Il vento del cambiamento soffia forte sulla capitale. Dopo stagioni altalenanti, sogni interrotti e un’identità ancora in cerca di una piena definizione, la Roma ha deciso di riplasmarsi con coraggio. Il nome chiamato a dare fuoco alle polveri è uno che nel calcio italiano ha già lasciato tracce indelebili: Gian Piero Gasperini. Il tecnico di Grugliasco, filosofo del pressing alto e degli esterni che divorano chilometri, è la nuova guida scelta dai Friedkin per inaugurare l’annata 2025/2026. Un contratto fino al 2028, cinque milioni di euro a stagione, e una missione chiara: portare la Roma stabilmente tra le grandi, e magari, un giorno, oltre il confine del sogno.
Il cambio di allenatore rappresenta molto più di una scelta tecnica: è una rivoluzione culturale. Dopo l’ordine tattico di Mourinho, la giovinezza impetuosa di De Rossi e il breve ma efficace pragmatismo di RRanieri — che ha conquistato quasi un quarto posto che sarebbe stato irreale — ora tocca a Gasperini riscrivere la musica. E la Roma, in questa sinfonia in costruzione, vuole suonare forte. Vediamo come.
La formazione della Roma 25/26
ROMA – 3-4-2-1 – All. Gasperini

Nel cuore del 3-4-2-1, la Roma si presenta con un volto nuovo, pur mantenendo l’ossatura che l’ha portata lontano. Svilar difende i pali, ma dietro di lui si scalda Marco Sportiello, possibile frutto di uno scambio con il Milan. In difesa, Gasperini può trovare Lucumì, mentre si tenta il ritorno di Ibanez dall’Arabia. Mancini, leader difensivo, guida la retroguardia, affiancato da Ndicka e forse da Nayef Aguerd, profilo di esperienza internazionale. Occhio anche a Vasquez del Genoa, seconda opzione sempre più calda.
Sulle fasce, Gasperini chiede energia e corsa. A destra c’è l’obiettivo Wesley del Flamengo, mentre a sinistra si guarda con grande interesse a Maxim De Cuyper, terzino moderno del Club Brugge. Il ritorno di fiamma per Robin Gosens, oggi alla Fiorentina, è più che un’idea. In mezzo, Cristante garantisce equilibrio, ma a dargli manforte dovrebbe arrivare Franck Kessié, che per tornare a farsi allenare da Gasp potrebbe dimezzarsi l’ingaggio. Accanto a lui, Koné è il motore box-to-box con margini enormi.
Davanti, il talento non manca. Paulo Dybala è sempre il fuoco creativo, stavolta accompagnato da Soulé, sempre più titolare di questa squadra. Alle loro spalle, il centravanti sarà Dovbyk, ma attenzione a Mikautadze, talento georgiano che ha infiammato la Ligue 1. Può completare il reparto Chavez, baby prodigio svincolato dal Bayern Monaco: un talento da accudire.
I nuovi acquisti già conclusi
Al momento, ufficialmente, non è ancora stato finalizzato alcun acquisto. Tuttavia, sono tornati alla base alcuni profili interessanti: Hermoso, rientrato dal prestito al Bayer Leverkusen, sarà valutato in ritiro ma appare ai margini del progetto tecnico. Tammy Abraham, invece, non farà parte della nuova Roma: il centravanti inglese, mai pienamente tornato ai livelli pre-infortunio, è stato ceduto al Besiktas per 20 milioni di euro.
Una cessione che libera spazio nel reparto avanzato e alleggerisce il monte ingaggi. È anche un segnale: la Roma intende rinnovarsi in modo deciso, puntando su un attacco più dinamico, in linea con la filosofia di Gasperini. In questo senso, l’attenzione si è già spostata verso profili giovani e più adatti agli schemi del tecnico piemontese.
I sogni di mercato
Il mercato della Roma si preannuncia movimentato, e non solo per necessità numeriche. C’è la volontà di dare a Gasperini una squadra adatta alla sua identità, fatta di aggressività, verticalità e coralità. Ecco perché Massara sta lavorando su più fronti.
Tra i pali, si cerca un secondo affidabile per Svilar: Marco Sportiello è l’obiettivo primario, e si lavora a uno scambio con Gollini. In difesa, il sogno è Lucumì. Il Bologna lo considera incedibile, ma il contratto in scadenza nel 2026 e la volontà del giocatore potrebbero fare la differenza. Parallelamente, Ibanez potrebbe tornare dall’Al-Ahli, mentre Aguerd del West Ham è un’opzione concreta in prestito. Se il primo blocco dovesse saltare, Vasquez del Genoa rappresenta un’alternativa reale.
Sugli esterni, tutto gira attorno a Wesley: il Flamengo chiede 30 milioni, la Roma vuole chiudere a meno. A sinistra, De Cuyper è il profilo ideale, ma il Milan è in agguato. Più accessibile Gosens, già allenato da Gasperini a Bergamo: la Fiorentina lo ha riscattato ma non lo considera intoccabile.
In mezzo, il sogno proibito è Kessié. L’ingaggio monstre è un ostacolo, ma la volontà del giocatore può aiutare. Sarebbe un’aggiunta cruciale in un centrocampo che ha bisogno di muscoli, corsa e leadership. Pisilli crescerà, ma serve esperienza.
Nel reparto avanzato, l’attenzione è su George Mikautadze, il cui cartellino è ora valutato 20 milioni: cifra che la Roma può tentare di coprire con cessioni minori e qualche cessione mirata (Shomurodov?). Infine, Chavez è l’idea suggestiva per il futuro: il talento argentino classe 2006 ha lasciato il Bayern Monaco e cerca un progetto in cui brillare. Gasperini potrebbe essere l’artefice perfetto.
Punti di forza e di debolezza della formazione
Questa nuova Roma, sulla carta, appare ricca di potenziale. Il primo punto di forza è la guida tecnica: Gasperini è un maestro nel costruire squadre coese, aggressive e verticali. Con un organico plasmato su misura, può ridare senso e ritmo a un gruppo che troppo spesso ha vissuto di fiammate episodiche.
Il secondo punto di forza è la qualità offensiva: Dybala e Soulé possono accendersi con una giocata, e Dovbyk (o Mikautadze) sono attaccanti che garantiscono movimento e gol. La batteria degli esterni, se arricchita da Wesley e De Cuyper, offre ampiezza e profondità: elementi essenziali per il gioco di Gasperini.
Il centrocampo, con Cristante e Koné, è ben assortito, ma servirebbe un altro profilo di livello assoluto per reggere i ritmi del pressing alto: qui l’arrivo di Kessié diventerebbe determinante. La difesa, invece, ha bisogno di maggiore affidabilità e struttura: Ndicka ha alti e bassi, Mancini non può reggere tutto da solo. Servono almeno due rinforzi veri.
Infine, tra i punti deboli rimane la tenuta mentale. La Roma, anche nel finale della scorsa stagione, ha mostrato una fragilità nelle partite decisive. Gasperini dovrà incidere anche lì, restituendo fame e disciplina a una squadra che ha troppo spesso smarrito la bussola quando più contava.