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Il nuovo millennio ci ha regalato grandissimi campioni come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo ma, come si dice, non tutti gli eroi indossano un mantello. Ci sono giocatori entrati nel cuore dei tifosi anche senza vincere classifiche dei cannonieri, e nonostante gli infortuni abbiano decretato la fine della carriera intorno ai 30 anni. Avete capito bene: oggi parliamo di Owen Hargreaves.

L’Owen più conteso

Se a un tifoso inglese di calcio, a metà degli anni 2000, avessero chiesto di Owen, molti avrebbero ovviamente risposto Michael Owen. Molti, ma assolutamente non tutti. In diversi avrebbero risposto con uno che Owen faceva di nome, e non di cognome. Owen Hargreaves nasce a Calgary, in Canada, nel 1981. Il suo sangue è comunque britannico ed è diviso a metà tra l’Inghilterra (il padre Colin è di Bolton, nell’area metropolitana di Manchester) e il Galles (la mamma Margaret), e questo lo renderà già in qualche modo speciale, ma soprattutto conteso. Il ragazzo disputa infatti prima alcune partite con le giovanili del Galles, ma poi inizia un corteggiamento da parte dei Tre Leoni, e infine Owen sceglie l’Inghilterra. Nel frattempo, però, la madre patria Hargreaves non l’annusa neanche. A guardarlo ammirati mentre muoveva i primi passi nel Calgary Foothills, ci sono gli osservatori di Ottmar Hitzfeld, allenatore del Bayern Monaco che dà l’ok per il suo trasferimento alla Youth Academy dei bavaresi. A 16 anni, lui, non ci pensa neanche e parte, e ancora non può nemmeno immaginare che la sua permanenza in Germania durerà per 10 anni.

Nel frattempo, Owen batte un record a questo punto inevitabile: diventa il primo giocatore ad avere esordito nella Nazionale maggiore inglese, non solo senza aver mai giocato un match in Prima Divisione o Premier League, ma senza nemmeno aver messo piede in nessuna delle serie minori! Quello di giocare in Inghilterra e segnatamente in Premier League, era comunque un suo desiderio che alla fine avrebbe realizzato. Purtroppo, ahilui, per un tempo molto breve.

Cosa aveva di così speciale Owen Hargreaves?

Prima di addentrarci in dettagli sulle caratteristiche tecniche del giocatore, c’è un aneddoto che rende bene l’idea di cosa fosse Owen Hargreaves, su un campo di calcio. Siamo nel 2006, il 25enne Hargreaves ha già una trentina di presenze in nazionale maggiore e ovviamente è convocato per i Mondiali di Germania. Il CT dell’epoca, Sven-Göran Eriksson, stravedeva per lui ed era stato proprio l’allenatore svedese a farlo esordire, 5 anni prima, schierandolo da terzino sinistro. Di quel ragazzo, Eriksson adorava l’incredibile versatilità, oltre che un temperamento e una leadership fuori dal comune.

Nel 2006, comunque, il suo ruolo naturale – maturato nel Bayern Monaco – era quello di mediano. Un mediano fac-totum, ma sempre mediano. All’esordio con il Paraguay, il CT lo fa entrare a pochi minuti dalla fine, al posto di Joe Cole sulla sinistra di centrocampo, ma i tifosi inglesi non lo accolgono bene. Non solo fischi, ma parecchi “BOOO” per lui. Quale era la sua colpa? Quella di essere un inglese atipico, che in Inghilterra non aveva mai giocato. In realtà, i tifosi riversavano su di lui la frustrazione di una partita brutta, vinta per l’autogol di Gamarra dopo pochi minuti ma proseguita senza entusiasmare. Più di ogni altra cosa, c’era forse la frustrazione di una nazionale che sembrava avere finalmente una generazione per vincere, ma non vinceva mai. C’erano Ferdinand e Terry in difesa, Lampard e Gerrard a centrocampo, Beckham a pennellare sulla destra e Michael Owen in attacco. Il Wonder Boy aveva vinto il Pallone d’Oro nel 2001, ma la sua parabola discendente era già in pieno svolgimento.

E poi c’era lui, Owen Hargreaves da Calgary, conteso fino a pochi anni prima da due nazionali britanniche ma che in terra d’Albione non ci aveva calcisticamente mai messo piede. Cosa accade da lì in avanti? Innanzitutto accade che Eriksson non lo toglie più dal campo, ma soprattutto accade una cosa incredibile. Siamo ai quarti di finale, dove l’Inghilterra affronta il Portogallo di Figo e di un giovanissimo Cristiano Ronaldo. La squadra non brilla, sia i tempi regolamentari che supplementari erano finiti 0-0 ed è poi la nazionale lusitana a passare dopo i calci di rigore. La lotteria dal dischetto finisce 1-3, e l’unico segnato era stato quello di Owen Hargreaves. Ma la cosa più sorprendente era successa prima. Per tutta la partita, i tifosi inglesi avevano intonato il coro “THERE’S ONLY ONE OWEN HARGREAVES!”.

