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Javi Moreno, una cometa passata rapidissima su Milanello.

Estate 2001, stagione di grandi cambiamenti al Milan: arriva Terim in panchina e con lui in campo Rui Costa, oltre a Pippo Inzaghi.

I rossoneri però sono rimasti colpiti della strepitosa cavalcata dell’Alaves in Coppa Uefa, con la finale persa pochi giorni prima per 5-4 contro il Liverpool al Golden Gol.

Soprattutto Galliani è attratto dalla vivacissima punta dei baschi: tal Javi Moreno che dal nulla assoluto è diventato uno dei giocatori più corteggiati degli ultimi mesi.

Il “Condor” non perde tempo e con un blitz unico si assicura dalla truppa iberica il terzino destro Cosmin Contra e proprio Javi Moreno: quest’ultimo strappato per 32 miliardi di lire, circa 16 milioni di euro.

Non si ripeterà più sui livelli mostrati con la maglia dell’Alaves, Javi Moreno: stretto tra la morsa di difese rocciose da una parte e da una concorrenza pazzesca nell’attacco rossonero dall’altra, il centravanti spagnolo durerà appena un anno all’ombra di un San Siro che appena può lo pizzica a suon di fischi.

Vediamo, la storia di uno dei più particolari bidoni del Milan.

La stagione da favola con l’Alaves

La stagione 2001-2002 è una di quelle che rimangono impresse nella mente degli sportivi e soprattutto in quella dei tifosi dell’Alaves. Piccolo club basco che si è messo in testa di fare le scarpe alle grandi di Spagna e di dettare legge in Europa.

Giovani e meno giovani in una squadra che trova la quadra perfetta, con il sostegno del proprio pubblico ad incendiare ogni gara: non solo, ma sulle maglie biancoblu ci sono i nomi di tutti e 14.000 tifosi che hanno aderito all’azionariato popolare. In pratica versano soldi nelle casse della società, hanno voce in capitolo in molte decisioni del club e caricano la squadra a mille.

In quella truppa così risolutiva, spicca proprio Javi Moreno. Attaccante cresciuto nelle giovanili del Barcellona, dove arriva a vestire la maglia della squadra riserve, ma senza mai debuttare tra i grandi. Un po’ di ossa in “provincia” per lui e il classe 1974, nel nuovo millennio, sembra pronto a fare il salto di qualità.

Il 2001 rappresenta il suo debutto assoluto in Liga e sarà una prima volta con il botto, visto che Javi segna 22 gol nel campionato iberico. Ma è in Coppa Uefa che l’Alaves e lui lasciano il segno; da outsider a centrare la finalissima contro il Liverpool.

Javi Moreno diventa la bestia nera di molte squadre nelle notte di coppe europee e segnerà 6 reti in 8 gare: due di queste nella finale persa contro i reds per 5-4, a causa del beffardo Golden Goal.

Insomma il suo nome viene alla ribalta, molti club lo seguono e quelli dell’Alaves sono pronti a scatenare una ricca asta per incassare il più possibile dalla vendita del loro attaccante: alla fine ci pensa il Milan con Galliani.

Il braccio destro del Presidente Berlusconi acquista i due giocatori più in vista di quella squadra: il terzino destro Cosmin Contra e come detto, Javi Moreno. Ben 32 miliardi di lire per il cartellino del centravanti che va ad unirsi ad un attacco che annovera Sheva, il neo acquisto Inzaghi e l’ultimo arrivato a Milanello: Manuel Rui Costa.

Quei gol che latitano in Serie A

Secondo la stampa europea il Milan ha fatto il grande colpo del calcio mercato, con l’acquisto di Javi Moreno che nel frattempo mette assieme 5 gettoni con la nazionale spagnola e conditi da una rete contro la Bosnia.

Ad un anno dal Mondiale in Giappone e Corea, molti pronosticano la sua convocazione con le Furie Rosse. In realtà dopo quelle 5 gare tra febbraio e giugno 2001, non ci sarà seguito per Javi con la Spagna.

Javi Moreno nelle gerarchie di Terim non parte titolare nel Milan, almeno per quello che concerne il campionato: in fondo ha davanti due cannonieri del calibro di Sheva e Inzaghi.

Ma come ribadirà lo stesso allenatore turco, l’occasione è pronta per tutti. Cosi se in Serie A lo spagnolo inizia con poco minutaggio, in campo europeo è titolare nell’attacco dei meneghini.

Conferma di avere un feeling speciale con la Coppa Uefa e al primo turno segna nelle due gare contro il Bate Borisov, così come nello sbarramento successivo contro lo Sporting Lisbona. Anche in Coppa Italia timbra alla prima occasione, mentre in campionato fatica e non poco contro le difese.

