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Il Napoli ha il suo terzo Scudetto in tasca.

Vantaggio abissale della squadra di Spalletti dopo venti giornate nel campionato italiano, con 53 punti complessivi e 13 lunghezze sull’Inter seconda.

Insomma, a meno di clamorosi crolli, lo Scudetto 2022-23 arriverà all’ombra del Vesuvio, 33 anni dopo l’ultima volta. Da Maradona a Osimhen, da Bigon a Spalletti.

Quattro decenni che attraversano la storia del nostro paese e non solo: dal crollo del muro alla seconda Repubblica Italiana e fino alla terza: l’addio alla lira e l’ingresso nell’Euro, le Torri Gemelle e Internet che cambiano le nostre vite, fino a raggiungere la Pandemia, con tre Papi diversi a capo del Vaticano. Un’era storica che pare lontana secoli.

E proprio la storia, intesa come albo d’oro degli Scudetti ci piace sottolineare oggi. Dal secondo dopoguerra ad oggi, quante volte il tricolore non è finito nelle mani di Juventus, Inter e Milan? Poche, ma lo scoprirete qualche riga sotto.

Se può consolarvi, anche negli altri top campionati, fatta eccezione per la Francia, la situazione non è tanto diversa: almeno dagli anni ’90 in poi.

Serie A: quando non vincono Milan, Inter e Juventus

StagioneScudetto
1955/1956Fiorentina
1963/1964Bologna
1968/1969Fiorentina
1969/1970Cagliari
1973/1974Lazio
1975/1976Torino
1982/1983Roma
1984/1985Verona
1986/1987Napoli
1989/1990Napoli
1990/1991Sampdoria
1999/2000Lazio
2000/2001Roma
Tutti gli scudetti non vinti dalle 3 grandi dal 1950 ad oggi

Dalla Serie A a più gironi, alla serie A a girone unico. Il massimo campionato ha cambiato volto negli anni ’30 quando vi erano anche altre realtà a combattere gli Scudetti. Nella nostra ricerca e per comodità, prenderemo in esame i campionati che vanno dal 1949-50 in poi.

I primissimi anni post seconda guerra mondiale furono dominati dal Grande Torino, fino al tragico schianto che mise fine alla Storia di quella immensa squadra e fece nascere la Leggenda.

Dal 1949-50, sapete quante volte è stato vinto lo Scudetto al di fuori di Juventus, Inter e Milan? Appena 13. E stiamo parlando di 71 campionati, ovvero fino allo scorso maggio.

Negli anni ’50 la Fiorentina per una stagione spezza l’egemonia, soprattutto di bianconeri e rossoneri. Negli assi ’60, ricordati per la Juve di Sivori, il Milan di Rocco e l’Inter di Herrera, il Bologna trova il suo ultimo scudetto: a cavallo degli ’60 e ’70, quasi spinti dalla rivoluzione culturale del ’68, arrivano il secondo tricolore della Fiorentina e l’unico del Cagliari con Riva a trascinare i sardi.

Sempre nel decennio dei pantaloni a zampa di elefanti e dei basettoni lunghi, arrivano anche gli squilli della Lazio di Maestrelli, con l’ultimo Scudetto del Torino a quasi 30 anni dalla tragedia di Superga. Gli anni ’80 sono quelli del secondo boom economico nel nostro paese e che segnano anche la fine degli anni di Piombo.

Un vento nuovo spira pure sulla Serie A che assegna il secondo Scudetto alla Roma, quello storico al Verona e il primo dell’era Maradona al Napoli, mentre il Milan dopo 9 anni di digiuno torna sul tetto di Italia con Berlusconi a cambiare il volto del calcio. Gli anni ’90 sembrano iniziare ancora meglio del precedente decennio.

Trionfa ancora il Napoli e poi arriva il meritato Scudetto della Sampdoria di Boskov. Ma sarà di fatto l’ultimo acuto della Provincia e il terzultimo al di fuori del triangolo Juventus, Milan e Inter, con quest’ultimi che resteranno a secco di tricolori dal 1989 al 2006. Eccezion fatta per la capitale che vive il suo momento di gloria a cavallo del nuovo secolo e del nuovo millennio.

La Lazio benedice il Giubileo con lo Scudetto vinto in rimonta sulla Juventus e fermata dalla pioggia del Curi di Perugia, li dove appena un anno prima il Milan aveva strappato dal petto della Lazio il tricolore. 12 mesi dopo ci pensa la Roma di Capello a lasciare il massimo trofeo italiano nella capitale: da una sponda all’altra del Tevere, con Totti ottavo Re di Roma.

Ecco, il 2001 è davvero l’ultimo anno di uno Scudetto che non finisce né alla Juventus e nemmeno ai due club meneghini. Per i 21 anni seguenti, saranno bianconeri, nerazzurri e rossoneri a spartirsi la torta: a volte sul campo e altre volte nelle aule dei tribunali, come nel 2006 con Calciopoli.

