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San Marino val bene una Champions, anche solo una presenza. È una legge non scritta dell’estate: appena il brivido delle giornate di campionato si spegne, appena Europei o Mondiali iniziano a mancarci, le qualificazioni alla fase finale di Champions League sono un antipasto casereccio di pallone e ambizioni. Soprattutto, poi, di storie.

Del resto, parliamo di primi turni e poche possibilità di gloria, ma allo stesso tempo di un frammento particolarissimo: il tempo si ferma, i piccoli sognano di essere giganti, la magia – e la musica – della Champions League sono uguali per tutti, a prescindere dagli obiettivi contano soltanto i sogni.

Ora, dopo quest’infarinatura di romanticismo, passiamo al concreto: chi ha mai sentito parlare del Fiorita, o magari del Murata? Se sapete di quali squadre stiamo parlando, vuol dire che siete entrati nello stesso vortice di cui sopra: una notizia social, un vip, la Champions. Ultima news a riguardo in ordine di apparizione quella di Maicon, pronto a tornare a sentire la musichetta della Champions difendendo la gloriosa maglia del Tre Penne.

Non si scappa quindi dal vortice della Champions e di San Marino. Anzi: non scappate, ora arriva la parte bella, cioè le curiosità nel racconto.

Storie di ex e di vip in Champions League

Cinque titoli di San Marino, sei coppe Titano, cinque Supercoppe Sammarinesi. Palmarés da primi della classe, per la squadra del presidente Zadotti. Che al San Marino Stadium, capienza poco meno di cinquemila anime, è stato in grado di forgiare una tradizione (persino) europea.

Nel 2012-2013, il primo assaggio extra sammarinese: il primo turno di Europa League, dove troverà i maltesi de La Valletta. Sapete chi giocava in attacco? Tale Sossio Aruta. Se avete un background di ‘Campioni – Il Sogno’, conoscete personaggio e dimensione; altrimenti, buon viaggio tra i ricordi fedelissimi di YouTube.

Un anno di ‘gavetta’, poi arriva la Champions League: quella vera. Quella del primo turno a metà luglio, quando il calcio ricco riposa o inizia lentamente a svegliarsi. C’è il Tallin, gli estoni, e non c’è storia. Ma nella stagione successiva arriva la sorpresona: per il ritorno europeo, spunta il tappeto rosso per… Damiano Tommasi!

Bello, bellissimo. E non era comunque una novità quella di portare in squadra, anche solo per una partita, un grande ex del calcio italiano ed europeo. La prima volta fu addirittura nel 2007, quando Pluto Aldair accettò la corte del Murata. Ovviamente, una grande storia: dopo un super primo tempo – avversario il Tampere United – , la squadra sammarinese si porta in vantaggio a fine primo tempo con gol di Cristian Protti, cugino di bomber Igor. All’intervallo, rientrano tutti tranne Aldair: una maledetta contrattura lo porta via dalla partita. E il Tampere spinge, spinge, spinge, fino a trovare il pari e il vantaggio nei minuti finali.

Storie d’altri tempi, in questi più recenti (2018) al Fiorita erano arrivati due volti noti, ma in televisione. Alessandro Alciato, giornalista di Sky Sport, e il conduttore televisivo Alessandro Cattelan sono stati tesserati tre anni fa per disputare la gara inaugurale di Champions League tra La Fiorita e il Lincoln Red Imps, campioni di Gibilterra.

Come andò? Male per Cattelan, subentrato al minuto 89 e cinque minuti nella disfatta (2-0 per gli avversari), malissimo per Alciato, al quale venne addirittura respinta la richiesta di tesseramento.

Il sogno solo sfiorato

Per quelli che ce l’hanno fatta, tantissimi che hanno sfiorato il sogno sammarinese. Si scherza, sì, ma mica tanto! Il Murata, ad esempio, dopo aver visto Aldair ai rivali, aveva puntato addirittura Romario e al suo fianco in attacco volevano piazzarci Michael Schumacher. Non ci fu tempo, ma c’erano le disponibilità di tutti, tant’è che lo stesso Aldair e il direttore sportivo Casadei provarono ad accelerare i tempi per portarlo in squadra.

Più ambizioso, probabilmente, il tentativo del Fiorita di qualche anno fa. L’invito prestigioso arrivò tra le mani di Usain Bolt. “Caro Usain, ti vorremmo nella nostra squadra per giocare la Champions League! Perché no? Vogliamo scrivere la storia”, il tweet che scatenò tutto e tutti.

Alan Gasperoni, presidentissimo del club, aveva chiamato direttamente in causa il campione giamaicano. A Repubblica, il chiarimento: “Eravamo in riunione di mercato con il segretario Michele Della Valle, stavamo preparando la squadra per la Champions cercando nomi di calciatori in procinto di appendere gli scarpini al chiodo e siamo incappati nelle notizie su Bolt. E così, per scherzare, gli abbiamo scritto su Twitter, dal momento che è un po’ difficile trovare il suo numero di telefono”.

Nessuna risposta. Purtroppo.