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Come si dice in questi casi. Poche, ma buone. Anzi, di più: storiche. La notte NBA aveva in programma solo tre partite, ma gli appassionati non potevano chiedere di meglio, non solo per lo spettacolo visto, con ben due match decisi al supplementare, ma perché rispetto al solito e ricchissimo bouquet di match è come se anche il calendario si fosse inchinato a due dei giocatori più forti del campionato, Stephen Curry e Kevin Durant, protagonisti di gare che non dimenticheranno facilmente.

Curry nella leggenda NBA

Anzi, nel caso del numero 30 degli Warriors la partita vinta sul campo dei New York Knicks col punteggio di 106-95 vale un passo nella leggenda della NBA. Come ampiamente previsto dopo essersi fermato nel match contro Indiana a due triple dal record assoluto di “bombe” nella storia della NBA, nella gara vinta da Golden State, seppur a fatica, al Madison Square Garden Curry ha infatti migliorato il primato storico di 2972 triple che apparteneva a Ray Allen.

Il mito ex Bucks e Celtics, presente in prima fila e protagonista poi di un emozionante abbraccio con “l’erede”, è stato agganciato da Curry dopo meno di tre minuti di gioco e poi staccato con il nuovo record, ma chiaramente del tutto momentaneo, fissato a 2975. Iconico il fatto che il primato sia stato ottenuto da Curry proprio contro i Knicks che l’avevano scartato nel 2009, ma il presente di Steph è solo Golden State e la caccia al quarto Anello NBA della carriera, più che mai raggiungibile vista la forza della squadra, già capace di vincere 23 gare su 28 nel primo scorcio di stagione.

A New York, però, Golden State non ha brillato e in fondo neppure la propria stella, autrice di “soli” 22 punti, ma spalleggiato da Jordan Poole (19) e Andrew Wiggins (18). A sorreggere gli Warriors è stata allora l’efficacia difensiva, con appena il 36% dal campo concesso a New York, incappata nella la quarta sconfitta consecutiva nonostante i 31 punti con 7 assist di Julius Randle. 

Comanda Durant

Ma come si diceva, anche per Kevin Durant si è trattato di una notte speciale, come per i Nets in generale. Alle prese con l’emergenza dettata dal protocollo anti Coronavirus, che ha fermato ben sette giocatori, tra i quali, in extremis, anche James Harden (fermato dopo essersi presentato al Barclays Center) e Bruce Brown, contro i Raptors Brooklyn si è aggrappata alla propria stella, di fatto costretta a scendere in campo pur acciaccata per noie alla caviglia per permettere alla franchigia di raggiungere il numero minimo di otto giocatori a referto.

Durant è stato autore di un’incredibile tripla doppia da 34 punti, 13 rimbalzi e 11 assist nei 48 minuti giocati, compresi quelli del supplementare al quale Toronto, che ha 31 punti da Fred VanVleet, ha costretto la prima della classe ad Est, vittoriosa per 131-129. Buona anche la prova di Patty Mills, che segna 30 punti, 16 nel quarto periodo.

Successo fondamentale, ma anche in questo caso dopo l’overtime, per i Suns, che ripartono dopo il blackout di 24 ore prima contro i Clippers. A Portland, dove finisce 107-111, è ancora assente Devin Booker, ma ci pensa il solito Chris Paul, che segna 24 punti (doppia doppia con 14 assist), compresi quelli che allungano la sfida al supplementare e tiene così la squadra in scia agli Warriors. Bene anche DeAndre Ayton (28 punti e 13 rimbalzi).

Ai Blazers, al sesto ko consecutivo, non basta un super Damian Lillard, autore di 31 punti totali, 13 punti dei quali nel quarto quarto, ma anche dell’errore decisivo ai liberi proprio nel supplementare.