Proprio lui, fischiato e contestato 20 giorni prima senza alcuna colpa, era diventato di colpo l’idolo di una tifoseria. Cosa aveva fatto cambiare idea così rapidamente ai tifosi? Quello che dava in campo Hargreaves, il temperamento, il non mollare mai, la continua corsa, soprattutto i tackle. Ecco, lui era uno di quei giocatori capaci di esaltare la tifoseria per un contrasto vinto, per una palla caparbiamente riconquistata, per un avversario rincorso e fermato. In quel quarto di finale, il migliore in campo di un’Inghilterra un po’ smunta era stato proprio lui, che aveva letteralmente cancellato dal campo “sua maestà” Luis Figo.

Il sogno e il calvario di Owen Hargreaves

Dopo il mondiale, iniziano però dei problemi di salute che ne inficeranno il resto della carriera. A settembre del 2006 si procura una frattura alla gamba, che gli fa saltare gran parte della stagione. Nel frattempo, Sir Alex Ferguson aveva intensificato il pressing sul management del Bayern Monaco, perché lo avrebbe fortemente voluto al suo Manchester United. L’affare si conclude a fine stagione: finalmente, Owen Hargreaves può esordire in Premier League, e con la squadra più forte che esista.

Il suo contributo nel primo anno coi Red Devils è eccellente. Anche Ferguson lo usa un po’ dappertutto, ma soprattutto come doppio pivot davanti alla difesa, insieme al brasiliano Anderson. Ai lati ci sono Giggs e Cristiano Ronaldo, davanti Rooney e Tevez. Una squadra fantastica, che infatti a maggio conquista la Champions League. In finale, vinta ai rigori contro il Valencia, Owen mette la firma su uno dei tiri dal dischetto. Lo United vince anche la Premier League e il Community Shield, e la prima stagione in patria di Owen Hargreaves è poco meno che fantastica. I guai, però, non tardano a tornare e, stavolta, non se ne andranno più.

Dopo le prime partita ufficiali del Manchester United nell’estate 2008, accusa problemi al ginocchio sinistro. Fa in tempo a giocare due partite di Premier League, poi il tendine rotuleo fa crac. Non è un problema, è l’inizio di un calvario. Secondo lui, i problemi a muscoli e tendini sono iniziati per una errata ingessatura applicatagli nell’ultimo anno al Bayern, ma nessuno potrà mai averne la certezza. Il risultato è però che Owen salta tutta la stagione, ma non solo. I tempi si allungano e Hargreaves salta un’altra stagione quasi di netto, riuscendo a mettere piede in campo solo per 1 minuto, nella penultima giornata di Premier contro il Sunderland.

La stagione seguente sembra beneaugurante, il 6 novembre Owen è finalmente titolare nel Manchester United dopo 777 giorni, ma la sua partita contro il Wolverhampton dura appena 10 minuti. Si torna sotto i ferri. Richard Steadman, luminare statunitense che lo ha visitato e operato più volte, dice che lo stato delle ginocchia di Owen Hargreaves è il peggiore che gli sia capitato di vedere in 35 anni di professione. Secondo Steadman, comunque, il ragazzo arriva a una guarigione. Una diagnosi che non convince Ferguson, così il Manchester United decide di non rinnovare il contratto di Owen, in scadenza a fine stagione. Lui non accetta la decisione, cerca di far cambiare idea al suo mentore, mette su Youtube dei video in cui testimoniava il suo buono stato di forma. Con Sir Alex, però, non attacca.

Ultima fermata, il City

Così, in estate gli arriva una telefonata da Roberto Mancini, al tempo allenatore dei rivali cittadini del City. Owen Hargreaves tenta questa nuova avventura, e anche stavolta c’è l’illusione che il peggio possa essere finalmente alle spalle. Hargreaves gioca due partite da titolare in Coppa di Lega e sembra tutto ok. In realtà, però, la musica continua a non cambiare: le ginocchia sono sempre un problema, e quando non sono direttamente le ginocchia ci sono le conseguenze, in termini di problemi muscolari. L’ultima apparizione di Owen con i Citizens è datata 8 gennaio 2012, 8 minuti in FA Cup proprio nel derby con lo United (perso 2-3). Owen Hargreaves non ha ancora compiuto 31 anni, ma a fine stagione decide di dire basta. Di fatto, aveva smesso di essere un calciatore circa 3 anni prima. Dal primo infortunio serio al ginocchio del settembre 2008, ha giocato appena 5 partite di Premier League in 3 stagioni.

Troppo anche per un lottatore come lui, che aveva trasformato in cori i “booo” dei tifosi inglesi.