22 anni dopo le cannonate di Batistuta, gli aeroplanini di Montella e le incornate di Del Vecchio, ci sta pensando il Napoli a cambiare il canonico percorso dello Scudetto.

E pensare che l’ultima volta c’era ancora la vecchia cara Lira come conio.

Scudetto: la matematica non è un’opinione

La nostra analisi parte come detto dalla stagione 1949-50. Il tragico schianto a Superga del Torino mette fine all’epopea granata e da quel momento inizia un’altra storia che per 71 campionati di fila ha premiato “altre” squadre, a fronte del Triumvirato, in sole 13 occasioni.

Trasformando questi numeri in percentuale, lo Scudetto non è finito nella mani di Milan, Inter e Juventus solo nel 18% dei casi. Vale a dire una volta su cinque esce da questo triangolo, mentre nelle altre quattro sono i tre citati club a contendersi lo scettro. L’82% dei campionati premia proprio loro.

Un abisso totale che come detto dagli inizi degli anni ’90 si è allargato a dismisura. Appena quattro Scudetti vinti dal 1990 ad oggi non portano la firma di bianconeri, rossoneri e nerazzurri: Napoli, Sampdoria, Lazio e Roma le uniche eccezioni. E’ una forbice che non sembra volersi ricucire, nonostante un orizzonte che sta per premiare la squadra di Spalletti.

Praticamente per arrivare pari, i tre club più titolati di Italia dovrebbero rimanere a bocca asciutta per almeno mezzo secolo. Molto più di una folle utopia.

Gli altri Top campionati

Nemmeno negli altri campionati la situazione è migliore, fatta eccezione per la Ligue 1: ma anche in Francia il dominio del PSG si annuncia infinito.

Senza scendere leghe come quella Scozzese o portoghese, dove davvero sono due, massimo tre le squadre che lottano per il titolo: Rangers e Celtic Glasgow per la Premiership. Benfica, Porto e ultimamente Sporting Lisbona per la Primiera Liga.

Quindi nella nostra “rassegna” estera prenderemo in esame solo Inghilterra, Spagna, Germania e Francia.

Premier League: Manchester capitale e Londra insegue

Per il calcio inglese restringeremo il campo alla nascita della Premier League, vale a dire la stagione 1992-93, l’anno zero del calcio d’oltre manica che getta le basi per creare una sorta di Superlega, dove ai giorni nostri domina la scena in lungo e in largo, soprattutto in fatto di soldi.

Ai tempi della First Division il titolo era sicuramente più democratico nel suo girovagare: Liverpool davanti a tutti e poi a turno, Arsenal, Everton, ma anche piccole realtà destinate a diventare grandi come il Nottingham Forest e l’Aston Villa, senza dimenticare Leeds e Derby County per citarne alcune, con le due truppe di Manchester meno appariscenti rispetto ad oggi.

Poi la creazione e la nascita della Premier League ha cambiato del tutto l’albo d’oro del campionato inglese: “meno democrazia” e pochi club a contendersi lo scettro.

Basti pensare che il Liverpool in 100 anni di Fist Division ha vinto lo “Scudetto” in 18 occasioni. Poi dal 1990 ha dovuto attendere qualcosa come 30 anni per portare a casa la prima Premier League della sua storia nel 2020. E stiamo parlando dei “Reds” capaci di vincere sei volte la Champions League.

Dal 1992 lo scettro è conteso tra Manchester United e Manchester City. La sponda rossa ha alzato il massimo alloro in tredici occasioni e di fatto nell’arco di 20 anni, considerando che i “Diavoli Rossi” non chiudono al primo posto dal 2013.

Da sola, la formazione di Old Trafford ha in tasca il 43,33% dei titoli assegnati in terra inglese dal 1992-93 ad oggi. Aggiungiamoci i 6 vinti dal City (tutti tra il 2012 e il 2022), ecco che da sola la città di Manchster ha vinto 19 campionati che tradotti in percentuale fanno il 63,33%.

Manchester domina e Londra prova a tenere il passo. Due i club londinesi che hanno messo le mani sulla Premier League in questi 30 anni: l’Arsenal in tre occasioni (l’ultima nel 2004) e il Chelsea cinque volte. Dunque, otto volte il titolo è arrivato nella capitale, o nemmeno il 50% degli “Scudetti” vinti a Manchester.

Sommando le vittorie delle quattro squadre che rappresentano queste due città ci sono 27 titoli su 30 in ballo, vale a dire il 90% dei campionati giocati. Le uniche tre eccezioni portano la firma del Blackburn (1994-95), Leicester (2015-16) e Liverpool (2019-20).

