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C’è una stagione nuova che si affaccia a Torino. Dopo le turbolenze e i chiaroscuri dell’era Motta, chiusa bruscamente a marzo 2025, la Juventus riparte dal fuoco ardente di Igor Tudor, un condottiero pragmatico e passionale che ha già dato prova della sua solidità conquistando, con fatica e sudore, un posto in Champions League. Ora si volta pagina. Il 2025/26 dovrà essere l’anno della rinascita, ma anche quello delle certezze ritrovate. Non basteranno le idee. Serviranno gambe, testa e soprattutto cuore. Il cuore bianconero, che da troppo tempo pulsa più piano del solito.

La Juventus ha davanti una doppia sfida: rialzare la testa in Italia e mostrarsi competitiva in Europa. La base è stata gettata, ma servono fondamenta più robuste. Serve un’anima nuova, e il mercato proverà a costruirla. Tra sogni, obiettivi già sfiorati e giovani promesse, l’organismo bianconero prende forma. Ecco come si presenta, oggi, la Juventus della stagione 2025/26.

La formazione della Juventus 25/26

Igor Tudor non cambia pelle: riparte dal suo amato 3-4-2-1, modulabile in corsa, capace di esaltare le qualità atletiche e tecnico-tattiche dei suoi uomini. La difesa viene rinforzata con due nomi d’esperienza e spessore: Kalulu, riscattato dal Milan dopo un’annata in prestito positiva, e magari Laporte, vecchia volpe europea con voglia di rivincita. In mezzo, Ederson potrebbe essere il nuovo totem, il box-to-box che mancava da anni, mentre sulle fasce si accende la corsa con Wesley, talento carioca in piena ascesa, e Cambiaso, ormai elemento chiave e lontano dalle voci di mercato.

Davanti, tanta fantasia e imprevedibilità. Sancho e Yildiz (non più promessa, ma realtà) ispirano il nuovo numero 9: Jonathan David, talento purissimo con il gol nel sangue. Alle sue spalle, due alternative di lusso: Francisco Conceiçao e Kolo Muani, pronti a dare profondità e rotazione in una stagione densa di appuntamenti.

JUVENTUS – modulo 3-4-2-1 – All. Tudor

I nuovi acquisti già conclusi

Al momento, non è stato ufficializzato alcun acquisto in casa Juventus, ma diverse operazioni sono praticamente già definite.

Kalulu è stato riscattato dal Milan per una cifra complessiva di 15 milioni di euro. La sua duttilità (può giocare in una difesa a tre come in quella a quattro) è un’arma preziosa. L’ex rossonero ha convinto tutti nella seconda parte della scorsa stagione, guadagnandosi fiducia e continuità.

Per Kolo Muani è stato esteso il prestito dal Paris Saint-Germain fino al termine del Mondiale per Club: l’attaccante francese continuerà a vestire il bianconero almeno fino alla fine del torneo, salvo nuovi accordi. Un giocatore che può cambiare il volto della squadra partendo anche dalla panchina, alternando rapidità e movimenti intelligenti.

Stessa sorte per Francisco Conceiçao, che vorrebbe restare a Torino. Il Porto chiede il pagamento integrale della clausola da 30 milioni, ma la Juve punta a una formula più morbida.

Il filo conduttore? Versatilità, tecnica e capacità di inserirsi in un progetto in crescita. Tutti profili scelti per dare a Tudor una squadra più moderna, aggressiva, fluida. Più Juventus, in fondo.

I sogni di mercato

La Juve 25/26 è ancora un cantiere aperto, e il nuovo direttore generale Damien Comolli ha parecchi dossier aperti sul tavolo. Alcuni calciatori sono più di semplici suggestioni: rappresentano veri e propri obiettivi per completare la rivoluzione iniziata.

