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Nel 1998 l’Italia partecipa ai Mondiali in casa dei cugini francesi forte della finale conquistata e persa ai rigori sotto il sole di Pasadena quattro anni prima, ma anche reduce dalla delusione dell’Europeo del 1996, conclusosi alla fase a gironi.

Dopo l’Europeo inglese del 1996 e l’addio di Arrigo Sacchi, la Nazionale italiana fu affidata al fautore dei successi dell’Under-21, ovvero Cesare Maldini. Il Ct azzurro si ritrovò nella peculiare situazione di allenare il proprio figlio, Paolo, diventato capitano della Nazionale dopo l’addio di Franco Baresi nel 1994.

Il girone di qualificazione vedeva l’Italia giocarsi fondamentalmente il primo posto con l’Inghilterra, in un girone completato da avversarie molto più abbordabili come Moldavia, Georgia e Polonia. Maldini assume la guida degli azzurri dopo i primi successi contro moldavi e polacchi, esordendo con uno storico successo a Wembley contro gli inglesi firmato da Gianfranco Zola.

Ma gli inglesi, nonostante il pareggio nel match di ritorno, chiusero il girone davanti agli azzurri, che persero punti preziosi nei pareggi in Polonia e in Georgia.

Per centrare l’accesso in Francia si dovette quindi passare attraverso i neonati play-off, che videro gli azzurri fronteggiare la Russia: dopo l’1-1 di Mosca firmato da Christian Vieri e dall’autogol di Fabio Cannavaro, l’1-0 firmato da Pierluigi Casiraghi vale il pass per i Mondiali.

La rosa dell’Italia a Francia ‘98

GIOCATORERGIOCATORER
1Francesco ToldoP11Dino BaggioC
12Gianluca PagliucaP13Sandro CoisC
22Gigi BuffonP14Gigi Di BiagioC
2Beppe BergomiD15Angelo Di LivioC
3Paolo MaldiniD16Roberto Di MatteoC
4Fabio CannavaroD17Checco MorieroC
5Billy CostacurtaD10Alex Del PieroA
6Sandro NestaD18Roberto BaggioA
7Gianluca PessottoD19Pippo InzaghiA
8Moreno TorricelliD20Enrico ChiesaA
9Demetrio AlbertiniC21Bobo VieriA
La Rosa portata in Francia dal CT Maldini per il Mondiale 1998

Pass non valido però per lo stesso Casiraghi, vittima di un tremendo infortunio che gli chiuderà di fatto la carriera. E non sarà il solo protagonista delle qualificazioni che resterà a casa, vuoi per infortunio (come Fabrizio Ravanelli, vittima di una broncopolmonite, o Angelo Peruzzi, infortunato all’inizio del ritiro pre-mondiale) o per scelta tecnica.

I tanti infortuni nel reparto avanzato spingono Maldini a richiamare Roberto Baggio, che dopo USA ‘94 aveva vissuto un periodo difficile, ma che nel campionato appena concluso a Bologna era letteralmente rinato, arrivando a segnare ben 22 gol. Baggio doveva essere la riserva di Alex Del Piero, ma partiva inizialmente da titolare dato che il 10 juventino stava recuperando da uno strappo che l’aveva già costretto a giocare solo un tempo della finale di Champions League persa contro il Borussia Dortmund. Anche il suo compagno d’attacco alla Juve, Pippo Inzaghi, non era al meglio per colpa della pubalgia.

Per fortuna, in attacco Maldini poteva contare su Bobo Vieri, autore di un’annata strepitosa con l’Atletico Madrid, con cui conquistò il titolo di Pichichi con 24 gol in 24 partite di Liga.

Il resto della nazionale vedeva una massiccia presenza del blocco di provenienza Juventus, con Pessotto, Torricelli e Di Livio oltre a Del Piero e Inzaghi, e Milan, con Costacurta e Albertini oltre a Maldini.

In porta con l’infortunio di Peruzzi tornò titolare Pagliuca, con Toldo e il giovanissimo Buffon di riserva.

