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Che il mercato estivo del Milan non abbia dato i frutti sperati è chiaro ed evidente a tutti, ma sicuramente la delusione maggiore risiede in Charles De Ketelaere, inseguito a lungo e strappato al Bruges dopo un’estenuante trattativa e sulla base di ben 35 milioni di euro.

Sicuramente ci si sta chiedendo se effettivamente sia valsa la pena, ma andando a rivedere le statistiche fatte registrare dal belga nella scorsa stagione e confrontandole con quelle in rossonero fino ad ora, è chiaro che il giocatore dovrebbe essere in grado di esprimersi su ben altri livelli.

Statistiche De Ketelaere
Il confronto tra l’ultima stagione di De Ketelaere al Bruges e la sua prima al Milan finora

Il ruolo e le caratteristiche di De Ketelaere

C’è da dire che al momento dell’acquisto De Ketelaere era sicuramente una scommessa, legata sia alla sua giovane età che al suo ruolo, non propriamente definito e difficilmente collocabile in un calcio tatticamente quadrato come quello che si pratica in Italia.

In Belgio Charles ha iniziato a giocare a centrocampo, come mezzala, talvolta anche come ala oppure esterno in un centrocampo a 5, ma ha finito spesso per giocare in posizione di punta, facendo un lavoro che può ricordare quello del falso nueve ma è sicuramente diverso. Si tratta di un giocatore anarchico, che ama svariare per il fronte d’attacco e occupare gli spazi in maniera preventiva.

Nel Bruges la sua forza era quella di trovare la posizione più letale nel momento in cui la sua squadra contrattaccava, smarcandosi e facendosi trovare pronto per ricevere palla e sfruttare la sua grande tecnica nello stretto.

Tende a scendere moltissimo a prendere palla, anche fin sulla propria trequarti, per poi tentare la ripartenza saltando il giocatore che l’ha seguito fin lì. Anche in una partita deludente come la disfatta del Milan contro il Sassuolo, possiamo vedere come il movimento di De Ketelaere si sviluppi lungo tutto il campo, anche se sono chiaramente più i palloni toccati nella propria metà campo che in quella avversaria.

Vuoi per l’atteggiamento generale della squadra, vuoi per la poca integrazione con i compagni da caratteristiche molto diverse, il belga non riesce ad esprimere le proprie qualità in rossonero.

La heatmap di De Ketelaere contro il Sassuolo
La heatmap di De Ketelaere contro il Sassuolo

Fallimento o equivoco tattico?

C’è chi dice che De Ketelaere va aspettato, come è stato aspettato Sandro Tonali che nella prima stagione al Milan non aveva per nulla convinto, salvo poi diventare uno dei leader della squadra che ha vinto lo scudetto nella stagione successiva.

La differenza però è che Tonali ha avuto spazio e ha giocato molte partite anche dopo le prime prove meno convincenti, mentre De Ketelaere è stato rapidamente accantonato da Pioli che lo ripesca dalla panchina ad intermittenza, spesso rinnegando le sue decisioni iniziali e togliendolo ben prima della fine, a partita ancora viva.

In realtà sembra che nel gioco attuale del Milan, che consiste principalmente nel consegnare la palla in fascia, in particolare sulla sinistra feudo del duo Hernandez-Leao, ci sia poco spazio per un giocatore con le caratteristiche di De Ketelaere: nel 4-2-3-1 di Pioli è sicuramente più funzionale un trequartista classico come Brahim Diaz o addirittura un centrocampista più muscolare piazzato in posizione avanzata, chiamato a fare lavoro di interdizione ed inserimenti, come possono essere Pobega o Krunic.

Inoltre il centravanti titolare del Milan in questo momento, Olivier Giroud, non è giocatore portato a dialogare con i compagni d’attacco quanto piuttosto una punta che si allunga in profondità e cerca di ricevere palla in aerea, un gioco antitetico a quello che pratica De Ketelaere.

Dal momento che un cambio di atteggiamento tattico nel Milan viene auspicato da più parti, per risolvere tutta una serie di problemi che vanno ben al di là del rendimento di De Ketelaere, è auspicabile che Pioli riesca a trovare un assetto che metta il belga in condizione di esprimersi al meglio, dato che alla squadra serve assolutamente la sua qualità e la società non può permettersi un tale depauperamento del suo investimento più importante.