In porta, l’addio ormai certo di Mattia Perin (cerca un ruolo da titolare altrove) apre la strada a Elia Caprile, protagonista con il Cagliari. Classe 2001, richiesto anche all’estero, Caprile costa 20 milioni, ma è ritenuto ideale come vice Di Gregorio, magari già con un occhio al futuro da titolare.

La difesa, già rinforzata da Kalulu, potrebbe ricevere un ulteriore innesto di esperienza con Aymeric Laporte. Il centrale dell’Al-Nassr ha già dato disponibilità a ridursi l’ingaggio pur di tornare competitivo. Il costo del cartellino (10 milioni) è accessibile, l’ostacolo è l’ingaggio: si lavora per spalmare lo stipendio su più stagioni.

Sulle fasce, Wesley del Flamengo è il nome cerchiato in rosso. Terzino offensivo, moderno, abile nell’uno contro uno e nel recupero palla. I brasiliani partono da una richiesta di 25 milioni: cifra alta, ma il potenziale è da top player. A sinistra piace anche Nuno Tavares, reduce da un’ottima stagione con il Nottingham Forest.

A centrocampo, il vero obiettivo si chiama Ederson. Il brasiliano dell’Atalanta è il sogno tattico di Tudor: forza fisica, tecnica, verticalità. L’Atalanta lo valuta 60 milioni, lo stesso prezzo fissato dodici mesi fa per Koopmeiners. Una cifra pesante, ma la Juve valuta contropartite e dilazioni.

In attacco, Jadon Sancho rappresenta una scommessa d’alto profilo. Reduce da una stagione di rilancio al Chelsea, è ai margini dello United e cerca una nuova casa. I Red Devils chiedono 25 milioni. Tudor lo stima, la Juve ci lavora con attenzione.

Infine, il nome più caldo: Jonathan David. L’attaccante canadese si è svincolato dal Lille ed è in trattativa diretta con i bianconeri. Lo scoglio è rappresentato dalle commissioni, ritenute troppo alte (si parla di circa 20 milioni di euro complessivi). Se limate, l’accordo può essere chiuso a breve: David, nel frattempo, aspetta solo la chiamata giusta per vestire bianconero.

Punti di forza e di debolezza della formazione

La nuova Juventus disegnata da Tudor ha un’identità chiara: equilibrio, intensità e varietà. Il reparto difensivo è solido, con Bremer a comandare e l’aggiunta di Kalulu e Laporte a garantire affidabilità ed esperienza. Anche la panchina è profonda: Gatti e Kelly saranno alternative concrete, mentre il giovane Savona cresce all’ombra dei titolari.

Il centrocampo è il cuore pulsante. Ederson e Thuram, insieme, formerebbero una coppia di grande impatto fisico e corsa, completati dalla qualità di Locatelli e McKennie. Wesley e Cambiaso, sulle fasce, assicurano spinta e copertura, mentre Nuno Tavares potrebbe dare un’opzione più offensiva. Ma costa tanto.

La trequarti è il reparto che intriga di più. Yildiz ha il potenziale per diventare il simbolo della nuova Juve: estro, coraggio, personalità. Accanto a lui, Sancho (o Conceiçao) può offrire un’altra dimensione, fatta di dribbling e assist. Koopmeiners, nonostante un’annata da dimenticare, sarà l’elemento jolly, capace di giocare anche da regista o mezzala offensiva.

In attacco, David è quello che teoricamente mancava. Tecnico, veloce, letale negli spazi. Kolo Muani, se resterà, rappresenta invece un’arma differente, perfetta per cambiare il volto della partita.

Le fragilità? Forse la squadra manca ancora di un regista puro, di uno che faccia girare la palla con ordine e visione. Inoltre, l’attacco dovrà dimostrare di saper finalizzare le tante occasioni che Tudor proverà a creare con il suo pressing feroce. Ma rispetto agli anni passati, questa Juventus avrebbe un’anima più definita. Meno esperimenti, più concretezza. Più fame, più identità.