Il destino sembra dare una mano a Moreno, quando Pippo Inzaghi si infortuna gravemente contro il Chievo e per l’iberico si spalancano le porte della titolarità in attacco. Per quattro mesi, sarà lui a doversi caricare la squadra sulle spalle, in attesa del rientro di Inzaghi.

Porta stregata e San Siro fischia

L’occasione tanto attesa dallo spagnolo però, non viene sfruttata nel modo migliore.

Calcia poco in porta e quelle poche volte si divora spesso gol clamorosi. San Siro mugugna, poi inizia a fischiare e Javi Moreno risponde per le rime. Diciamo che non è uno che tiene dentro.

I tifosi del Milan questo non lo perdonano e di partita in partita cresce il nervosismo tra le parti. Nel frattempo Berlusconi ha silurato Terim, con Carlo Ancelotti che tiene in mano il timone rossonero in una prima parte di stagione molto deludente.

Carletto cerca di mettere al riparo dalle critiche Javi Moreno e invita i tifosi del Diavolo a non fischiare l’ex bomber dell’Alaves.

Il rendimento scarno sotto porta, almeno in Italia, costringe lo stesso Ancelotti a delle variazioni sul tema offensivo: Rui Costa torna disponibile dopo essersi rotto il gomito alla prima giornata, Sheva resta intoccabile e Javi tira il fiato in panchina, con il connazionale José Mari che gioca al suo posto senza farlo rimpiangere.

L’altro spagnolo qualche gol lo segna e soprattutto si dimostra più combattivo dello stesso Moreno.

Gennaio, il punto di non ritorno

Si arriva così al nuovo anno con Javi Moreno che scalpita per dimostrare tutto il suo valore.

Segna contro la Lazio in Coppa Italia e sempre nella stessa manifestazione buca anche la porta della Juventus. Si lascia andare a due esultante abbastanza polemiche contro il pubblico di fede milanista che aumenta la tensione.

La domenica successiva, alla sfida con i bianconeri, ecco che lo spagnolo segna le prime reti in Serie A: doppietta al Venezia e scuse nell’esultanza da parte del centravanti. Sembra scoppiata la pace con i tifosi e il fatto di essersi sbloccato in campionato potrebbe essere la svolta.

Invece le buone notizie per lui svaniscono qui. La società infatti, nel mercato di riparazione ha preso anche Marco Simone: un ritorno dello storico numero 9 del Milan che va ad oscurare lo stesso Moreno. Non solo, ma con Inzaghi prossimo al rientro, lo spagnolo rischia di essere la quinta punta nello scacchiere di Ancelotti.

L’allenatore dei meneghini nel frattempo ha trovato la giusta alchimia in campo, con la squadra che è alla rincorsa del quarto posto in campionato, avanza a spron battuto in Coppa Uefa e si rende protagonista di un buon cammino anche in Coppa Italia. Di fatto Javi Moreno il campo lo vedrà poco e quasi sempre partendo dalla panchina.

Nel finale di stagione i rossoneri escono dalla coppa nazionale, si fermano in semifinale di Coppa Uefa, ma grazie ad un filotto di vittorie nelle ultime giornate soffiano la quarta piazza al Bologna e staccano il pass per i preliminari di Champions League: quella Coppa dei Campioni che alzeranno 12 mesi dopo a Manchester contro la Juventus.

L’addio e un girovagare senza gloria

Nel Milan che si appresta a diventare campione d’Europa, c’è poco posto per molti dei protagonisti o presunti tali che hanno giocato nella stagione appena conclusa.

A Milanello arrivano player del calibro di Nesta, Simic, Seedorf, Rivaldo e Tomasson: questi ultimi due a rivitalizzare l’attacco rossonero. Di conseguenza per Javi Moreno e il suo connazionale José Mari c’è davvero poco futuro in quella squadra.

Galliani a luglio cede entrambi, con l’ex punta dell’Alaves che torna in Patria all’Atletico Madrid, con un bilancio a dir poco deludente. 16 presenze e due reti in campionato. I gol complessivi saranno 9, visto che si aggiungono tre marcature in Coppa Italia e 4 in Coppa Uefa.

Per Javi Moreno, dopo aver raggiunto l’apice del successo nel 2001, il 2002 segna la parabola discendente della sua carriera. Impalpabile con le maglie di Atletico Madrid, Bolton e Saragozza, vivrà un paio di stagioni a suon di reti con il Cordoba, prima di chiudere la sua epoca con l’Ibiza, nella terza divisione iberica.

Questa la storia di Javi Moreno: il bello di notte con la maglia dell’Alaves che divenne il bersaglio di insulti del popolo di San Siro ad inizio millennio.

Bidone con merito.