contesto ha esasperato ancora di più la mancanza di una preparazione tecnica adeguata. Le premesse fatte dalla dirigenza rossonera ad inizio stagione non possono quindi sfumare, come accadrebbe in una classica commedia all’italiana.

Theo e Pulisic: i leader del reparto

L’emergenza in difesa ha fatto sì che Theo venisse spostato come centrale di difesa. Sia chiaro che almeno inizialmente il disappunto per questa scelta del tecnico ha messo tutti d’accordo. Tuttavia, se si valuta l’andamento complessivo del reparto, considerare questa decisione scellerata, almeno dal punto di vista dei numeri, sarebbe un errore. Eccezion fatta per l’Atalanta dove la debacle è stata generale, l’impiego del francese come centrale si è rivelato vincente.

Theo non ha le movenze di un difensore e talvolta la sua innata spinta offensiva esplode senza troppi complimenti. Tuttavia, queste sue qualità sembrano rendergli la vita più semplice in difesa. Il terzino da l’idea di intuire ciò che l’avversario è in procinto di far per cui riesce a giocare d’anticipo. Gli interventi non sono la punta di diamante del suo gioco ma queste sue peculiarità gli permettono di essere ugualmente incisivo.

Il 2023 è quasi concluso e va dato merito alla società rossonera che l’acquisto di Pulisic non sia avvenuto solo per marketing o moneyball. La questione è più ampia. Il numero 11 ha passato momenti difficili tra fila del Chelsea tra infortuni e difficoltà nel trovare spazio ma non va dimenticato cosa ha dimostrato l’americano al Borussia Dortmund prima dell’esperienza inglese. Giocate eleganti e sopraffine alternate prestazioni imponenti e decisive.

In questi primi mesi al Milan, Pulisic ha dimostrato di essere tutto questo. Un giocatore che pur in una serata che pareva non sorridergli, è stato incisivo. Si è perfettamente integrato in un sistema tutt’altro che collaudato. Ha tecnica, corsa e guizzi da campioni. È quel giocatore che al netto di qualche problema fisico, ha limitato al massimo le giornate storte. Il campione, Born in the USA come direbbe Springsteen, ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo idolo dei tifosi rossoneri.