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Forse anche per la generale mediocrità tecnica del nostro campionato, a giocatori come Aleksey Miranchuk si è disposti anche a perdonare le lunghe pause. Più pragmaticamente, il russo potrebbe oggi essere la chiave per risolvere diversi problemi all’Atalanta e a Gasperini, tecnico che in lui non ha mai creduto moltissimo.

Miranchuk e quei lampi contro la Juve di Sarri

Il primo impatto del calcio italiano con Aleksey Miranchuk era stato nell’autunno del 2019. Il suo Lokomotiv Mosca era nello stesso girone della Juventus, guidata – in quella che sarebbe stata una delle stagioni più travagliate e particolari nella storia del calcio – da Maurizio Sarri. Nella terza giornata, la squadra russa è di scena allo Stadium, ma alla mezzora il numero 59 della Lokomotiv raccoglie una respinta corta di Szczesny e la spara di sinistro al volo sotto la traversa. Il vantaggio dura una fino a un quarto d’ora dalla fine, quando una scintillante doppietta di un altro talento mancino – Paulo Dybala – sistema le cose per la Vecchia Signora.

Due settimane dopo, la Juve rende visita per un match in cui è chiamata a vincere per sigillare la qualificazione agli ottavi. Dopo 4 minuti, bianconeri in vantaggio con un gollonzo di Aaron Ramsey, la cui innocua punizione finisce in rete per l’imperizia del portiere Guilherme, che se la lascia sfuggire da sotto le gambe. Otto minuti dopo, però, la RZD Arena può esultare, e ancora una volta il protagonista è il numero 59: Miranchuk impatta di testa su un bel cross di Rybus dalla sinistra. La palla colpisce il palo ma lui è ancora svelto a ribadire in rete da mezzo metro: è il pareggio. La partita la vincerà ancora una volta la Juve, ancora faticando e ancora grazie a un mancino: stavolta è Douglas Costa, che nel recupero ubriaca mezza difesa depositando poi la palla in rete.

Atalanta, episode #1: una concorrenza spietata e Gasp che non lo vede

Nella stagione seguente, il fiuto di Giovanni Sartori porta Aleksey Miranchuk a Bergamo. Il suo sembra un profilo ideale per provare a sostituire Josip Ilicic. Il magico sloveno era già alle prese coi mostri che lo hanno attanagliato durante il periodo del Covid. Il reparto trequartisti è comunque affollatissimo: oltre allo stesso Ilicic, rispettato ed aspettato dalla società, c’è Papu Gomez, c’è Mario Pasalic, c’è Ruslan Malinovskyi, nel caso anche Matteo Pessina. Gli insanabili contrasti del Papu con Gasperini contribuiscono a dare a Miranchuk un po’ di spazio, nella sua prima stagione in nerazzurro.

Il suo score parla di 25 presenze in campionato ma per appena 662 minuti, meno di mezz’ora a partita. Miranchuk riesce comunque a contribuire con 4 gol e 2 assist. In Coppa Italia gioca 135 minuti, segnando 2 gol. In Champions League solo 33 minuti per lui, sufficienti per servire un assist.
Eppure, nella seconda stagione la situazione peggiora. In Serie A 19 presenze per soli 764 minuti, per lo più da subentrato ai vari Pasalic, Malinovskyi o Ilicic, con 2 gol e 4 assist. In tutta evidenza, le sue pause non devono piacere molto a Gasperini, che la stagione seguente dà l’assenso per la partenza di Miranchuk in prestito.

Toro, vorrei ma non posso

Aleksey Miranchuk viaggia verso ovest alla volta di Torino. In panchina dei granata c’è Ivan Juric, che di Gasperini è uno dei migliori allievi. Il suo è un calcio intenso, muscolare, in cui la creatività di elementi come Miranchuk è merce preziosa.
La stagione procede abbastanza bene, considerando anche il contesto con minori ambizioni rispetto all’attuale Atalanta. Al Toro, Miranchuk trova continuità di impiego: oltre 2000 minuti in Serie A, con 4 gol e 6 assist in 29 presenze, quasi tutte da titolare. Juric lo vorrebbe ancora con sé ma c’è un problema: il prezzo. L’Atalanta ha fissato il riscatto a circa 10 milioni, meno dei quasi 15 pagati alla Lokomotiv Mosca due anni prima. Oltretutto, la Dea deve corrispondere alla società russa il 10% di una futura rivendita del calciatore. Anche per questo, l’Atalanta non accetta nessun tipo di ulteriore sconto. A malincuore, Vagnati molla la presa e Miranchuk torna a Bergamo, con ancora meno certezze rispetto a quando se ne era andato.

Atalanta, episode #2: l’occasione giusta per Miranchuk?

L’Atalanta versione 2023/24 è una realtà diversa da quella di due anni prima. La squadra ha cambiato pelle, nel reparto offensivo c’è tasso tecnico oggettivamente inferiore rispetto al passato recente. Oltretutto, ci sono gli infortuni: El Bilal Tourè, acquisto da 30 milioni, non ha ancora visto il campo per un serio problema muscolare. Muriel è come al solito un piacere per gli occhi, ma ha pur sempre un anno in più. C’è Lookman il cui impatto è stato più che positivo, ma il nigeriano sarà assente un mese per la Coppa d’Africa.

Così, dopo una prima parte di stagione in cui si è dovuto accontentare di spezzoni come due anni prima, Miranchuk ottiene la sua occasione in Coppa Italia con il Sassuolo, ripagando la fiducia con una prestazione maiuscola, condita da un gol e un assist.
Per la prima volta da quando è arrivato all’Atalanta, Gasperini decide di dargli una maglia da titolare per due gare in fila, schierandolo anche pochi giorni dopo, in campionato contro la Roma.

Il risultato è una partita non perfetta, ma comunque molto positiva. Dopo pochi minuti, un suo retropassaggio sbagliato rischia di mandare in porta Lukaku. Un paio di giri di orologio più avanti, però, è già un’altra musica. Lanciato lungo sulla destra da Scalvini, si invola avventandosi sulla palla, in anticipo su Llorente. Lo spagnolo gli lascia colpevolmente lo spazio per spostarsela sul sinistro e lui, dopo un paio di finte, pennella un cross di una bellezza spiazzante per la testa di Koopmeiners, che fa 1-0.
Il suo primo tempo prosegue tra finte, veroniche e un molto probabile mal di testa per il povero Llorente. Mourinho sostituirà lo spagnolo a fine primo tempo, ufficialmente per un problema fisico, ma ci sta che fosse anche perché con il russo non l’ha vista davvero mai.

Ad ogni modo, il secondo tempo di Aleksey Miranchuk è imparagonabile rispetto al primo, cala vistosamente ma non viene sostituito. Che sia un segno di rinnovata fiducia nei suoi confronti, da parte del tecnico?

Il calcio è una realtà strana, in cui lo stesso giocatore può essere avulso o disfunzionale in un contesto, e il tassello mancante in un altro. La seconda esperienza di Miranchuk all’Atalanta potrebbe avere vissuto una svolta, domenica sera. Se così fosse, sarebbe il classico caso del “migliore acquisto di gennaio che avevamo già in casa”.