Nutrita quindi anche la rappresentanza del Parma: oltre a Buffon, Cannavaro, Dino Baggio, e Enrico Chiesa. Per l’Inter oltre a Pagliuca si trovava l’esperto Bergomi, al suo quarto mondiale dopo aver saltato USA ‘94, e Moriero.

Completavano la rosa il laziale Nesta, il romanista Di Biagio, il fiorentino Cois e Di Matteo, in forza al Chelsea.

Le aspettative sull’Italia

Dopo la qualificazione ottenuta attraverso i play-off c’era fiducia attorno alla Nazionale italiana, ma non esaltazione. Per quanto Cesare Maldini fosse estremamente più simpatico e ben voluto da critici e giornalisti rispetto ad Arrigo Sacchi, l’involuzione sul piano del gioco era evidente a tutti.

La Nazionale italiana appariva come una squadra estremamente solida, ma incapace di sfruttare appieno il talento offensivo che aveva a disposizione, a causa di un atteggiamento fin troppo difensivista e prudente.

Il Girone B, in cui furono inseriti gli azzurri, vedeva la presenza di Cile, Camerun e Austria, un raggruppamento decisamente alla portata dell’Italia. L’impressione è che molto dipendeva dall’estro dei fuoriclasse davanti, Baggio e Del Piero, con il secondo che rappresentava una grossa incognita per via delle sue condizioni fisiche.

Per Maldini era impensabile vedere i due fantasisti in campo contemporaneamente, per cui nei discorsi dei tifosi italiani la dicotomia “Baggio o Del Piero” iniziava a ritornare con cadenza simile alla famosa staffetta tra Rivera e Mazzola.

Certo, la sconfitta contro la Svezia nell’ultima amichevole aveva fatto suonare qualche campanello d’allarme, ma c’era un cauto ottimismo sulle possibilità azzurre di raggiungere quanto meno le semifinali.

Il cammino dell’Italia in Francia 1998

FASE PARTITA RISULTATO
GironiItalia-Cile2-2 (Vieri, rig. Baggio R. – Salas, Salas)
GironiItalia-Camerun3-0 (Di Biagio, Vieri, Vieri)
GironiItalia-Austria2-1 (Vieri, Baggio R. – rig. Herzog)
OttaviItalia-Norvegia1-0 (Vieri)
QuartiItalia-Francia0-0 3-4 d.c.r.
Le partite dell’Italia ai Mondiali 1998

Un esordio incerto ma un cammino tranquillo

La prima partita vedeva l’Italia fronteggiare un Cile che poteva contare probabilmente sulla coppia di attaccanti più forti della sua storia, Marcelo Salas e Ivan Zamorano.

Proprio una doppietta del primo, in procinto di sbarcare in Serie A con la maglia della Lazio, rimonta l’iniziale vantaggio di Bobo Vieri (futuro partner d’attacco del cileno in biancazzurro). A cinque minuti dalla fine è Roberto Baggio ad inventarsi un rigore, praticamente tirando la palla sul braccio del difensore cileno Fuentes, e a trasformarlo fissando il risultato sul 2-2, scacciando così i fantasmi di Pasadena.

Iniziano a piovere le prime critiche verso la formazione azzurra, un 5-3-2 con Di Livio a fare tutta la fascia destra e Dino Baggio, Albertini e Di Matteo a soffocare il gioco avversario a centrocampo, con ben poca propensione a costruire azioni offensive.

Contro il Camerun quindi Cesare Maldini prova a darsi un’aria più offensiva, con Moriero al posto di Di Livio e sostituendo Di Matteo con Di Biagio. I cambi sembrano dare ragione al mister, dato che Di Biagio porta in vantaggio gli azzurri al 7° minuto con un colpo di testa su cross di Roberto Baggio e provoca l’espulsione di Kalla poco prima dell’intervallo, e quindi, a 15 minuti dalla fine, Moriero serve l’assist per il 2-0 di Vieri, che poco prima della fine firma anche il gol del definitivo 3-0.

Tutto bene per gli azzurri, che hanno visto anche il ritorno in campo di Del Piero nell’ultima mezzora, in una staffetta con Baggio.