Per le prime due possiamo parlare di miracoli più unici che rari, con il Liverpool che ha smesso di dominare in Patria, ma nell’arco di questi 30 anni ha giocato 5 finali di Champions League, con due successi e tre sconfitte, senza dimenticare una finale di Coppa Uefa vinta nel 2001 e una finale di Europa League persa nel 2016, oltre ad aver alzato un Mondiale per Club nel 2019.

Liga: Barcellona e Real, con l’Atletico recente terzo incomodo

In Spagna per anni si è parlato del duopolio di titoli fra Barcellona e Real Madrid.

Su 91 campionati giocati, i due club si sono spartiti 61 primi posti: 35 vittorie in Liga dei Blancos e 26 dei catalani. Da soli la percentuale recita 67,03. Praticamente 3 volte su cinque sono loro a trionfare.

Le uniche eccezioni riguardano gli 11 titoli conquistati dall’Atletico Madrid, ma tre di questi solo negli ultimi 30: dal trionfo del 1996, i Colchoneros hanno dovuto attendere il 2014 e poi il 2021 per esultare.

Sempre in tema di numeri sommando le due squadre di Madrid e il Barcellona, la percentuale di “Scudetti” sale in maniera drastica al 79%.

Il restante 20% è spartito tra gli 8 campionati vinti dall’Atletico Bilbao (l’ultimo nel 1984), 6 finiti al Valencia (l’ultimo nel 2004), i due alzati dalla Real Sociedad (l’ultimo nel 1982), quello del Deportivo La Coruna nel 2000 e i due ottenuti da Betis Siviglia e Siviglia: i “Beticos” nel 1935 e i biancorossi nel 1946.

Bundesliga: Bayern Monaco che dittatura

Un tempo il campionato tedesco era una sorta di roulette impazzita, dove almeno 6-7 squadre potevano ambire alla vittoria in Bundesliga.

Dalla creazione del campionato tedesco (nell’allora Germania Ovest) nel 1963-64, il mitico Meisterschale è stato alzato un pò da tutti: Bayern Monaco ovviamente, ma anche Borussia M., Werder Brema, Colonia, Amburgo, Stoccarda, Borussia D. e fino a piccole realtà come Kaiserslautern, Monaco 1860 e Eintracht Braunschweig.

Insomma fino a metà degli anni ’90 c’era grande equilibrio e grande redistribuzione del titolo in Bundesliga, con il Bayern Monaco in testa, ma con “appena” 13 vittorie nel 1993. 30 anni dopo i bavaresi sono a quota 32, di cui 10 vinti di fila dal 2013 ad oggi. Solo Borussia D., Kaiserslautern, Werder Brema, Stoccarda e Wolfsburg hanno vinto di quando in quando.

In 59 titoli assegnati in Bundesliga, il 54% è finito nella mani del Bayern Monaco, con 19 di essi negli ultimi 30 anni: in questo caso la percentuale schizza a al 63%. Un dominio rosso, come le maglie dei bavaresi che sembrano aver giovato della riunificazione del Paese ad inizio anni ’90 e dal quel momento hanno fatto spesso un altro sport, rispetto alle rivali.

Ligue 1: molte sorprese, ma il presente e futuro parlano parigino

La Ligue 1, sulla falsa riga della Bundesliga, per molti anni ha distribuito i campionati a tantissime squadre. Dall’epopea dello Stade Reims a quella del S. Etienne, passando per Bordeaux, Marsiglia, Lione, Monaco, Nizza, lo stesso PSG e molte altre ancora, tra cui le soprese Lille, Lens, Nantes, Auxerre e Montpellier.

Nei primi anni del nuovo millennio c’è stata una sorta di dominio del Lione che ha vinto il campionato per sette anni di fila. Poco dopo gli emiri hanno messo gli occhi sul PSG e da quel momento il club parigino è decollato. Basti pensare che prima del 2013 i titoli francesi nella bacheca dei parigini erano appena due.

Poi dal 2013 allo scorso maggio, ecco 8 vittorie in 10 edizioni della Ligue 1: le altre due sono andate a Monaco e Lille, con il decimo campionato vinto poche mesi fa che è valso il sorpasso ai danni del Marsiglia fermo a 9 vittorie dal 2010.

10 come quelli alzati dal St. Etienne: i mitici verdi non solo sono sprofondati in Ligue 2 e con molti problemi economici, ma non tornano sul tetto di Francia dal 1981.

Analizzando i numeri il PSG da 10 anni a questa parte ha cambiato marcia ed è destinato a mettere altri titoli in saccoccia. Sé attualmente detiene l’11,9% dei campionati, in 84 edizioni della Ligue 1, questa percentuale è destinata a raddoppiare in pochi anni.

Per la serie i soldi non danno felicità, ma a quanto pare risolvono molti problemi.