Vai al contenuto

Ora o mai più. O comunque, adesso o si rischia grosso. Napoli-Juve conta molto di più per i bianconeri, e non perché gli azzurri non abbiano ambizioni: è che con un ko la Juventus rischierebbe di allontanarsi non solo per i giochi scudetti, ma soprattutto per quelli del quarto posto, obiettivo minimo stagionale. La cura Spalletti sta dando qualcosa in più, comunque di diverso. Reduci da tre successi, gli juventini non possono dirsi però distanti dai problemi. Tutt’altro.

Dall’altra parte, gli azzurri si preparano a quello che è il match più sentito dalla piazza. Avrebbero certamente voluto farlo con uno spirito differente – pur rinfrancato dalle ultime vittorie – ma sanno benissimo di poter andare oltre ogni alibi, e se non è chiaro lo ribadirà costantemente Antonio Conte. Per lui, battere la Juve, vorrebbe dire eliminarla definitivamente dal discorso scudetto.

Chi potrebbe giocare?

Anche contro la Juve, il Napoli non dovrebbe cambiare sistema di gioco. Conte se la giocherà a specchio, confermando il 3-4-2-1 visto nell’ultima partita. C’è chiaramente il tema degli indisponibili: ai campioni d’Italia mancheranno Gilmour, Gutierrez e Meret. Ma soprattutto: De Bruyne (rientra alla fine del girone d’andata), Lukaku – ancora da capire -, oltre a Lobotka e il lungodegente Anguissa. In bocca al lupo. Elmas e McTominay dovrebbero così agire nel reparto più martoriato, ossia il centrocampo. Di Lorenzo e Olivera sulle fasce, dietro Beukema con Rrahmani e Buongiorno, davanti a Vanja. Davanti Neres con Lang, Hojlund centravanti.

Per la Juve, invece, l’assenza più pesante è quella di Vlahovic, che ne avrà fino a primavera. L’alternativa è David e va verso una maglia dal primo minuto. Sarà 3-4-2-1 con Di Gregorio al rientro tra i pali (in campionato), Kalulu e Koopmeiners braccetti, Kelly in mezzo. Centrocampo con Locatelli e Thuram al centro, McKennie potrebbe giocare largo a destra con Cambiaso a sinistra. Davanti Conceiçao più Yildiz, alle spalle dell’attaccante canadese ex Lilla.

Il tabù Maradona per la Juve

Lo stadio sarà sicuramente un fattore. E non soltanto per il tifo, per l’importanza che la gara ha per il popolo napoletano. In fondo, sono proprio i numeri a “spaventare” la Juventus, per cui l’ultimo successo risale alla stagione 2018-2019, quella dell’ottavo scudetto consecutivo. Nelle sei sfide successive non è mai arrivato nessun risultato positivo. Anzi: è arrivato il ribaltamento dei ruoli, con gli azzurri che oggi sono favoriti in una gara storicamente ostica.

In fondo, in 184 precedenti, 85 sono state le vittorie juventine e 48 quelle napoletane, mentre 51 sono i pareggi. La Juve non vince contro il Napoli dall’1-0 dell’8 dicembre del 2023: sono passati esattamente due anni. In panchina, per gli azzurri, c’era Walter Mazzarri.

Spalletti e Conte, panchine invertite

A proposito di panchine. Da una parte di sarà Antonio Conte, che alla Juve ha fatto la storia da calciatore e da allenatore, dall’altra invece Luciano Spalletti, in grado di riportare il Napoli al titolo di campione d’Italia dopo 33 anni. Sarà un’emozione forte, unica, e per entrambi. Lo stesso Conte rischiava di tornare a Torino la scorsa estate, quando era stato designato come successore di Tudor prima che quest’ultimo invece rinnovasse con l’arrivo dell’ad Comolli.

Per quanto riguarda Spalletti, l’addio post scudetto è stato un duro colpo per il popolo napoletano, che l’ha amato forse come nessuno. Si tratta della prima volta da avversario, a Napoli, dalla vittoria dello scudetto: l’accoglienza è uno dei temi più forti.