Nell’ultima partita di girone, con il Cile che ha nel frattempo pareggiato contro l’Austria, agli azzurri basta anche un pareggio dato che gli austriaci avevano pareggiato all’esordio contro il Camerun. Il match inizia subito malissimo, però, con il grave infortunio a Nesta che deve lasciare il posto al veterano Bergomi.

Si rivede titolare Del Piero, al posto di Baggio, che su punizione offre a Vieri la palla per il vantaggio all’inizio della ripresa. Nel finale il raddoppio firmato da Baggio su assist di Inzaghi (entrambi subentrati) mette al sicuro la vittoria anche dal rigore trasformato da Herzog allo scadere.

L’Italia passa così il turno da prima nel girone, e si prepara ad affrontare la Norvegia. In avanti sono ancora titolari Del Piero e Vieri, ed è il secondo a firmare la sua 5ª rete nel torneo su suggerimento di Di Biagio al 18°, rete che vale l’1-0 finale con cui gli azzurri avanzano ai quarti di finale.

La Francia e la maledizione dei rigori

I padroni di casa ritrovano proprio contro l’Italia il loro miglior giocatore, Zinedine Zidane, che alla seconda giornata aveva rimediato un rosso diretto e due giornate di squalifica per aver passeggiato sulla gamba di un avversario.

Maldini decide di schierare dall’inizio Pessotto al posto di Albertini e dargli come compito la marcatura di Zidane a tutto campo. Bergomi fa il libero vecchio stampo, senza nessuna presunzione di impostazione del gioco, ma con l’imperativo di spazzare via ogni pallone. Costacurta segue i movimenti di Djorkaeff, mentre Cannavaro marca stretto Guivarc’h (rischiando anche uno zigomo per una gomitata non sanzionata).

A sinistra Maldini controlla le avanzate di Karembeu (trovando poi molta più difficoltà contro il subentrante Henry), mentre a destra Moriero, nominalmente l’ala, si ritrova a fare il terzino su Lizarazu. Sulla mediana Dino Baggio e Di Biagio si dedicano a interrompere qualsiasi giocata francese senza nessun pensiero a come giocare i palloni eventualmente recuperati. Quando la palla arriva casualmente a Vieri, la guardia di Desailly e Blanc disinnesca qualsiasi pericolo per la porta di Barthez.

Non pervenuto Del Piero, in condizioni fisiche ancora improponibili e impalpabile per tutti i quasi 70 minuti passati in campo, prima della sostituzione con Roberto Baggio.

È proprio il Divin Codino, ai supplementari, ad avere la palla migliore dell’incontro, sfiorando quel golden gol che avrebbe fatto passare il turno istantaneamente agli azzurri (come successo ai francesi contro il Paraguay nel turno precedente grazie ad una rete di Blanc).

L’ultimo sussulto è al 120° quando Pagliuca salva lo 0-0 su una conclusione di Djorkaeff, spingendo così le due squadre a giocarsi tutto alla lotteria dei rigori.

Segnano subito i due uomini di maggior spessore, Zidane per la Francia e Baggio per l’Italia, e quindi Pagliuca si esalta parando la conclusione di Lizarazu. L’esaltazione dura poco però perché Albertini calcia il suo penalty tra le mani di Barthez.

Si continua quindi con i tiri di Trezeguet, Costacurta, Henry, Vieri e Blanc, tutti a segno, e sul dischetto si presenta Gigi Di Biagio. Il centrocampista della Roma tira con potenza, centrale e sotto la traversa… No, non è così: la palla centra in pieno la traversa e torna con violenza in campo, mentre Di Biagio si accascia in lacrime e il capitano francese Blanc festeggia baciando la testa pelata di Barthez, un rito portafortuna che accompagnerà i francesi fino alla vittoria in finale contro il Brasile.

Per l’Italia è la terza sconfitta consecutiva ai calci di rigore ai campionati mondiali, una maledizione che verrà in parte infranta nell’esaltante Europeo di Belgio e Olanda del 2000, dove però sarà ancora una volta fatale la Francia, e ancora oltre il 90°.